Cronaca / Val Calepio e Sebino
Mercoledì 15 Febbraio 2017
«Quel filo di ferro, atto criminale»
La condanna della Federmoto
La Fmi critica verso il sindaco di Rogno: «Le sue parole possono essere invece male interpretate».
«Purtroppo la cronaca ci riporta ancora una volta un episodio criminale ai danni dei motociclisti. Un filo metallico teso fra due alberi ad altezza pilota ha messo a rischio la vita di un ragazzo di sedici anni che stava praticando enduro sulle rive del fiume Oglio, a Costa Volpino. Solo una serie di circostanze fortuite (giro di ricognizione a bassa velocità) hanno impedito che la trappola criminale potesse avere conseguenze tragiche e, per fortuna, il giovane endurista è stato colpito “solo” al torace e alle braccia e non al collo» commenta la Fmi, Federazione motociclistica italiana.
I familiari del giovane hanno manifestato l’intenzione di sporgere denuncia contro ignoti mentre Dario Colossi, Sindaco di Rogno, ha commentato: «Occorre distinguere fra un reato grave e il rispetto delle regole da parte degli enduristi. Spero che chi ha tirato il filo di ferro venga individuato alla svelta e capisca quello che ha fatto. Ma i piloti devono ricordarsi che sugli argini e nei greti dei fiumi, così come nelle strade agrosilvopastorali o nei boschi, con le loro moto non possono circolare».
Chiara e netta la posizione del Presidente Fmi Giovanni Copioli: «Sebbene il rispetto delle regole sia una delle nostre prerogative, la condanna verso questi veri e propri attentati deve essere chiara e senza esitazioni. Sono sorpreso e sconcertato dall’episodio avvenuto in una delle terre di origine dell’enduro ed esprimo la mia vicinanza al giovane coinvolto e alla sua famiglia. Sono altresì sconcertato dalle dichiarazioni del sindaco che dovrebbe avere la tutela dei suoi cittadini come assoluta priorità. Le sue parole possono essere invece male interpretate nei confronti di un vero atto criminale. Da parte nostra, come Fmi, ci muoveremo presso le autorità competenti affinché vengano compiute indagini e che il colpevole non solo “capisca” ma ne paghi le conseguenze. Allo stesso tempo faremo opera di sensibilizzazione presso i Moto Club della zona per mettere in atto azioni di sorveglianza verso questi atti criminali pur nel rispetto delle zone dove è consentita la pratica dell’enduro».
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