Tempo libero / Bergamo Città
Mercoledì 30 Settembre 2015
Frida Kahlo fa la maglia?
Viva Vittoria si presenta anche così
Una live performance di Magenta Bergamo per promuovere Viva Vittoria, che sabato 3 ottobre alle 17 torna a Bergamo. Il motto è questo: fare la maglia contro la violenza sulle donne.
«Portate i vostri ferri da maglia o da uncinetto, ma soprattutto portate la voglia di cambiare le cose». Racconta così Patrizia Fratus, artista di Mornico al Serio, il progetto di Viva Vittoria, in programma sabato 3 ottobre dalle 17 ala Galleria Ottobarradieci, in via San Bernardino 8/10 a Bergamo.
Obiettivo è riflettere sulla violenza delle donne attraverso l’arte: saranno quindi realizzati moduli di 50 centimetri per 50 di lana (con tanto di firma), pezzi da unire in progetti d’arte di un metro per un metro collegati da fili rossi. Questi lavori saranno esposti in piazza Vittoria a Brescia dal 22 al 25 novembre. Un progetto nato dalla mente di Patrizia insieme a Cristina Begni, Silvia Lumini, Simona Romele e Cristina Ghidini, bresciane, e che sbarca anche a Bergamo in collaborazione con la Galleria Ottobarradieci.
«È un’idea pensata e realizzata per le donne: non è un lavoro di maglia ma un’azione di condivisione e consapevolezza – continua Patrizia -. Sabato daremo un gomitolo di lana a ciascuna donna e una domanda: chi decide della mia vita?». Da qui la lana: «Abbiamo trovato una metodologia artistica, un tramite estetico che coinvolgesse più persone possibili».
Lavorare a maglia diventa lo strumento per riflettere sulla donna e contro la violenza. Dopo le scarpe rosse, quindi, una nuova installazione: «Coprire significa prendersi cura» è un altro spunto di riflessione: «La presa di coscienza è l’origine del cambiamento – continua Fratus -: la donna deve prima sviluppare dentro di sé la consapevolezza del cambiamento per poterlo mettere in atto. L’arte ha anche la funzione sociale di proporre una possibile nuova idea di società: l’espressione creativa dell’essere umano è la più grande risorsa per raggiungerla».
Già 23 città in Italia hanno aderito a questo progetto, «ma anche due città australiane e da Sarajevo arriveranno i progetti artistici che saranno poi uniti e condivisi». Nascerà così un’opera d’arte relazionale: «I vari metri di lana saranno venduti attraverso le gallerie d’arte: l’intero ricavato andrà a La Dimora, una casa accoglienza per mamme e bambini a Brescia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA