Il consumo di gas naturale in Italia è salito a 74,1 miliardi di metri cubi, mentre la produzione nazionale ha registrato il minimo storico, crollando del 16,7% rispetto al 2020. In autunno i prezzi di luce e gas saranno significativamente alti. Dobbiamo cominciare a lavorarci adesso: servono consumi controllati e piani dettagliati per affrontare eventuali situazioni di crisi nella fornitura dalla Russia.
Lo sostiene il presidente dell’Arera (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), Stefano Besseghini, nella relazione annuale alla Camera, rivolgendo un appello alla responsabilità, certo che «tutti possiamo contribuire con le nostre scelte quotidiane ad affrontare una stagione invernale che sarà difficile».
Serve stabilità per il futuro
Dopo la caduta del governo Draghi e lo scioglimento delle Camere, il quadro di incertezza energetica determinato dalla guerra in Ucraina, aggravato dai rincari di luce e gas, si aggrava. «Credo che il dossier energia – ha osservato Besseghini nell’intervento alle Camere – sia ben presente a tutti», ricordando il grande sforzo del governo sia nella ricerca di gas alternativo a quello russo sia nel sostegno economico a famiglie e imprese. «Le fasi di instabilità rimangono complicate. Prima delle elezioni si possono cominciare a costruire alcuni interventi che diano certezza. Molto è stato fatto per mettere in sicurezza l’autunno: gli stoccaggi stanno migliorando e consolidandosi. L’Autorità ha fatto diversi interventi per abbattere i costi per gli operatori e sterilizzarne i rischi», ha spiegato Besseghini a margine della presentazione della relazione annuale al Parlamento. Contro le forti oscillazioni del costo dell’energia per i clienti, il mercato europeo, «il più grande mercato elettrico a livello mondiale», deve prevedere interventi straordinari con «un forte coordinamento delle decisioni»..
I numeri del gas
Il quadro emerso dalla relazione annuale dell’Autorità mostra un consumo di gas naturale salito nel 2021 in Italia a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1% rispetto al calo record del 2020), mentre la produzione nazionale ha registrato il minimo storico, crollando del 16,7% rispetto al 2020, che già aveva subito una pari riduzione. Sono stati estratti in totale 3,3 miliardi di metri cubi di gas: 1,87 miliardi dal mare e 1,6 dai campi su terraferma; il grado di dipendenza dell’Italia dalle forniture estere è salito al 93,5% (dal 92,8% del 2020).
Da gennaio a maggio del 2022, d’altra parte, le esportazioni italiane di gas, secondo dati del ministero dello Sviluppo economico, sono cresciute del 578% rispetto al 2021: 1.467 milioni di metri cubi equivalenti, addirittura più della produzione interna di 1.368 milioni di metri cubi. L’aumento, in confronto alla media degli ultimi dieci anni, è stato del 278%: anche i produttori italiani hanno approfittato dell’impennata dei costi energetici, malgrado la necessità di incrementare lo stoccaggio.
I prezzi dell’elettricità
I prezzi medi dell’elettricità per le famiglie italiane nel 2021 sono stati di poco inferiori alla media dei Paesi dell’area euro e rispetto alla Germania decisamente inferiori. L’anno scorso i consumi di energia elettrica (300,6 TWh) sono aumentati del 6% sul 2020: la domanda è stata soddisfatta per l’86,5% dalla produzione nazionale (aumentata del 2,2%) e per il 13,5% dalle importazioni. La produzione nazionale lorda ha raggiunto 286,9 TWh (+2,3%): metà dal gas (49,5%), 40% dalle rinnovabili con l’eolico cresciuto del 10,8%, mentre stabile è rimasto il fotovoltaico (+0,5%). Eni è il primo operatore nella generazione termoelettrica con una quota del 15,7%; Enel è prima nella produzione da fonti rinnovabili con il 23,3%.
