Si scalano le cascate di ghiaccio
Un must? La «Spada» a Valleve

Quando le temperature scendono e le cascate gelano, i ghiacciatori affilano le lame delle loro picche. Perché per un ice climber - un po’ alpinista e un po’ scalatore - il bello sta tutto lì: risalire pareti ghiacciate, attrezzare soste e preparare calate, progredendo con piccozze e ramponi.

Materiali alpinistico, certo, ma decisamente speciali: hanno punte frontali i ramponi e sono corte i ricurve le piccozze perché c’è da procedere faccia a monte, assestando colpi efficaci con la becca.

La nascita della disciplina, che tanti appassionati conta anche nella nostra provincia, è datata anni Ottanta. Perché se da sempre gli alpinisti hanno affrontato passaggi su misto, nel passato la progressione su ghiaccio era tutta un’altra cosa: le dotazioni di ieri imponevano una salita laterale, sostenendosi alla parete con una picca sola. Preistoria insomma per chi ama l’ice climbing in chiave moderna, che ha fatto propria la tecnica della piolet traction, come si dice in gergo.

Del tutto speciale l’ambiente in cui questa disciplina, sport o passione che sia, viene vissuta. Perché di cascate si tratta: salti d’acqua che nella stagione invernale mostrano un volto nuovo: affascinanti, certo, ma che richiedono rispetto, sensibilità e conoscenza. Quella vera, profonda, che ti porta a saper leggere visivamente le condizioni, intuirne l’evoluzione. Come dire: movimento e tecnica di salita non sono tutto.

Una quindicina le guide alpine bergamasche che esercitano la professione e che possono introdurre al mondo verticale di ghiaccio. C’è da spaziare su tutto l’arco alpino, ma se il vero paradiso rimane la Valle di Cogne, non mancano neppure da noi le cascate. Un must quelle di Valcanale, San Simone e Roncobello, come pure quelle di Carona e Lizzola (impraticabili se con troppa neve). Hanno diverse modalità di discesa (alcune addirittura con soste a fix e chiodi) e portano nomi curiosi: c’è da salire la Cascata dei mughi o quella della rana, la Cascata della condotta o del traverso, come pure Overlook hotel o La spada di Damocle, a Valleve: tanto famosa perché dura, impegnativa. Una lancia ghiacciata, una colonna aerea salita per la prima volta da Simone Moro nell’inverno che ci ha portato nel nuovo millennio.

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