Tempo libero / Bergamo Città
Martedì 04 Giugno 2013
Uno sguardo dall'alto
sul Sentierone
Torna sul Sentierone «Bergamo Immagine». Dal 1° giugno - e fino all'11 giugno - è presente la mostra «Uno sguardo dall'alto. La Lombardia segreta».
Torna sul Sentierone «Bergamo Immagine». Dal 1° giugno - e fino all'11 giugno - è presente la mostra «Uno sguardo dall'alto. La Lombardia segreta»: 40 grandi immagini scelte tra le migliaia che l'arch. Vincenzo Di Gregorio ha scattato sorvolando il territorio con un ultraleggero, un deltaplano dotato di motore che lo trasforma in un autentico esploratore del territorio negli aspetti più segreti.
Una rassegna all'aria aperta, che consente di andare da un pannello all'altro soffermandosi e commentando le fotografie con gli altri passanti. La mostra è stata allestita a cura di Moma Comunicazione, con il sostegno di sponsor come Italcementi Group e Credito Bergamo, e con il patrocinio del Comune di Bergamo. L'anno scorso, con la prima edizione di «Bergamo Immagine», il clou della manifestazione era stata la mostra dedicata a Tito Terzi, storico fotografo della rivista Orobie e un altro esploratore del territorio, ma nel modo più classico. Camminatore instancabile aveva fissato con l'obiettivo non solo i luoghi, ma anche la gente, il lavoro quotidiano, le tradizioni, l'ambiente, la natura: il volto e l'anima più genuini della terra bergamasca.
Con questa mostra la rivista Orobie intende far conoscere ai bergamaschi e a quanti, turisti compresi, percorreranno il Sentierone nelle prossime due settimane, un altro aspetto del territorio: la Lombardia vista dall'alto. Un volto spesso inaspettato perché oltre le barriere delle case, dei capannoni, del cemento e dell'asfalto c'è una Lombardia con tantissimo verde. Distese di campi ben coltivati, parchi, giardini. Le fasce di fitta vegetazione entro le quali scorrono i fiumi, l'Adda in modo particolare.
L'abilità di Di Gregorio non sta solo nell'individuare questi luoghi con il suo ultraleggero: a forza di esperimenti ha messo a punto una tecnica fotografica molto raffinata, che gli consente di arrivare là dove spesso l'indagine dall'alto non si è ancora spinta, come la ricerca di testimonianze del passato, tracce che indicano presenze che prima o poi gli archeologi incominceranno a studiare sul campo, con lo scavo. Il territorio lombardo, come del resto quello dell'intera Penisola (Di Gregorio si è spinto anche al sud nella sua indagine), è ricco di «segni». Con le sue fotografie mostra quello che di solito a livello dell'occhio sfugge o non se ne intuiscono le caratteristiche. A volte lo spunto per Vincenzo De Gregorio è dato dalle singolari geometrie del lavoro dei campi o dalla presenza di industrie. I capannoni vivacemente dipinti che spuntano nella pianura sembrano il frutto di una originale tavolozza. E altrettanto dai pennelli di un pittore che si diletta con l'azzurro in tutte le sfumature sembrano uscire le vasche di un'azienda che produce la calce. E poi c'è la natura a dare spettacolo. Flash inaspettati quando l'ultraleggero con De Gregorio si libra al di sopra di uno stormo di gabbiani che, in formazione, sorvolano il fiume Adda verso il tramonto. Dove stanno andando?
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