Un Paese molto attivo, ma i risultati sotto la media europea chiedono un maggiore impegno e precisione nel percorso che porta ai finanziamenti europei. È l’estrema sintesi sulla partecipazione delle imprese italiane a Horizon 2020, il programma dell’Unione europea (UE) per la ricerca e l’innovazione che ha erogato tra il 2014 e il 2020 circa ottanta miliardi di euro (molti a fondo perduto) in ricerca e innovazione, finanziando (attraverso i suoi numerosi bandi) aziende e centri di ricerca in tutta l’Ue.
Tra il 2014 e il 2020 l’Italia ha ricevuto dall’UE complessivamente per la ricerca e l’innovazione 8,8 miliardi di euro: 4,2 miliardi da H2020, i restanti dai due fondi strutturali europei di sviluppo regionale (Fesr) e agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).
Alta partecipazione ma poca preparazione
Analizzando il volume curato da Serena Borgna e Matteo Sabini per l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (Apre) sulla partecipazione italiana a Horizon 2020 (dati aggiornati al marzo scorso), l’Italia è un Paese saldamente e stabilmente ai primi posti per partecipazione (quinto Stato per contributo finanziario, quarto per numero di partecipazioni).
La qualità e le idee innovative non mancano di certo alle nostre imprese, ma pare necessario conoscere più nel dettaglio l’iter dei bandi europei, curando nei minimi dettagli tutti gli aspetti.
Analizzando oltre 800 call, sono stati firmati 27.330 Grant Agreement, e con circa 86 mila progetti presentati, l’Italia è seconda solo alla Spagna, avendo superato Regno Unito e Germania, e a seguire i quattro rimanenti Paesi UE-8 (Francia, Olanda, Belgio e Svezia).
A fronte di tale attivismo, i progetti italiani vincenti sono stati 12.561 (il 9,4% dei 133.195 beneficiari totali) con un tasso di successo del 13,1%, il più basso tra gli UE-8. Dei circa 51 miliardi finanziati (sempre a marzo 2020), 4,2 sono finiti nelle casse delle imprese italiane (8,3% del contributo totale), con un tasso di successo (finanziario) del 11,1%.
I bandi più importanti per le nostre start up e pmi riguardano il Consiglio europeo per l’innovazione, tramite i bandi Accelerator, Pathfinder, Eurostars e Thematic priorities.
Percorso difficile ma possibile
Un percorso difficile, ma possibile, come ci confermano due realtà fortemente innovative che sono riuscite con pieno merito a conquistare i fondi europei di H2020: ML Engraving di Onore, alta Valle Seriana, e UpSurgeOn di Assago, Milano.
L’esempio di ML Engraving...
Fondata nel 1999, sede nel bel paese a pochi chilometri dalla Presolana e dal monte Pora, ML Engraving sviluppa e perfeziona la tecnologia laser nel settore degli stampi. In pochi anni, grazie anche ai finanziamenti dei bandi Eu, la società ha conquistato posizioni di primo piano all’interno del mercato europeo, nonostante la collocazione decentrata rispetto ai grandi distretti produttivi.
Una scelta, quella di restare a Onore, voluta dai fondatori, che ha fatto bene all’azienda ma anche alla valle. Tra soci, dipendenti e collaboratori, il team di ML Engraving è infatti oggi composto da 50 persone (una decina assunte negli ultimi due anni: ma visti gli ordinativi, se ne prospettano altre) e dispone di 18 macchine laser divise su tre business units, dedicate a rispondere a esigenze specifiche di diversi mercati.
«ML Engraving - spiega l’Ing. Ersilio Lodetti, project manager per i bandi europei e responsabile finanziario per ML Engraving - è stata la prima Pmi italiana ad aver vinto sia fase 1 sia, soprattutto, fase 2, con SME Instrument, programma di finanziamenti dell’UE specificamente destinato alle Pmi per sostenere le attività di ricerca e di innovazione sia dal punto di vista economico che di accesso a servizi e costruzione di network. Dal 2014 abbiamo vinto in totale sette progetti europei (alcuni in corso), cinque dei quali al primo tentativo».
«Attualmente - prosegue Ersilio Lodetti - siamo coinvolti in due progetti europei: MouldTex (soluzione al problema dell’attrito nelle guarnizioni dinamiche, montate su organi di movimento e attuatori) e Co-Versatile (prototipo di mascherina con innovative caratteristiche essenziali risolvibili anche mediante le texture superficiali), quest’ultimo con l’obiettivo di ottenere un processo lineare, adatto alla maggior parte dei macchinari per permettere la creazione di micro-filiere territoriali che possano convertire la produzione in 48 ore in caso di emergenze».
Entrambi i bandi hanno ottenuto in totale fondi per oltre cinque milioni ciascuno, suddivisi poi tra i vari partner di progetto. È importante sottolineare che i finanziamenti vengono calcolati in base alle previsioni di spesa dei partner e che ciò che viene concesso è interamente investito nel progetto in termini di macchinari, strumentazione, fornitori, personale e spese di promozione dei risultati.
... e della start-up UpSurgeOn
UpSurgeOn è invece una start-up innovativa con sede ad Assago (Milano), che conta sulla collaborazione di un team di oltre 20 persone con una forte componente tecnico-scientifica. Fondata tre anni fa da Federico Nicolosi e Giannantonio Spena, entrambi noti neurochirurghi, ha quale mission quella di rivoluzionare la formazione in ambito neurochirurgico per poi estendere il processo ad altre discipline mediche.
La start up ha sviluppato UpSurgeOn Academy, prima piattaforma di simulazione ibrida che integra strumenti digitali e fisici per la formazione neurochirurgica. «La piattaforma - spiega Paolo Raimondo, socio e direttore generale di UpSurgeOn - include una serie di App 3D (Educational Apps) disegnate per integrare l’insegnamento dell’anatomia e della chirurgia ai percorsi standard di formazione accademica. La prima app (Skull Atlas), di fatto un atlante in 3D del cranio estremamente realistico e dettagliato, è stata scaricata da 700mila persone, studenti, specializzandi, medici, professionisti sanitari di tutto il mondo».
«Alla app si somma la parte fisica, ovvero modelli che riproducono i tessuti e gli scenari operatori in maniera iper-realistica. È il caso della scatola cranica con tutto il suo contenuto, realizzata nei minimi particolari (nell’ordine del decimo di millimetro), partendo da uno studio approfondito su testi scientifici e una progettazione software in 3D».
Nel video:Paolo Raimondo, socio e dg di UpSurgeOn ci spiega il progetto con cui l’azienda si è aggiudicata 1,2 milioni di finanziamenti Eu e perchè è bene puntare sui bandi europei
Il progetto (valore complessivo di 1,7 milioni di euro) si è già meritato un finanziamento dell’Unione europea di 1,2 milioni di euro. Ma la Start up è in pista per un altro finanziamento di 2 milioni di euro.
«Il Percorso dei bandi è difficile - osserva il dg Raimondo -, anche noi siamo passati da alcuni stop. Ma c’è totale trasparenza e meritocrazia, le osservazioni aiutano a capire dove si è più deboli, è bene farsi aiutare da professionisti del settore. Bisogna essere determinati, insistere. con un punteggio appena sotto la soglia richiesta abbiamo capito che eravamo sulla strada giusta, abbiamo affinato alcuni passaggi e alla fine siamo stati premiati».