«Io, donna autista di bus, lavoro che amo. Ma c’è troppa violenza: basta, mi licenzio»

IL CASO. La scelta di Giuliana Vitali a 57 anni: «Insulti e minacce solo a chiedere il biglietto». Volto ormai noto sulla tratta Piazza Brembana-Bergamo, ora ha presentato le dimissioni.

«L’ultimo episodio ha visto protagonista un passeggero che, a San Pellegrino, non ho fatto salire sul bus perché senza biglietto e che ha cercato di buttarsi contro il pullman e poi si è piazzato in mezzo alla strada, bloccandoci per venti minuti. Ma è solo l’ennesimo caso accaduto a me e ai miei colleghi: per questo ho deciso di dire basta e di licenziarmi. Peccato, perché è un lavoro che amo».

Giuliana Vitali, di San Pellegrino, ha 57 anni, due figli di 37 e 16 anni ed è un autista di autobus di linea: guida da anni il pullman della tratta tra Piazza Brembana e Bergamo. Ma per lei il lavoro era diventato insostenibile: «Ho anche avuto problemi di stomaco e il medico mi diceva: sono problemi psicosomatici – aggiunge –. Infatti poi, quando mi sono messa in ferie e in malattia per una caduta sugli sci, mi è passato tutto. Va bene lavorare: ma ammalarmi per il lavoro proprio no.

«Non torno al lavoro perché non mi sento tranquilla e tutelata»

«Manca la giusta severità verso chi non ci rispetta e siamo alla mercé di tutti. Il fatto poi di essere donna a qualcuno lascia intendere che possa essere più malleabile di autisti uomini. Spesso mi sono sentita dire: tu pensa solo a guidare. So che non sto facendo una scelta facile, soprattutto a quasi 58 anni. E anche perché di alternative non ne ho: potrei forse pensare di andare a guidare gli autobus granturismo per non incappare più nella maleducazione, negli insulti e nelle minacce. Devo dire che il mio titolare ha fatto di tutto per convincermi a restare: ma, davvero, non ci sono più le condizioni».

Gli episodi che l’hanno portata a licenziarsi

Gli episodi che l’hanno convinta non hanno riguardato soltanto lei, ma anche i suoi colleghi: «Un autista malmenato, un altro minacciato. E poi le continue vessazioni nei miei confronti e ingiurie per futili motivi, come fermarsi un metro più avanti rispetto alla fermata. Basta davvero: il clima è decisamente peggiorato negli ultimi anni ed è diventato, per quanto mi riguarda, intollerabile». Giuliana Vitali ha deciso di lavorare come autista di linea a quarant’anni, con una pausa di cinque anni quando ha gestito – come aveva fatto in precedenza, ma a Zogno – un bar a Bergamo. «Poi con il Covid sono stata costretta a chiudere – ricostruisce – e dal 2022 sono tornata al volante. Ho lavorato per Locatelli, Sonzogni, Zani e ora per Piazzalunga di San Giovanni Bianco. Sono sempre stata trattata bene: purtroppo i problemi sono i passeggeri maleducati. Non tanto perché sono donna: al momento qualcuno resta sorpreso, ma poi con tanti ci conosciamo, anche di vista, lavoratori o studenti. Per loro continuerei a lavorare. È per colpa di quei pochi maleducati e ostili che sono arrivata a questa decisione così drastica, nella speranza anche di dare un chiaro segnale su questa problematica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA