«Per il mio Giorgio andremo
davanti alla Corte europea»

Un’azione legale pilota, affinché il Fondo Vittime della strada intervenga anche quando l’assicurazione non è sufficiente a coprire i gravi danni subiti per incidenti stradali. Il caso di Giorgio Grena, 28 anni di Foresto Sparso, è destinato a far giurisprudenza grazie all’azione intrapresa dallo Studio 3A, con sede generale a Venezia.

Giorgio rimase gravemente ferito il 15 maggio 2010 in A4 a bordo di una Mini, condotta da un conoscente, schiantatasi contro un camion in sosta insieme a una Fiat Punto il cui conducente, Salvatore Castaldo, rimase ucciso. Ricoverato a Bergamo e alla Fondazione Maugeri di Pavia, Giorgio è stato seguito in questi anni dalla Clinica Quarenghi di San Pellegrino. Il prodigarsi dei medici e la grande volontà dei familiari (in particolare della mamma Rosa Vigani) hanno portato il 31 marzo 2015 al risveglio di Giorgio dallo stato vegetativo. Quel giorno rispose improvvisamente alla domanda di una cugina mostrando successivamente «una misurabile interazione con l’ambiente circostante».

A riaccendere ora i riflettori su Giorgio è di nuovo lo schianto del 2010, dopo che il giudice tutelare del giovane, con decreto del 18 luglio 2016 firmato dal presidente del Tribunale di Bergamo, Ezio Siniscalchi, ha autorizzato la madre a promuovere l’audace giudizio che dovrebbe arrivare sino alla Corte Costituzionale. L’obiettivo è quello di portare la questione all’attenzione della Corte Costituzionale, con la possibilità di adire la Corte di Giustizia europea. «Giorgio – commenta mamma Rosa – deve lottare non soltanto contro i danni fisici, ma troppo spesso anche contro i meccanismi perversi di leggi e burocrazia. Lotterò sempre per tutelare i diritti suoi e di quanti si trovano nella sua situazione». Tutti i dettagli su L’Eco di Bergamo in edicola il 10 agosto.

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