Almè, palestra chiusa dal Comune
«Ma noi abbiamo tutte le autorizzazioni»

Gli accertamenti dei carabinieri in seguito alle lamentele di un vicino del capannone dove era stata aperta un’attività ora ritenuta abusiva e fatta chiudere. Una dei consiglieri dell’associazione cui fa riferimento la palestra: «Siamo un’associazione sportiva dilettantistica senza scopo di lucro, non serve la licenza e anzi all’ufficio tecnico e al Suap del Comune abbiamo sempre mandato tutti i documenti che ci sono stati richiesti per l’avvio dell’attività».

Il Comune di Almè ha chiuso una palestra che, hanno accertato i carabinieri, non era autorizzata. La notifica del provvedimento è scattata nel pomeriggio di venerdì 8 novembre e prevede l’immediata cessazione di qualsiasi attività praticata nei locali situati in un capannone artigianale del paese, in via Riviera. La misura è stata eseguita a seguito degli accertamenti svolti dai militari della Stazione di Villa d’Almé, intervenuti presso l’abitazione di un vicino, che lamentava continui rumori e danni causati dall’attività svolta nella palestra.

Il lavoro dei carabinieri ha permesso di individuare e contestare diverse irregolarità, accertando una serie di violazioni delle norme di pubblica sicurezza: la presidente dell’associazione – una cinquantenne del paese – cui faceva riferimento la palestra l’aveva di fatto aperta, avviando l’attività, senza la licenza del sindaco e la dichiarazione di agibilità del Comune, entrambe obbligatorie. Infine, la palestra è risultata essere priva del previsto certificato di prevenzione incendi rilasciato dai Vigili del Fuoco, motivo per cui il presidente dell’associazione è stato denunciato.

«Innanzitutto non siamo un circolo privato ma un’associazione sportiva dilettantistica – spiega Roberta Pizzigalli, uno dei consiglieri dell’associazione – senza scopo di lucro. I nostri soci, inseriti nel portale Asi (Associazioni sportive e sociali italiane, ndr), pagano una quota che può essere divisa mensilmente o trimestralmente. Per questo genere di associazioni non serve la licenza e anzi all’ufficio tecnico e al Suap (Sportello unico edilizia e attività produttive) del Comune abbiamo sempre mandato tutti i documenti che ci sono stati richiesti per l’avvio dell’attività. Il progetto ha ricevuto parere favorevole dai Vigili del fuoco sulla conformità della normativa antincendio e i criteri tecnici di prevenzione incendi. Quindi il Comune chiude qualcosa che lui stesso aveva autorizzato. Quanto al certificato antincendio, ci manca solo l’uscita di sicurezza ma siamo in attesa della documentazione della proprietà, che non è ancora arrivata».

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