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Cronaca / Val Calepio e Sebino
Martedì 11 Aprile 2017
Carlo Riva, l’ingegnere del mare
Addio all’uomo dell’impossibile
Si è spento a 95 anni nella sua Sarnico: una vita di successi e di barche dalla bellezza incredibile.
Uomo dell’impossibile, Riva era un uomo impossibile. Ed era un uomo epico, avrebbe scritto bene Hemingway di lui. Lottava e ovviamente ingaggiava battaglie prima di tutti contro Carlo Riva: se riusciva a raggiungere un obiettivo ne metteva sempre davanti un altro, non si accontentava mai. Non si è mai accontentato. Ha chiuso gli occhi e stavolta per sempre, lunedì 10 aprile a 95 anni nella villa di via Predore a Sarnico dove aveva sempre vissuto e dove si è spento lentamente.
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Nessuno è mai riuscito a distoglierlo da quel che aveva in testa. Sul mare aveva visto cose e le aveva messe insieme con l’Italia che aveva voglia di vivere, lasciarsi alle spalle i morti, le guerre, la miseria. Vede la fine delle barche da corsa in legno e vede l’inizio di qualcos’altro: barche per divertisti ad andar per mare. L’uomo dell’impossibile vuole mettere insieme tre cose che fino ad allora insieme non potevano stare: vuole costruire barche da divertimento che stiano in mare come si deve, le vuole fatte a mano quindi artigianali, ma costruite in serie quindi come in un’industria. In più, le barche dovevano essere bellissime, perché il Dopoguerra aveva fame ma anche di bellezza.
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Tritoni, Ariston che gareggiano in bellezza con i più celebri Aquarama, i Rudy e gli Scoiattoli. Ne ha vendute migliaia, celebrate come leggende, le hanno volute attori di Hollywood, magnate, re, regine, appassionati con portafogli e gente che si è indebitata. Mercoledì per salutarlo, Sarnico si fermerà: alle 11 i funerali nella chiesa parrocchiale. Dalla vita Carlo Riva ha avuto tutto, guadagnandoselo. Se n’è andato in pace lasciando magnifici ricordi e la scia della sua luce: l’uomo dell’impossibile ha saputo mettere insieme una vita da leggenda con la saggezza della semplicità. In fondo, lui, voleva solo fare delle belle barche.
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