Morte di Bara, resta il giallo
Lite e inseguimento, versioni diverse

A una settimana dai fatti, le circostanze sulla drammatica morte del giovane senegalese restano tutt’altro che chiare, benché il tutto sia avvenuto in meno di duecento metri e nel giro di pochi concitati minuti.

La settimana che si apre lunedì 31 agosto sarà quella dell’addio a Mamadoulamine Bara Thiam: grazie anche a una raccolta di fondi tra gli amici il corpo verrà riportato a Dakar, la capitale del Senegal, dove il ventenne era nato il 16 febbraio del 1997 e dove sarà celebrato il funerale con rito islamico.

Intanto proseguono le indagini e i fatti restano ancora non chiari. Confermata l’accusa di omicidio preterintenzionale per il cinquantaquattrenne C. B., residente proprio a Ubiale. «È tornato subito indietro sui suoi passi: ha seguito il ragazzo per qualche metro, ma non l’ha inseguito lungo la strada». Questo il contenuto della duplice testimonianza che sarà raccolta anche dal legale del cinquantaquattrenne, l’avvocato Eugenio Sarai.

«Siamo anche riusciti a rintracciare i quattro addetti alla sicurezza della festa che era in corso in paese e sentiremo in settimana anche loro», spiega il legale. Dal canto suo il cinquantaquattrenne ha infatti sempre negato di aver picchiato e tantomeno inseguito Bara, che ha poi scavalcato il guardrail proprio nel punto in cui, dall’altra parte, si trova un precipizio di una quindicina di metri, dove il ventenne è caduto ed è morto praticamente sul colpo, come chiarito dall’autopsia.

Ma stando ad altri testimoni, in particolare persone che transitavano lungo la provinciale 23 in quei momenti, proprio il cinquantaquattrenne, assieme agli altri due indagati (accusati di concorso in omicidio preterintenzionale) – la coppia R. M., 25 anni, di Alzano, e I. B., 35, di Sedrina – sarebbe invece corso dietro a Bara fino al parapetto, assistendo alla sua caduta nel vuoto (anche se la zona era avvolta dall’oscurità e forse per questo, ritengono gli inquirenti, gli indagati potrebbero aver sottovalutato le conseguenze), guardando addirittura giù dalla scarpata, senza poi dare l’allarme (i soccorsi sono infatti scattati 24 ore più tardi, nella tarda serata di domenica scorsa).

Poco prima l’uomo era stato visto prendere a calci l’auto di alcuni amici di Bara, sulla quale il ventenne si era rifugiato per scappare all’aggressione: dalla vettura il giovane senegalese era quindi sceso ed era fuggito sulla provinciale, dove poi ha trovato la morte.

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