Covmatic, analisi rapida dei tamponi
La robotica in campo nella lotta al virus

Covmatic è un’iniziativa di volontariato per il potenziamento della capacità di analisi dei tamponi per l’individuazione di SARS-Cov-2 attraverso l’automazione dei laboratori. Realizzato un impianto pilota a Calcinate. Coinvolti 30 volontari. Ecco in cosa consiste il progetto.

«In un mondo in cui tutto si muove velocemente e la ripresa sanitaria ed economica del nostro Paese è diventata un’urgenza sempre più impellente, tecnologia e sanità non possono che unirsi per cercare di accelerare e ottimizzare i tempi di una corsa che coinvolge tutti», dichiara Alice Melocchi, tra gli ideatori di Covmatic, un’iniziativa di volontariato nata come sfida per il potenziamento della capacità di analisi dei tamponi per l’individuazione di SARS-Cov-2. La tematica è stata affrontata il 2 aprile durante «I venerdì dello Studio BNC», un appuntamento online sempre più frequentato per riflettere su come la capacità di innovare, condividere pensieri e idee possa contribuire a un mondo migliore (per rivedere gli incontri https://www.studiobnc.net/sito/).

Alice Melocchi (ricercatrice presso l’Università degli studi di Milano e CSO di Multiply Labs) e Alberto Cammarota (consulente di Porsche Consulting), hanno raccontato le fasi iniziali del progetto che ha avuto come primo punto di riferimento l’ospedale «Bolognini» di Seriate, insieme al quale sono state redatte un’analisi di fattibilità ed una proposta operativa di implementazione open source per incrementare, attraverso l’utilizzo di sistemi di automazione robotica, il numero dei tamponi processati. È stato così realizzato l’impianto pilota presso il presidio ospedaliero territoriale «F.M. Ospedale Passi» di Calcinate, in cui un intero piano è stato rinnovato per ospitare il laboratorio che ha superato la validazione richiesta da Regione Lombardia e da Ats. Tanti enti, istituzioni e aziende hanno contribuito pro bono all’iniziativa, tra cui Rotary Club (in particolare il Distretto 2042) l’Università degli studi di Milano, il Politecnico di Milano, WeMake, Porsche Consulting, ABB e Multiply Labs.

Il gruppo di persone coinvolte nel progetto conta più di 30 volontari, anche internazionali, che hanno dedicato il proprio tempo libero, lavorando fianco a fianco con tecnici e biologici dell’ospedale. Accanto allo sviluppo di procedure operative per la loro formazione, è stato inoltre predisposto un software in grado di tracciare le operazioni eseguite dai tecnici e il percorso dei campioni durante l’analisi. «Questo è un esempio di come sia possibile portare l’automazione all’interno dei processi di laboratorio», continua Alberto Cammarota, «e siamo felici di aver reso il progetto open source per supportare in questo modo la lotta contro la pandemia da COVID-19. Tutti i volontari coinvolti, con le proprie competenze, hanno contribuito ad aumentare l’efficienza e a migliorare il processo: ora la documentazione è a disposizione di tutti i laboratori che vogliano utilizzare e implementare ulteriormente il sistema».

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