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Essere green non basta più, la sostenibilità è valore diffuso

Articolo. Le imprese che generano ricchezza condivisa con il territorio riescono a garantirsi una più durevole salute economica e finanziaria. Greenthesis ha raccontato il suo modello di sviluppo e di investimenti agli studenti dell’Isis Einaudi di Dalmine

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«La rivoluzione si fa qui, dalle competenze e tecnologie verdi»

«La rivoluzione si fa qui. È green e si fa con gli ingegneri ambientali e le tecnologie verdi». È la visione, sintetica ma efficace, che porterà a conciliare il profitto sostenibile (non certo alla Milton Friedman),con il benessere e con gli interessi (il nuovo valore diffuso) di comunità e territorio.

Gli studenti della classe IV dell’Isis “Einaudi” di Dalmine sono online, stanno partecipando più di quanti fanno parte del gruppo di ragazzi, guidato dalla docente Daniela Cavazzana, che lavorano sul rapporto fra sostenibilità e imprese, mettendo al centro un concetto nuovo della letteratura dell’economia green e circolare, il “stakeholder capitalism”. La novità è che si va ben oltre . Non si valorizza solo il lato verde della sostenibilità, ma comprende le dimensioni sociale e la governance delle imprese, le scelte degli investimenti, le fonti di finanziamento , il modello di crescita aziendale.

 

«È questo il segnale, proprio a partire dai giovani , che è cambiata la sensibilità con cui si valutano le aziende. L’aspetto e l’impatto ambientale sono il loro primo sguardo, subito dopo puntano alle relazioni sociali e al governo societario. La reputazione aziendale, il modo in cui viene percepita l’azienda, è decisiva. E lo sarà soprattutto quando questi giovani sceglieranno l’azienda dove andare a lavorare. Fare analisi swot, è importante: ci aiuta a capire i nostri punti di forza o di debolezza e a essere consapevoli della nostra impresa».

Vincenzo Cimini

Amministratore delegato di Greenthesis e direttore finanziario di Greenthesis Group

Vincenzo Cimini, amministratore delegato di Greenthesis e direttore finanziario di Greenthesis Group, è a suo agio, non è la prima volta che si trova davanti a studenti. E Rea Dalmine, sede a Dalmine, parte di Greenthesis Group, 130 milioni complessivi di ricavi, poco meno di 300 dipendenti, è l’impresa individuata come il migliore osservatorio per capire come si affermano strategie di business improntate al rispetto dell’ambiente, della società, dei lavoratori e dei cittadini. Greenthesis è il gruppo leader fra i principali operatori integrati italiani con esperienza globale nei servizi ambientali. Dal termovalorizzatore di Dalmine, bruciando rifiuti urbani, si producono energia termica ed energia elettrica. Un tema e un settore delicati. Per questo, nella relazione con le scuole, emerge prioritario l’impegno di informare, far crescere la consapevolezza ambientale.

I valori della sostenibilità sta contribuendo a migliorare la performance anche finanziarie di molte aziende favorendo la loro crescita industriale

«Comunicare in classe il mondo della sostenibilità, dell’economia circolare, il mondo del lavoro che cambia, le nuove competenze green è determinante per i ragazzi e per i docenti – spiega Cimini -. Temi che richiedono di essere spiegati, di informare su come si crea ricchezza dall’utilizzo di una materia di scarto, come i rifiuti, e quale valore condiviso invece produce: aiuta a rendersi conto del ruolo importante della gestione dei residui e del ruolo di impianti come il nostro termovalorizzatore nell’offrire soluzioni allo smaltimento in piena sicurezza».

 

Scouting di tecnologie per essere attrattivi e partner industriali

Una garanzia che ha un diretto risvolto economico. «Porta a un risparmio di materie prime – spiega Cimini -, alla riduzione degli scarti, alla creazione di un valore a partire dal loro smaltimento e sensibilizzazione verso il corretto riciclo». Temi colti al volo da Francesca Brandi, studentessa del gruppo di lavoro. Che rilancia. «I temi ambientali richiedono attività e risorse importanti. Con quali strumenti e attraverso quali canali finanziate i vostri investimenti industriali?».