Le rotte del gas
L’Italia ha risposto alla crisi del gas con un rafforzamento delle rotte esistenti, incrementando soprattutto le quote provenienti dall’Algeria e creando lo spazio per un maggiore uso di Gnl. Anche la nuova rotta del gasdotto trans-adriatico ha dimostrato tutta la sua rilevanza strategica. Per dare impulso alle fonti rinnovabili si è scelta la via virtuosa della semplificazione. Si è consolidata, nell’azione di governo, la volontà di velocizzare i processi autorizzativi, sia con un rafforzamento delle strutture dedite alle valutazioni, sia con l’identificazione di condizioni facilitanti il processo.
Le infrastrutture energetiche, incluse quelle per le rinnovabili, richiedono l’accettazione da parte delle comunità. «Non bastano benefici per la nostra comunità nazionale nel suo complesso e spesso neppure compensazioni economiche o progetti di sviluppo territoriale», ha osservato ancora Besseghini. «L’impianto o l’opera infrastrutturale vengono catturati da una discussione che prevede schieramenti e tifoserie, elementi che difficilmente si ricompongono nelle logiche stringenti di un’analisi costi-benefici».
Incremento dall’Algeria
L’Algeria, intanto, ha deciso di aumentare di ulteriori 4 miliardi di metri cubi il volume delle sue consegne di gas a Eni e agli altri partner italiani. La compagnia algerina Sonatrach ha già consegnato al nostro Paese, dall’inizio dell’anno, 13,9 miliardi di metri cubi, superando del 113% i volumi previsti.
Sonatrach prevede di consegnare ancora, entro la fine del 2022, 6 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas all’Italia. La fornitura di gas algerino all’Italia è stata al centro di colloqui del presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, con il suo omologo italiano, Sergio Mattarella, e con il presidente del Consiglio, Mario Draghi.
La strada dei risparmi
Risparmiare quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano e ridurre la bolletta delle famiglie di circa 180 euro all’anno, grazie a un insieme di misure nel settore residenziale. È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo dello studio «Azioni per la riduzione del fabbisogno nazionale di gas nel settore residenziale», elaborato dall’Enea e presentato dal presidente Gilberto Dialuce.
Lo studio dell’Enea
Lo studio approfondisce due specifiche linee di azione, ovvero misure «comportamentali» e misure «amministrative», con particolare riferimento al riscaldamento invernale. In queste ultime rientra l’abbassamento di 1°C dei termostati, dai 20° abituali a 19°, per ottenere un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7%; inoltre, la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione può contribuire a una diminuzione del 3,6% del consumo. Attuando in contemporanea queste due misure e aggiungendo anche la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas (1,65 miliardi dalla diminuzione di 1°C e 550 milioni dalla riduzione di un’ora giornaliera). Sul fronte delle bollette, queste proposte possono originare un risparmio complessivo, calcolato ai prezzi attuali, di 178 euro all’anno per famiglia.
Le misure comportamentali
A livello comportamentale, l’utilizzo delle pompe di calore elettriche già installate per il condizionamento estivo anche per il riscaldamento invernale, la riduzione dell’uso del gas per acqua calda sanitaria e cucina, il minor consumo di energia elettrica grazie a un uso migliore degli elettrodomestici possono portare ad un risparmio di 3,6 miliardi di metri cubi all’anno. Ulteriori 0,4 miliardi possono essere risparmiati con la sostituzione di elettrodomestici e climatizzatori con modelli ad alta efficienza e l’installazione di un’illuminazione a led.
