Una vita per la gente di Castelli Calepio: addio all’ingegner Sala: «Politico leale»

Castelli Calepio Il lungo impegno con la sinistra, per anni in Consiglio comunale nelle fila di Rifondazione, si è spento a 64 anni. Il sindaco: «L’avversario più corretto in tante battaglie».

Da un decennio non era più in Consiglio comunale a Castelli Calepio, ma Claudio Sala non aveva mai smesso di combattere per la sua comunità. Ha perso l’ultima battaglia, quella contro la malattia che qualche mese fa si era manifestata: è spirato nella giornata di martedì 2 marzo a 64 anni, nella casa in cui era nato ed era sempre vissuto, a Quintano, dirimpetto alle rovine dell’ex fonderia .

Il sindaco Giovanni Benini l’aveva avuto di fianco, su barricate opposte, nei mandati precedenti alla sua elezione a primo cittadino: «Eravamo agli antipodi come fede politica, ma Claudio era l’avversario che tutti avrebbero voluto: era una persona leale, una bravissima persona. No, non l’ho mai considerato e non è mai stato un nemico. Anche quando non la pensavi come lui, ha sempre portato rispetto ed è sempre stato possibile avere un confronto franco e leale. Castelli Calepio perde una persona di valore che si è impegnata sempre, con forza e correttezza, per la sua comunità. Alla sua famiglia, le più sincere condoglianze».

Claudio Sala, che lascia la moglie Luciana e il figlio Maurizio con Michela e la figlioletta Matilde, oltre al fratello Carlo con la sua famiglia, dopo il diploma all’Esperia si era iscritto alla facoltà di Ingegneria, che aveva frequentato mentre lavorava come operaio . Fin da giovanissimo, si era interessato di politica e sempre dalla stessa parte: a sinistra. Vicino al vecchio Partito comunista, era poi entrato attivamente nelle fila di Rifondazione comunista contribuendo dalla prima ora a organizzare la sede del partito a Castelli Calepio. A lungo in Consiglio comunale, mai in maggioranza, non ha mai smesso di impegnarsi per le battaglie in cui credeva, creando e sostenendo vari comitati di cittadini attorno ai diverse questioni del territorio. In primis, s i era sempre battuto sul fronte della riconversione delle ex Fonderie del Quintano: fin da piccolo aveva visto «sbuffare» i fumi colorati all’epoca in cui regole per il rispetto della salute delle persone e dell’ambiente non ce n’erano ancora . Chiusa la storica fonderia, Sala non aveva appoggiato il progetto di realizzare di un centro commerciale sull’area, aveva però continuato a seguire l’iter dell’opera - mai andata a buon fine - per sorvegliare che venissero fatte, e per bene, le bonifiche (mai completate).

Si è speso, anche grazie alle sue competenze, contro il progetto della cosiddetta «variantina» che il sindaco Benini vuole realizzare a Castelli Calepio: Sala con forza sosteneva che dovesse arrivare la variante alla provinciale 91, il tratto finale.

«Eravamo spesso su fronti diversi – riprende il sindaco – ma con lui era impossibile litigare, era una persona troppo gentile e troppo corretta. Vorrei ricordare anche le tante volte in cui ci siamo impegnati, insieme e su suo intervento, per il sociale: lui era davvero un comunista, di quelli d’altri tempi, che si interessava al bene della povera gente: se c’era qualcuno che non pagava l’acqua e gliela staccavano, veniva da me. Io magari brontolavo, ma a lui non era giusto dire di no. Così, risolvevamo. Voleva bene alla gente davvero». Da qualche mese aveva lasciato lo studio di ingegneria Utp che aveva avviato a Dalmine, ma fino a quando le forze glielo hanno concesso, non ha mai rinunciato alla Messa, ogni domenica. Giovedì 3 marzo i funerali, alle 14,30 nella parrocchiale di Cividino.

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