«Spero di tornare presto». Una frase ricorrente in molte missive dal fronte, ma anche il titolo della particolare mostra che si tiene a Gandino dal 29 ottobre al 7 novembre nella Sala Ferrari di Piazza Vittorio Veneto. A curare l'esposizione, patrocinata dal Comune nell'ambito delle celebrazioni per il IV novembre, è il Gruppo Filatelico Valgandino e in particolare Pino Cazzaro, che ha pazientemente raccolto e catalogato centinaia di cartoline spedite dal fronte dai soldati gandinesi nel corso della Grande Guerra del 1915-18.
La raccolta comprende circa 300 cartoline, esposte in originale, che presentano una galleria infinita di soggetti. Si ripetono all'infinito i panorami di Trieste e Venezia, vicine al fronte, i prestampati con le insegne sabaude oppure vignette e foto al limite della goliardia, come quella che ritrae un soldato che porta sulla schiena con orgoglio un cannone completo di affusto del peso di circa 400 chilogrammi.
I più fortunati, magari non impegnati in prima linea, avevano modo di scattare immagini grazie a fotografi pionieri, che poi le stampavano su cartoline postali. E' il caso di Mario e Gigio Pasini, fratelli telegrafisti a Firenze nel 1916. La mostra corona un percorso di memoria cui già negli scorsi anni il lavoro della Commissione Cultura del Comune aveva dato un importante contributo, recuperando le foto di tutti i 93 caduti gandinesi della Grande Guerra, cui si sommano quelli di 9 combattenti di Barzizza, al tempo comune autonomo. Alla base del lavoro c'è un libretto, stampato nel 1920, con mezzi di fortuna, dalla tipografia dell'Oratorio per iniziativa di don Paolo Bonzi: riporta la foto e una breve memoria di ciascuno dei caduti. La riproduzione, suddivisa a pannelli, sarà esposta sullo scalone del Salone della Valle attiguo alla Mostra.
La mostra verrà inaugurata sabato 29 ottobre alle 17. Resterà aperta dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 17 il 30 ottobre e nei giorni 4, 5 e 6 novembre. L'1 e il 7 novembre apertura solo al mattino. Esposti anche documenti e cimeli di proprietà del locale Gruppo Alpini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA