C’è molta Agenda 2030 nel piano dell’Unione Europea “Next Generation Eu” e, in particolare, ci sono i contenuti dell’obiettivo 9, che si propone di costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile. La Commissione Europea, indicando le priorità, ha segnalato agli Stati la necessità di investire nel digitale e nella modernizzazione delle infrastrutture. La ricerca è la chiave per far ripartire l’economia, fiaccata dalla pandemia, con soluzioni orientate verso gli obiettivi di taglio delle emissioni previsti dall’Accordo di Parigi sul clima.
La Commissione chiede agli Stati di riservare almeno il 20 per cento delle risorse del fondo all’innovazione digitale che, migliorando la connettività attraverso la diffusione della banda larga e del 5G, può consentire di colmare i ritardi in settori essenziali per la ricostruzione e la resilienza, come l’agricoltura, i trasporti, la salute, la scuola.
Svolta europea e nuovo governo italiano
C’è moltissimo dell’Obiettivo 9 nel nuovo governo Draghi, dove un ministero si occuperà di Innovazione tecnologica e transizione digitale, uno della Transizione ecologica, mentre a Infrastrutture e trasporti è stato designato il cofondatore dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), Enrico Giovannini. La svolta promossa con i fondi “Next Generation Ue” segue un anno particolarmente negativo sull’obiettivo 9 per le conseguenze del Covid. La pandemia ha accelerato, da un lato, cambiamenti e innovazione, dall’altro ha approfondito le ineguaglianze tra Paesi e persone.
Gli investimenti nella ricerca
L’esperienza ci racconta di un aumento esponenziale del ricorso ai dispositivi digitali per lo studio, il lavoro e il tempo libero. Già nel 2019, il 93% del pianeta era raggiunto dalla copertura mobile, ma solo il 54% della popolazione mondiale aveva accesso a Internet. La percentuale sale decisamente in Europa con il 90% e la quasi totalità dei Paesi nordici, per scendere all’85% in Italia, dove molte zone, specialmente al Sud, soffrono gravi ritardi in materia di connessione. Il digitale è un motore di innovazione e sviluppo. L’Onu calcola che, nel mondo nel 2019, si siano investiti nella ricerca 2.246 miliardi di dollari, pari all’1,72% del Pil globale.
L’investimento è maggiore in Europa, 2,2%, e minore in Italia, dove sono stati investiti 9.613.166 milioni di euro e solo l’1,45% del Pil è dedicato alla ricerca.L’ingegno, però, non è frenato: nel 2020, 4.456 dei 66.459 brevetti europei sono stati depositati in Italia. A Bergamo 92 i brevetti, quasi il doppio rispetto ai 55 del 2018. La nostra provincia si dimostra vivace anche per numero di start up innovative. Secondo la Camera di Commercio, nell’anno della pandemia ne sono nate 55, per un totale di 300 sulle 12.092 italiane.
La sostenibilità il punto di forza di Covestro
L’innovazione è l’elemento chiave della produzione industriale, in particolare per un’azienda chimica come Covestro che fa della sostenibilità il punto di forza. La multinazionale tedesca, che ha a Filago la sede italiana, impiega oltre 72 mila dipendenti in 33 impianti industriali nel mondo, con una produzione indirizzata a una vasta gamma di settori, dall’automotive all’elettronica, al medicale. La ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie per minimizzare l’impatto ambientale è un’esigenza economica e un motore di sviluppo. «L’innovazione dei materiali ci consente di promuovere lo sviluppo sostenibile di un numero infinito di prodotti e di tecnologie che utilizziamo nella vita di ogni giorno» dichiara l’azienda. «Ci consideriamo pionieri innovativi dell’industria chimica del futuro». Un esempio di questa politica è lo sviluppo di un indurente, solitamente prodotto con materiale di origine fossile, realizzato in Covestro con materie organiche e rinnovabili, riducendone l’impronta ecologica. Per migliorare le tecnologie 5G, massimizzare le trasmissioni e rimuovere dalle componenti il calore prodotto dal consumo di energia, Covestro ha realizzato i policarbonati Makrolon, caratterizzati da durabilità, duttilità e leggerezza che li rendono adatti a sostituire i metalli, riducendo costi e peso. Dal 2014 nel mondo del digitale la tecnologia mobile ha superato le postazioni fisse; si prevede che, entro il 2025, l’88% dei contratti riguarderà apparecchi mobili. La velocità dei cellulari sarà triplicata. La connessione risulterà sempre più importante non solo per la comunicazione, ma anche per lavoro, casa e salute.
Tutti gli obiettivi minuto per minuto: dati e valutazioni
Qual è il Paese più avanzato nel conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030? Quello più arretrato? In che cosa è forte l’Italia? Come si comportano gli altri grandi Paesi europei? Per rispondere a queste domande si può consultare il sito https://dashboards.sdgindex.org. Per dati aggiornati quotidianamente, sdgstoday.org, sito lanciato da Un Sdsn Nord Europa, la rete per lo sviluppo sostenibile con oltre 60 centri universitari dei Paesi nordici. È possibile accedere alla mappa globale del pm 2.5, con le rilevazioni del giorno; si possono leggere le misure sociali intraprese dagli Stati per rispondere alla pandemia (obiettivo 1): il Guatemala ne ha introdotte 12 come il Giappone, di cui una per famiglie e bambini, l’Italia 20 ma nessuna relativa a congedi per maternità e paternità.
Oppure si può verificare che le scuole (obiettivo n. 4) sono chiuse in diverse zone della Cina e in India ma sono aperte in Vietnam. Lo strumento non soddisfa solo la curiosità ma dimostra le potenzialità della rete per trasparenza e disponibilità di informazioni fondamentali per l’attività di politici e amministratori, ma anche per i cittadini, chiamati a conoscere, confrontare e valutare le performance dei governi. Per consentire l’autovalutazione dell’impatto degli obiettivi globali, il network, in collaborazione con il Göteborg Centre per lo sviluppo sostenibile, ha messo on-line “Impact Assessment Tool”, uno strumento gratuito destinato a ricercatori, imprenditori, società civile e enti pubblici per misurarsi sulla sostenibilità. «Lo strumento offre un modo strutturato per descrivere l’impatto di un’organizzazione o di un progetto sugli obiettivi globali» spiega Anders Ahlbäck, responsabile dell’iniziativa che, dal lancio a febbraio 2020, ha già richiamato l’attenzione di oltre 5 mila utenti. Rendere l’Agenda 2030 un riferimento reale per traguardi concreti: una necessità che ha portato anche il Jrc, il centro di ricerca dell’Unione Europea con sede a Ispra, a pubblicare una guida alla revisione delle politiche degli enti locali nell’ottica degli obiettivi globali, ”European Handbook for Sdg Voluntary Local Reviews”.