Rapito in Siria, ultimatum per Zanotti
«Lo uccidiamo entro tre giorni»

Nuovo ultimatum per Sergio Zanotti, il 56enne di Marone scomparso da otto mesi e forse finito nelle mani di rapitori. Per diversi anni aveva vissuto a Sarnico.

«Se il Governo italiano non risponde alle nostre richieste lo uccidiamo entro tre giorni». È il nuovo messaggio, recapitato via Messenger, pubblicato da chi asserisce di tenere in ostaggio il bresciano Sergio Zanotti, 56enne di Marone scomparso da otto mesi e forse finito nelle mani di rapitori in Siria, stando ad un video pubblicato in rete su un sito russo a novembre. A darne notizia l’Ansa.

Nel nuovo messaggio, che porta la data del 16 febbraio, si vede il passaporto di Zanotti con a fianco una pistola. «L’ultimo contatto che ho avuto con lui è quello del 10 maggio alle 16,59. Gli ho mandato via Whatsapp una foto che avevo fatto con nostro figlio di 8 anni. Sergio mi aveva risposto: grazie. Da lì in poi più nulla. Pensavo avesse problemi di collegamento con Internet. Poi ho chiamato la figlia della sua prima ex moglie e ho saputo che era scomparso» aveva detto lo scorso gennaio Yesica Deyanira Guzman De Aza, 36 anni, l’ex compagna dominicana di Zanotti, da Sarnico, dove il 56enne aveva vissuto dal 2010 al 2013. L’ex l’aveva voluta incontrare il 14 aprile, un paio d’ore prima di imbarcarsi per Antalya. «Non posso dirti dove vado, ma se mi succede qualcosa sono contento di averti visto per l’ultima volta», erano state le sue ultime parole.

Nel messaggio, che porta la data del 16 febbraio, si vede il passaporto di Zanotti con a fianco una pistola. Sul caso stanno indagando da tempo i carabinieri del Ros per valutare l’autenticità del primo video e le reali capacità del gruppo che tiene in ostaggio l’italiano e che si definisce «vicino all’Isis e membro di Al Qaeda».

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