Ucraina : sospiro di sollievo
L’infermiera del tweet è viva

È diventata il simbolo delle drammatiche violenze in piazza Maidan, a Kiev: Olesya Zhukovskaya, un’infermiera ucraina di 21 anni, ha vinto la sua battaglia per la vita. «Sono viva», ha twittato venerdì mattina, dopo ore di angoscia sulla sua sorte.

È diventata il simbolo delle drammatiche violenze in piazza Maidan, a Kiev: Olesya Zhukovskaya, un’infermiera ucraina di 21 anni, ha vinto la sua battaglia per la vita. «Sono viva», ha twittato ieri mattina, dopo ore di angoscia sulla sua sorte, e dopo che era stata data per morta. Ha poi ringraziato chi ha pregato per lei, e precisato che secondo i medici le sue condizioni sono «stabili».

«Scusate se non rispondo al telefono, mi fa male la gola e non riesco a parlare», ha poi aggiunto nel pomeriggio, dopo aver ricevuto numerose telefonate, presumibilmente da parenti, amici e dai giornalisti desiderosi di avere una sua dichiarazione.

Venerdì 21 febbraio il tweet «Muoio» aveva fatto il giro del mondo, dopo le tragiche notizie arrivate da Kiev, con quasi cento vittime tra manifestanti antigovernativi e poliziotti. Pettorina della Croce rossa, caschetto in testa, voleva soccorrere le decine di feriti che da martedì sono tornati a insanguinare le strade della capitale ucraina.

All’improvviso un proiettile l’aveva colpita al collo e la giacca bianca era diventata rossa, rossa come le rose del suo profilo. Olesya si era subito accasciata a terra, ma poi si era rialzata in fretta e, mentre con una mano cercava di tappare la ferita, con l’altra prendeva il cellulare per scrivere quello che pensava sarebbe stato il suo ultimo tweet.

La scena è stata immortalata in una foto che in pochi minuti ha fatto il giro del mondo, come il giro del mondo ha fatto il messaggio della giovane infermiera: sul suo profilo migliaia di persone hanno iniziato a chiedere notizie, a postare immagini, a insultare il presidente Viktor Ianukovich.Poco dopo la notizia della sua morte, smentita ore più tardi dai dimostranti dell’opposizione. «È attaccata a un respiratore, ma è viva», e poi ancora: «L’operazione è riuscita». Su alcuni siti sono comparse le dichiarazioni dei genitori. Fino all’account di Euromaidan: «Olesya Zhukovskaya è ferita gravemente, ma viva» Le sue condizioni sono «stabili, cerco di mangiare», ha scritto nella serata di ieri la ragazza, che ha cercato di comunicare con i suoi amici più cari.

Olesya è viva, non è diventata la Neda Agha-Soltan ucraina, la ragazza iraniana uccisa nel corso delle proteste a Teheran nel 2009, il cui volto fece il giro del mondo. Ma ha confermato che nella società globalizzata milioni di persone possono vivere e condividere in tempo reale emozioni, drammi, sogni e incubi. Un’onda iniziata proprio a Teheran nel 2009 grazie a Twitter.

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