Foppolo: la valanga che fece 8 vittime
Un superstite: «Così un amico mi salvò»

Quarant’anni fa di notte un boato fragoroso. Una valanga si staccò dalla montagna e investì 12 edifici. 32 i superstiti che ora raccontano come sono scampati alla morte.

Il suono fragoroso ancora lo ricordano, a 40 anni di distanza. Sono gli scampati alla valanga che nella notte tra l’ 11 e il 12 gennaio del 1977 si abbattè su Foppolo. Morirono 8 persone e il paese venne sconvolto. Di quelle ore drammatiche chi c’era conserva un ricordo nitido perché ogni azione ha fatto la differenza tra la vita e la morte. Fulvio Berera, titolare del ristoratore al «K2», è uno dei 32 superstiti, allora aveva 24 anni e stava spalando la neve vicino casa: «Un amico mi convinse ad andare a dormire, fossi rimasto lì sarei stato travolto».

Fulvio rientra in casa, dove dorme solo la madre (il padre era morto a Natale, pochi giorni prima). «Il tempo di coricarmi e prendere in mano un libro - continua -. Sentii il tonfo della neve che rompeva le finestra ed entrava in casa. Mamma ha iniziato a urlare, l’ho presa e portata in una casa più a valle, al sicuro. Eravamo entrambi salvi. Se fossi rimasto fuori ancora a spalare neve sarei stato completamente travolto dalla valanga. Chissà dove mi avrebbero trovato».

Il distacco all’ 1,40 All’ una e 40, dal monte Arete, un’ enorme quantità di neve, che alla velocità di 350-400 chilometri l’ ora travolse due condomini, un bar, otto abitazioni, la chiesa. Facendo otto vittime, tra cui due bambini di 8 e 12 anni. Tre furono i feriti, 29 i superstiti usciti illesi dalla neve.

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