Prospettiva di decarbonizzazione
«Risparmiare energia è un imperativo e, come Enea, vogliamo dare il nostro contributo sul fronte della ricerca, delle tecnologie innovative e della promozione di una cultura sull’uso intelligente di questo bene, senza rinunciare al comfort, in una prospettiva di decarbonizzazione e di progressiva riduzione delle forniture dall’estero già da quest’inverno», ha sottolineato il presidente Dialuce. «Lo studio di Enea è partito dal settore residenziale, responsabile di circa il 30% dei consumi finali di energia e del 12% delle emissioni dirette di anidride carbonica. È prevista l’estensione anche al terziario, con l’accortezza di distinguere i consumi delle utenze alle quali non applicare le misure, come ospedali e scuole», ha concluso. «Gli interventi comportamentali, dipendenti da scelte del cittadino, andrebbero supportati con campagne di informazione e comunicazione mirate, sottolineando che, adottando comportamenti più virtuosi, i vantaggi economici possono arrivare fino a 240 euro all’anno per famiglia», ha spiegato la direttrice del Dipartimento Efficienza energetica dell’Enea, Ilaria Bertini. «Se anche solo la metà delle famiglie adottasse le misure che non richiedono spese iniziali, si potrebbe arrivare già dal prossimo inverno a un risparmio di 1,8 miliardi di metri cubi di gas».
L’elettrificazione dei consumi
L’elettrificazione dei consumi è il pilastro della transizione energetica, ma solo se è associata alla progressiva decarbonizzazione grazie alle fonti rinnovabili.Gli edifici sono responsabili di oltre il 40% dei consumi finali di energia e, in particolare, di gas; oggi un’abitazione italiana consuma il 50% di energia in più rispetto alla media europea a parità di condizioni climatiche.
La strategia del programma presentato nelle scorse settimane da Elettricità Futura di Confindustria e condiviso con il ministro Roberto Cingolani può portare ad avere circa l’84% della generazione elettrica nazionale da fonti rinnovabili attraverso tre tappe.
• La revisione del quadro normativo, con l’adozione dei nuovi obiettivi europei, la classificazione delle fonti rinnovabili come «materia di interesse pubblico prevalente», l’individuazione delle «aree di riferimento» con iter autorizzativi semplificati e della durata inferiore a un anno.
• L’iniziativa «tetti solari», con l’introduzione di uno sportello unico e di un iter amministrativo inferiore ai tre mesi, l’obbligo di solarizzazione dei tetti commerciali e pubblici entro il 2027, la promozione dell’elettrificazione, dei prosumer (produttori dell’energia che consumano) e la diffusione dei sistemi di accumulo.
• L’attivazione di comunità e territori, promuovendo un ruolo attivo di Regioni e Comuni nella lotta al cambiamento climatico, introducendo l’obbligo per le Amministrazioni comunali di monitorare, rendicontare, valutare i potenziali locali, di fissare obiettivi a medio e lungo termine, di promuovere le Comunità energetiche rinnovabili.
Superbonus da cambiare
Il sistema del Superbonus 110%, in vigore da quasi due anni, purtroppo non ha prodotto risultati sufficienti nell’ottica della riduzione dei consumi energetici e della decarbonizzazione. A maggio del 2022 sono stati realizzati 170 mila interventi con 30 miliardi di euro di finanziamenti (secondo l’ultimo consuntivo di Enea), interessando circa 500 mila abitazioni (meno del 2% del totale nazionale, secondo la stima di Italy for Climate) e prodotto un risparmio non superiore a 400 mila tep (tonnellate equivalenti di petrolio): meno dell’1% del consumo energetico degli edifici in Italia e dello 0,4% di tutti i consumi energetici finali nazionali.
Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e promotore di Italy For Climate, alla Conferenza nazionale sul clima «Crisi energetica e climatica: la nuova roadmap per l’Italia», ha proposto di puntare con più forza sull’elettrificazione degli edifici residenziali: «Non solo è tecnicamente possibile, ma è anche ambientalmente ed economicamente molto più efficiente e con tempi di realizzazione relativamente rapidi. Servono la sostituzione delle caldaie tradizionali con pompe di calore e piastre a induzione, il fotovoltaico e i sistemi di accumulo. Un intervento straordinario in questo senso su 3 milioni di abitazioni consentirebbe di tagliare al 2025 circa 2-3 miliardi di metri cubi di gas e circa 6 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalenti, con costi molto più contenuti».
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