Cronaca / Valle Brembana
Venerdì 28 Ottobre 2016
Bergamo e la mappa dei terremoti
In 10 anni cinque (lievi) scosse
Sono cinque le scosse di terremoto significative, superiori a magnitudo 3, registrate in provincia di Bergamo negli ultimi 10 anni.
Nella classifica del rischio sismico stilata dalla Protezione civile la Bergamasca è in zona 3: significa che possono verificarsi terremoti, ma in rare occasioni. La valutazione è avallata dai dati registrati negli ultimi anni dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che censisce e pubblica in tempo reale tutte le scosse rilevate dai sofisticati strumenti a disposizione dell’istutito. Come si può vedere nella mappa che L’Eco di Bergamo ha realizzato sulla base dei dati Ingv, i paesi bergamaschi epicentro di terremoti sono stati Trescore balneario nel 2007, Zogno e Valgoglio nel 2010, Albino nel 2015 e Caravaggio nel 2016. Basta puntare il mouse sui cerchi blu per verificare epicentro, data, magnitudo e profondità. Si tratta di eventi che nulla hanno a che vedere con i recenti catastrofici casi avvenuti in Centro Italia. In Bergamasca le abitazioni non sono state danneggiate e nessuna persona è rimasta ferita.
I terremoti si possono prevedere? Oggi è impossibile e anche in futuro, con strumenti sempre più sensibili, sarà molto difficile. Nel caso del Centro Italia però i sismologi avrebbero individuato l’attivazione di una faglia. «Un’ipotesi, se verranno confermate le prime informazioni, è che si tratti dell’attivazione di una faglia probabilmente legata verso Nord a quella che ha generato la scossa dello scorso agosto - spiega Paolo Messina, direttore dell’Igag-Cnr (Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche) -. La forte scossa di terremoto percepita nell’Italia centrale rientra in una dinamica possibile quando si verificano fenomeni come quello che ha avuto il suo momento di più tragico impatto lo scorso 24 agosto». Dopo le due forti scosse del 26 ottobre tra Perugia e Macerata sono state registrate 900 repliche. Considerando il legame fra il terremoto del 26 ottobre e quello nel Reatino del 24 agosto, si calcola che siano avvenute più di 19000 repliche, in un’area che si estende per oltre 60 chilometri da Nord-Ovest a Sud-Est lungo la catena appenninica. Complessivamente dal 24 agosto sono stati registrati circa 330 terremoti di magnitudo compresa tra 3,0 e 4,0, 20 quelli di magnitudo compresa tra 4,0 e 5,0 e 4 quelli di magnitudo maggiore di 5,0.
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