Dal Natta al Sudafrica e all’Armenia
«Chimica del vino per me senza segreti»

Alla voce «residenza» la sua carta di identità riporta Zandobbio. Ma la realtà è che Daniela Fracassetti, 34 anni, trascorre quasi la metà dell’anno tra Sudafrica, Armenia e Spagna, impegnata in convegni e ricerche.

Sì, perché nell’ultima decade ha dedicato la sua vita ad analizzare il vino, diventando una delle massime esperte di chimica enologica a livello internazionale. Ventitré pubblicazioni all’attivo, intraprende la carriera accademica quasi per caso. «Dopo il diploma al Natta, mi iscrissi ad Agraria alla Statale di Milano. Durante la laurea specialistica iniziai ad approfondire un lievito alterativo, appartenente al genere Brettanomyces, responsabile di difetti sensoriali e alterazioni del gusto nelle birre e nel vino. L’esame andò bene».

Da lì è nata la sua storia lavorativa e poi il contatto con l’Università di Stellenbosch, situata nel distretto di Cape Winelands, la principale zona vinicola del Sudafrica. «Si tratta di una delle più importanti a livello mondiale in ambito enologico. Basti pensare che è dotata di una cantina interna per la produzione e che dispone di una propria etichetta. Dal mio primo soggiorno, nel 2010, torno periodicamente per fare investigazione».

Dal 2014, la bergamasca è tra le docenti della Yerevan Wine Academy di Erevan, in Armenia: tiene un corso di chimica enologica, la cui parte pratica in laboratorio è prevista per gennaio. In questo momento è a Milano, nella «sua» Statale. «Io e mio marito Roberto, che è tecnico di computer, facciamo i pendolari: partiamo alle 6 da Zandobbio e rientriamo alle 21. Mi piacerebbe che il mio futuro fosse in Italia, ma se arrivasse un’offerta importante e a lungo tempo dall’estero partiremmo insieme».

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