Prenderà il via il 29 luglio alle 17.30 il secondo webinar che Skille ha organizzato per illustrare ad aziende e imprenditori le possibilità offerte dai finanziamenti che si possono ottenere a seguito della pandemia, alcuni dei quali a fondo perduto, per rilanciare l’attività sia in Italia che sui mercati internazionali.
Il bando di finanziamento alle imprese che il webinar illustrerà nei dettagli per meglio coglierne le opportunità di finanziamento è quello pubblicato da Regione Lombardia con il titolo «Ecommerce 2020» , bando per impostare strategie digitale di export per le micro, piccole e medie imprese - di cui parliamo qui sotto in un articolo di approfondimento -. Il bando durante il webinar sarà oggetto del dialogo fra la nostra redazione e gli esperti di Europartner in diretta alle 17,30 di mercoledì 29 luglio.
Attraverso la piattaforma Zoom, sarà possibile porre domande di chiarimento sulle caratteristiche, requisiti e le modalità per presentare le domande di finanziamento.
Per partecipare agli webinar bisogna innanzitutto registrarsi alla community di Skille
Nei prossimi giorni si riceveranno tutte le indicazioni e nell’imminenza dell’incontro vi verrà inviato il link per partecipare.
Lo webinar può essere seguito da ogni strumento digitale: computer, tablet, smartphone. Se non si è mai utilizzata la piattaforma Zoom, la prima volta che si utilizzerà il link di invito, si avvierà automaticamente una procedura per scaricare sul proprio strumento l’applicazione necessaria al collegamento. Si tratta di una procedura molto semplice e rapida, che non richiede particolari conoscenze informatiche.
Una opportunità per le micro imprese
I mercati esteri, in particolare alcune piazze europee, hanno retto meglio il contraccolpo dell’emergenza sanitaria, ma è qui che la concorrenza sorpassa l’Italia in termini di capacità digitale.
Il Bel Paese, però, ha un asso nella manica, anzi due, per compensare la congiuntura sfavorevole: il brand «Made in Italy» e la possibilità di avviare un processo di digitalizzazione strutturato, contando su bandi di finanziamento in grado di dare la spinta iniziale a quelle imprese che ancora non hanno esperienza nella vendita online o di sostenere ulteriormente quelle aziende che avendo già un progetto di digital export, intendono fare un passo in avanti.
Consulente e docente in Digital business development e Marketing management per l’impresa internazionale nell’era dei new media e del digital marketing all’Università di Bergamo
«In tutti i casi – afferma Federica Perletti, consulente e docente in Digital business development e Marketing management per l’impresa internazionale nell’era dei new media e del digital marketing all’Università di Bergamo – un percorso di digital marketing non può prescindere da una visione nel lungo periodo, pena il fallimento della strategia e soprattutto degli investimenti». Fondamentale è partire dai dati e da uno studio di fattibilità del progetto affinché un’idea trovi conforto nella concretezza: «Un’analisi di fattibilità è tutt’altro che uno strumento teorico, come spesso si tende a credere – sottolinea l’esperta proprio di strategia digitale per l’e-commerce – permette di avviare il progetto vero e proprio, solo se ha le caratteristiche per assicurare un effettivo sviluppo del business dell’azienda. Il digital export non può essere concepito come una velleità dell’impresa che vuole essere online, ma deve essere ideato e applicato per avere successo nel tempo, anche per avere un ritorno dell’investimento iniziale».
L’analisi di fattibilità è tra le voci di spese ammesse dal bando «Ecommerce 2020» di Regione Lombardia, strumento pensato per finanziare progetti di micro, piccole e medie imprese interessate al digital export: «Pensiamo ad esempio a un’azienda che non ha ancora un e-commerce – spiega Perletti – e che finora non ha avuto la capacità economica di avviarlo. Ora potrebbe sfruttare questa opportunità per proseguire l’attività di vendita all’estero, attraverso gli intermediari, i grossisti e importatori esteri, avendo già la capacità organizzativa di distribuire grandi quantità di merce. Si tratta quindi di un modello che non intende raggiungere il singolo consumatore, perché ciò implicherebbe un significativo impegno organizzativo, basti pensare alla predisposizione del post-vendita».
