Fonti energetiche rinnovabili già ora in uso su larga scala, come il fotovoltaico, il solare termico, il pellet, consentono di contenere le bollette. Un’opportunità da cogliere al volo in questo momento storico, segnato dai prezzi elevati delle fonti fossili. Ne parliamo con Gianni Silvestrini, già ricercatore al Cnr e al Politecnico di Milano, direttore generale del ministero dell’Ambiente, dove vent’anni fa promosse il programma «10 mila tetti fotovoltaici», e consigliere scientifico del ministero dello Sviluppo Economico. Oggi è direttore scientifico del Kyoto Club e della rivista QualEnergia.
Un milione di tetti fotovoltaici in Italia
«La diffusione dei tetti fotovoltaici in Italia, dove ne sono già stati installati più di un milione, sta aumentando rapidamente. Impianti di maggiore dimensione, come i parchi eolici e le centrali solari, sono necessari per raggiungere gli obiettivi ambiziosi della Commissione europea per il 2030. Il piano “RePowerUe”, per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde, prevede di innalzare al 45% la copertura con le rinnovabili dei consumi energetici finali di luce e riscaldamento al 2030. Raggiungere questo traguardo significa avere almeno l’80 per cento di elettricità da fonti rinnovabili». La situazione creata dalla guerra in Ucraina accelera ulteriormente quanto già previsto per la mitigazione della crisi climatica connessa con le emissioni di gas serra. Il piano «Pronti per il 55%» punta, nel quadro del «Green Deal» europeo, a ridurre le emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2030 e a conseguire la neutralità climatica, cioè zero emissioni nette, entro il 2050.
Le imprese puntano a traguardi molto ambiziosi
«L’Italia – spiega Gianni Silvestrini – è bloccata sul livello del 38 per cento di elettricità verde dal 2014. Qualcosa, però, sta cambiando: nel primo trimestre del 2022 sono stati installati 377 MW fotovoltaici, il doppio rispetto all’anno precedente. Questa accelerazione è sufficiente? No di certo, considerando gli obiettivi da raggiungere. È confortante che anche il mondo delle imprese punti a traguardi molto ambiziosi. Elettricità Futura, l’associazione confindustriale del settore, si è dichiarata disponibile a installare 60 GW rinnovabili in tre anni, un risultato che consentirebbe di dimezzare le importazioni di gas russo. Il problema italiano è autorizzativo, un blocco dovuto alle istituzioni e, in parte, a opposizioni locali. Un’assurdità resa palese dalle richieste di allacciamento di impianti rinnovabili alla rete ricevute da Terna, giunte a ben 130 GW. L’attuale emergenza e i nuovi obiettivi europei stanno imponendo un deciso ripensamento del modello autorizzativo. Penso che già dal 2023 si vedranno notevoli semplificazioni. Le Sovrintendenze interverranno nelle aree tutelate, ma non potranno fermare lo sviluppo delle rinnovabili».
In Europa bene l’eolico, il solare deve recuperare
Oggi l’Europa ha un’ottima posizione per l’eolico, ma deve recuperare per il solare. La Cina e altri Paesi asiatici sono diventati rapidamente il principale centro produttivo fotovoltaico nel mondo. Ora la pandemia e la guerra hanno spinto ad aumentare la capacità produttiva autonoma. «La tendenza si sta già manifestando sul fronte delle batterie, con la costruzione di diverse “Giga factories” in Europa e in Italia. Una ripresa industriale è iniziata anche per il solare. L’Enel sta potenziando l’azienda 3Sun a Catania portando la capacità produttiva fotovoltaica da 200 a 3.000 MW. Il Pnrr prevede 1,1 miliardi per gli impianti agrivoltaici. In Europa la transizione energetica avanza. In Spagna, Portogallo e Irlanda un terzo della domanda elettrica è già soddisfatta con il solare e l’eolico. I prossimi dieci, vent’anni vedranno una forte accelerazione: diversi Paesi, tra cui la Germania, puntano al 100% di elettricità da rinnovabili al 2035. L’Italia deve seguire il passo».
Oggi le tecnologie rinnovabili sono più economiche anche su grande scala, come dimostra il confronto curato da anni dalla banca d’affari americana Lazard. Un’opportunità da cogliere soprattutto per le imprese
La crisi climatica
La crisi climatica è connessa con le emissioni di gas serra di origine antropica dalla rivoluzione industriale in poi, con un’ulteriore accelerazione negli ultimi decenni. Oggi la CO2 in atmosfera ha superato le 420 parti per milione: erano 270 nell’Ottocento. Il 73,2% dei gas serra è emesso dall’energia, di cui nel mondo l’80% è di fonte fossile: carbone, petrolio, gas.
2050: emissioni zero in Europa
L’Unione Europea, con il Green Deal, si è posta l’obiettivo ambizioso di diventare il primo continente climaticamente neutro entro il 2050, cioè con il saldo zero tra gas serra emessi e riassorbiti. Un traguardo irraggiungibile senza le energie rinnovabili. Il primo passo è il taglio delle emissioni del 55% entro il 2030, previsto dal piano «Fit for 55», «Pronti per il 55».
22,1%: le rinnovabili oggi in Italia
Nell’Ue tra 2004 e 2020 il peso delle rinnovabili sul consumo finale lordo di energia ha raggiunto il 22,1% del totale. Entro il 2050 dovrà arrivare a circa due terzi. In Italia nel 2020 le fonti pulite hanno coperto il 20,4% dei consumi energetici totali, il 19,9% contro il 23,1% europeo nel settore termico, il 38,1% contro il 37,5% europeo in quello elettrico. In Italia l’idroelettrico contribuisce al 41% della produzione elettrica rinnovabile; seguono solare (21%), eolico (17%), bioenergie (17%) e geotermia (5%).
Scopriamo tutte le fonti pulite
Elettricità e calore dai raggi del sole
L’energia solare si ricava attraverso i pannelli fotovoltaici, che trasformano i raggi del sole in elettricità, oppure attraverso gli impianti solari termici, che forniscono l’acqua calda per i consumi domestici o per il riscaldamento.
Le pale sfruttano la forza cinetica del vento
L’energia eolica è generata da pale e turbine che, collocate in mare o in altri luoghi particolarmente esposti al vento, sfruttano la forza cinetica del vento per produrre energia meccanica, da cui si genera poi quella elettrica.
Il calore naturale del sottosuolo trasformato in elettricità
L’energia geotermica sfrutta il calore naturale del sottosuolo, trasformato in elettricità dalle centrali geotermiche. Il meccanismo funziona solo in determinati luoghi. In Italia zone ad alta geotermia sono in Toscana.
Energia dalle masse d’acqua in movimento
L’energia idroelettrica è prodotta trasformando quella cinetica della masse d’acqua in movimento in elettricità. Le dighe garantiscono l’accumulo della risorsa. Le centrali idroelettriche sono costruite soprattutto in montagna.
Biomasse per generare calore, elettricità, combustibili liquidi
L’energia da biomasse si produce da residui legnosi, scarti agroalimentari, rifiuti organici urbani, reflui di allevamenti tramite processi di combustione. Permette di generare calore, elettricità e combustibili liquidi per i trasporti.
Energia e calore dal movimento degli oceani
L’energia oceanica sfrutta il movimento di correnti, maree, onde, per produrre energia elettrica. Negli oceani si può produrre anche energia termica dal riscaldamento delle acque provocato dai raggi del sole.