Cronaca / Valle Brembana
Lunedì 13 Agosto 2018
Una lettera agli italiani per Ferragosto
Bloccato in Cina,«il governo non fa nulla»
Scrive una lettera per augurare buon Ferragosto a tutti gli italiani e chiede ancora aiuto soprattutto evidenziando «un governo italiano che continua a rifiutare, dopo tanto tempo, di fare quello che è necessario per ridarmi la libertà». Valentino Sonzogni, di Almè, è bloccato in Cina da otto mesi per una vicenda fiscale per la quale, tra l’altro, non è stata formulata nessuna accusa nei suoi confronti.
«L’eco della manifestazione di solidarietà davanti al consolato cinese di Milano è arrivata a Pechino. Ringrazio ancora di cuore tutti quelli che hanno partecipato e tutti coloro che mi stanno sostenendo in questa difficile prova che la vita mi ha riservato». Sono le parole che Valentino Sonzogni, di Almè, bloccato in Cina da otto mesi per una vicenda fiscale per la quale, tra l’altro, non è stata formulata nessuna accusa nei suoi confronti. Venerdì 3 agosto familiari e amici hanno organizzato una manifestazione di solidarietà davanti al consolato cinese di Milano.
Ora il bergamasco ha scritto una lettera: «dal mio infinito esilio cinese ho pensato di scrivere una lettera di auguri di Ferragosto ai miei concittadini italiani». Eccola, integrale.
«Sono anche le “feste comandate” che fanno l’identità di un popolo, scandendone i ritmi di vita, l’alternanza tra lavoro e riposo, ricordando a tutti tradizioni ed usanze che si sono consolidate nei secoli. Per noi italiani il Ferragosto è uno dei momenti clou dell’anno, che segna l’apice dell’estate ma anche la sua fine imminente, quando tutti dovranno tornare al lavoro, alla scuola, alle occupazioni quotidiane. E’ in questi momenti che sento maggiormente la mancanza della mia patria, non potendo partecipare ai riti collettivi ai quali anche io, come tutti, ero abituato fin dall’infanzia: la corsa per terminare gli ultimi impegni e poi la partenza per la località di vacanza preferita, con le inevitabili code in autostrada, la ressa agli Autogrill e sulle spiagge, i pienoni negli alberghi e nei ristoranti... anche tutto questo mi manca!».
«Essendo trattenuto in Cina dal 1 dicembre 2017, oramai ho provato questa sensazione lungo tutto il corso dell’anno: l’ho sperimentata a Natale, che ho passato solitario nel gelido vento di Pechino a 15° sottozero, e poi via via a Capodanno, Carnevale, Pasqua, i ponti del 25 aprile e del primo maggio… Ed eccomi, in un lampo, arrivato a Ferragosto, quasi nove mesi della mia vita bruciati in una situazione assurda, che ancora non riesco a spiegarmi, tuttora senza una via d’uscita, prigioniero per via di una burocrazia cinese cieca, crudele, disumana, insensata, ma anche a causa di un governo italiano che si continua rifiutare, dopo tanto tempo, di fare quello che è necessario per ridarmi la libertà. Perché se da un lato le autorità cinesi si accontentano di torturarmi a tempo indefinito invece di perseguire i responsabili della frode fiscale che conoscono già, dall’altra parte il nostro Stato si limita a chiedere timidamente di lasciarmi andare, ricevendo puntualmente umilianti risposte negative senza motivazioni accettabili, mentre invece dovrebbe prendere seri e pesanti provvedimenti, ossia fare quello che è necessario per liberarmi, qualunque cosa serva».
«Penso che sia evidente a tutti che uno dei primi doveri di uno Stato sia quello di tutelare la vita dei propri cittadini quando sono in pericolo; ed infatti quando c’è una persona dispersa in mare, o in montagna, o in una grotta sotterranea, si mobilitano per giorni o settimane o mesi centinaia i persone, mezzi, elicotteri, tutto ciò che serve, senza risparmio di energie e risorse, per soccorrere e salvare chi sta per soccombere. Mi chiedo: perché questo metodo non viene usato per chi si trova nella mia condizione? Da quasi nove lunghissimi mesi, colmi di angoscia, di solitudine, di sofferenza, di paura, di disperazione, qui in Cina è in corso la sistematica demolizione della mia vita, ed insieme alla mia quella dei miei familiari, perché tutto ciò è consentito? Perché non suscita la massima indignazione in Italia il fatto che il nostro governo non ritenga di dover salvare un cittadino innocente che si trova in grave pericolo, che sta subendo un danno così grosso, ingiusto, grave, irreparabile? Non sapete che questo paese così remoto ed oscuro, la Cina, che incute tanto timore nei nostri governanti, ma che è ritenuto da molti una sorta di nuovo Eldorado, colmo di opportunità e fondamentale per il futuro della nostra economia, si può invece trasformare in un drago che si risveglia all’improvviso ed inghiotte senza pietà i malcapitati che gli si sono incautamente e fiduciosamente avvicinati?».
«In nessun paese civile sarebbe immaginabile un trattamento come quello che sto ricevendo io in Cina, e nessun paese civile dovrebbe consentire che un suo cittadino venisse sequestrato e tenuto in ostaggio da uno stato straniero a tempo indeterminato senza avere fatto nulla e senza essere accusato di nulla. Un trattamento che non solo massacra il sottoscritto, ma che svilisce ed umilia le nostre fragili e tremolanti istituzioni. Finché avrò voce continuerò a chiedere aiuto, a chiedervi aiuto, perché io rivoglio indietro la mia vita di italiano libero, onesto e lavoratore, che si è visto privare senza motivo del bene più prezioso: la libertà».
«Buon Ferragosto, cari concittadini italiani, vi posso solo immaginare spensierati, impegnati in un tuffo in mare, in una passeggiata in montagna o in visita ad una città d’arte, immersi nel sole (speriamo!) e circondati dalla bellezza di cui l’Italia ha ricevuto da Dio dono così copioso da non rendersene nemmeno conto e da farne spesso tanto spreco».
© RIPRODUZIONE RISERVATA