Occasione di crescita per molti settori
L’azienda, contando sul bando di finanziamento, potrebbe quindi avere un aiuto nel realizzare una piattaforma di proprietà: «In questo modo la modalità digitale conterà sulla proposta di mercato che l’azienda stava già offrendo, ma soltanto offline».
Sono diversi i settori che potrebbero trovare interessante questa soluzione. «Vino e industria dell’alimentare confezionato, ad esempio – afferma -. Più in generale realtà aziendali che già vendono all’estero attraverso grossisti importatori. Vale anche per i semilavorati, intesi come il settore idraulico e delle guarnizioni, dove il prodotto fa parte di un componente finale, i ricambi e prodotti standard e il mondo del sub fornitori, come l’accessoristica e il mercato dei motori».
Altro scenario riguarda le imprese che hanno già un e-commerce e vendono al mercato italiano, direttamente al consumatore: «In questo caso l’azienda dovrà procedere con alcune modifiche per ampliare uno strumento che già in essere – continua Perletti – normalmente sono imprese che inizialmente hanno deciso di concentrarsi sul mercato interno, ora hanno la possibilità di rivolgersi all’estero, senza modificare l’assetto logistico, ma intervenendo sulle condizioni economiche di consegna con il fornitore, sull’organizzazione della post vendita e della piattaforma per assicurare una user esperience calibrata sulle caratteristiche del mercato in cui si intende avviare nuovi business».
Terzo scenario, riguarda il business-to-business, ma che vuole raggiungere anche i consumatori finali senza adottare un proprio strumento: «In questo caso è possibile sottoscrivere un contratto con un market place, come ad esempio Amazon che permette di rivolgersi sia al consumatore finale, con il canale tradizionale, sia al business attraverso, per l’appunto, Amazon Business. Vale, per esempio, al produttore di vino che arriva al mercato estero attraverso un’altra azienda, un negozio, la grande distribuzione o al consumatore. Oppure il food, l’arredamento, la cura della persona».
In tutti i casi «trainante sarà il Made in Italy – conclude – brand che all’estero rappresenta ancora una forte leva, soprattutto in questo momento. Fondamentale sarà anche la capacità di veicolare i giusti messaggi, attraverso strategie di digital marketing».
Tutte le spese ammesse al finanziamento di «Ecommerce 2020»
- Il progetto per il lancio del servizio
È il primo passo. Fra le prime spese ammesse al contributo spicca l’analisi di fattibilità del progetto, a partire dalle esigenze di adeguamento amministrativo, organizzativo, formativo, logistico, di acquisizione di strumenti e servizi. Segue la formazione del personale.. - La piattaforma tecnologica
L’acquisizione di forme di smart payment sono il secondo pilastro del progetto. A cui seguono progettazione, sviluppo e manutenzione di sistemi e-commerce proprietari (siti o app mobile), anche per quanto riguarda la sincronizzazione con canali marketplace di terzi. - Posizionamento sui canali e-commerce
Previsto il contributo per il sostegno al posizionamento dell’offerta sui canali commerciali digitali prescelti verso i mercati esteri selezionati. In questo senso rientra la progettazione, sviluppo e manutenzione di piattaforme di AR Business commerce, come simulatori 3D olografici. - L’interattività con i sistemi informatici aziendali
Finanziati i progetti di raccordo tra le funzionalità operative del canale digitale di vendita prescelto e i propri sistemi Crm. Subito dopo automatizzazione delle operazioni di trasferimento, aggiornamento e gestione degli articoli da e verso il web. - La protezione e sicurezza dei dati
La sicurezza rientra fra i contributi ammessi per sostenere spese destinate alla protezione e registrazione dei marchi e degli articoli compresi nel portafoglio prodotti nei mercati di destinazione prescelti. - Comunicazione e informazione, leve di marketing
Campagne digital marketing e attività di promozione sui canali digitali (massimo 20%) sono strategiche per il lancio. Decisiva la comunicazione, informazione e promozione per il canale export digitale, con riferimento al portafoglio prodotti, ai mercati esteri.
Gestore progetti di Europartner