Malore a Zogno, operaio muore a 34 anni: «Conosceva tutto il calcio della valle»

IL LUTTO. Michele Persico trovato lunedì 31 marzo accanto al suo letto, nella casa di Somendenna. Il fratello: «Una persona di cuore». Ruggeri, terzino dell’Atalanta: «Era sempre pronto allo scherzo».

Zogno

«Una persona speciale, di cuore, sempre allegra e di compagnia. Appassionato del calcio locale, conosceva veramente tutti». Così Mauro Persico ricorda il fratello Michele, morto lunedì mattina (31 marzo) a 34 anni, nella sua casa a Somendenna di Zogno, al civico 11 di via Foppa Rossi.

Una morte improvvisa, probabilmente per un infarto. Domani è prevista l’autopsia, poi la salma del giovane sarà portata a casa, dove Michele abitava con genitori e fratello e dove nel pomeriggio sarà allestita la camera ardente. Michele Persico, soprannominato «Rooney» come il campione inglese, era appassionatissimo di calcio dilettantistico.

«La grande passione per il calcio»

«Se qualcuno voleva allestire una squadra per un torneo di calcio bastava che si rivolgesse a lui»

«In Valle Brembana era conosciutissimo per questo – dice l’amico Oscar Gritti –. Se qualcuno voleva allestire una squadra per un torneo di calcio bastava che si rivolgesse a lui». Anche lui aveva giocato a calcio, ma per pochi anni, finché, una decina di anni fa, giocando con l’Oratorio San Lorenzo di Zogno, si ruppe il crociato del ginocchio. Carriera finita, ma non la voglia di appassionarsi alle squadre della valle. Era aiuto allenatore dei Giovanissimi dell’Unione sportiva San Pellegrino. «Era un esempio – dice il presidente dell’Unione sportiva calcio, Stefano Tassis –. Sempre impegnato per i suoi ragazzi». Elettricista, aveva lavorato alla «Sanpellegrino», poi l’assunzione da alcuni anni alla «Scaglia» di Val Brembilla. E il tempo libero per il calcio.

«A Somendenna aiutava nell’associazione “Oasi” – continua Oscar Gritti – e insieme si organizzava il torneo di calcio alla memoria di Paolo Vitali. Lui era il capo delegazione, sceglieva i calciatori da premiare a fine torneo, proprio per le sue competenze. In valle conosceva veramente tutti i giocatori, da Sedrina a Foppolo».

«Era un esempio, sempre impegnato per i suoi ragazzi». Elettricista, aveva lavorato alla «Sanpellegrino», poi l’assunzione alla «Scaglia». Il tempo libero per il calcio.

«Michele mi ha sempre voluto bene – lo ricorda Matteo Ruggeri, di Endenna, terzino dell’Atalanta –. Quando lo vedevo amava scherzare. Apprezzava molto il mio percorso e soprattutto il fatto che fossi rimasto sempre come prima. Quando ci incontravamo, in particolare durante i tornei estivi, mi chiedeva sempre la maglietta o i pantaloncini, per scherzo. Aveva sempre la battuta pronta, era un piacere stare con lui».

A trovarlo senza vita è stata una zia

Anche domenica scorsa Michele l’aveva trascorso al bordo dei campi da calcio. Prima allo stadio Quarenghi di San Pellegrino per seguire la sua squadra di Giovanissimi. Poi per assistere alla partita dell’Accademia Calcio Alta Val Brembana, a Briolo di San Giovanni Bianco e poi in tv l’Inter, con gli amici. Spesso frequentava il bar «Gritti» di Miragolo o il «Saint Laurence» di Zogno, dove tutti lo conoscevano e dove spesso si fermava a vedere le partite di basket Nba fino a tarda notte, altra sua grande passione. Lunedì mattina doveva andare al lavoro. A trovarlo privo di vita accanto al suo letto è stata una zia. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente, ma per il giovane non c’era ormai più nulla da fare. Una tragica coincidenza ha voluto che proprio quella mattina la mamma Cristina tornasse a casa dopo cinque mesi di ospedale al «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo. Le due ambulanze si sono incrociate. Quella di Cristina e quella che, vuota, tornava dalla casa. Michele lascia nel dolore mamma Cristina, papà Marino e il fratello Mauro.

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