L’impegno ambientale è passata dall’essere una questione prioritaria e strettamente etica a un tema e leva strategica per ogni impresa

Cimini fa scorrere sul suo monitor condiviso alcune slide. Si ferma quando appare in pieno schermo la sigla ESG. «Indica Environment, Social e Governance: sono i tre principi che misurano l’impegno ambientale delle imprese, gli sforzi nelle relazioni sociali e la sensibilità nel governo societario, che impone politiche di remunerazione del sistema azienda. Essere solo green, quindi, non basta più – precisa Cimini -. Per questo mi sono preso la libertà di aggiungere alla sigla Esg un’altra “E” finale, il rispetto dell’Equilibrio economico. È il nostro impegno di programmare investimenti in prospettiva perché il business sia sostenibile anche sul fronte economico-finanziario. L’impresa, come a scuola, ha una sua pagella , si chiama rating. Non figurano più solo parametri di bilancio. Ma è valutata tutta l’attenzione verso la gestione del capitale umano, al sistema di welfare aziendale, alla capacità di crescere a misura e in connessione con la propria comunità e territorio». «Fare bene le cose» diventa un fattore intrinseco.

La rivoluzione green dei finanziamenti

 
  • La crescita degli asset: 14%
    Negli ultimi quattro anni gli investimenti sostenibili sono cresciuti del 14% annuo. L’85% di questo totale di finanziamenti investiti è realizzato su iniziativa di investitori americani ed europei. Intanto, nell’ultimo anno, gli asset finanziari e i titoli finanziari che meglio stanno registrando performance sono proprio quelli che hanno un bollino di sostenibilità.
  • Il credito per la sostenibilità
    In crescita anche gli interventi delle banche per sostenere prestiti personali green, finanziamenti agevolati per l’innovazione ambientale.
  • Il patrimonio dei fondi: 1.000 miliardi
    Aumentano gli asset sostenibili nel portafoglio degli investitori. Il patrimonio di fondi Esg oggi vale il record di mille miliardi di dollari.

Le attenzioni e le priorità della finanza verde

Chiede Sofia Pesola, studentessa: «Ma la finanza sostenibile ha cosa è più attenta?».
«A tutto questo altrimenti si è esclusi da ogni logica di finanziamento, di credito – spiega Cimini -. Sono tre le nostre fonti di finanziamento: l’equity, le nostre risorse; il debito, le linee di credito con gli istituti bancari e finanziari; i green bond, le emissioni di titoli per finanziare attività industriali green, azioni di sostenibilità, percorsi di economia circolare. Sono tutti strumenti che creano liquidità per crescere. Come? Abbiamo una strategia ben precisa: facciamo molto scouting tecnologico nell’ambito della sostenibilità. Cerchiamo partnership per sviluppare tecnologie che favoriscono la trasformazione di processi tradizionali in percorsi di economica circolare, sia nella vita quotidiana della comunità sia nei processi d’impresa. Per questo stiamo lavorando con centri di ricerca, con l’Università di Bergamo, con il Politecnico di Milano, con una società spin-off dell’ateneo di Salerno specializzata nei sistemi ambientali. Oggi abbiamo 52 richieste di collaborazione su altrettanti progetti. Anche questi numeri rappresentano un punto di forza, una nostra forza attrattiva».

Strategie di crescita industriale

Francesca Brandi

Studentessa IV classe Istituto Isis Einaudi di Dalmine

Francesca Brandi: Qual è il vostro punto di forza maggiore?
«Da un punto di vista industriale un elemento di competitività che abbiamo sul mercato è l’alto livello di integrazione della nostra filiera. Una dimensione organizzativa importante per creare valore. E poi siamo un team molto coeso grazie a una catena decisionale molto corta».

Sofia Pesola

Studentessa IV classe Istituto Isis Einaudi di Dalmine

Sofia Pesola:Con quali iniziative supportate la finanza sostenibile?
«In particolare cerchiamo di dare un nostro importante contributo nel realizzare quelli che sono stati definiti i «17 goals» adottati dalle Nazioni Unite. In ciascuno di questi obiettivi la sostenibilità è un principio guida che seguiamo per attuare ogni tipo di scelta aziendale».

Andrea Anicito

Studente IV classe Istituto Isis Einaudi di Dalmine

Andrea Anicito: E sul versante europeo che cosa state seguendo?
«Stiamo seguendo con molta attenzione il programma del Green Deal e del Green Bond, due livelli di finanziamento di progetti per promuovere l’uso efficiente dei finanziamenti attraverso l’economia circolare. A disposizione ci sono 1.000 miliardi».

Vincenzo Cimini

Amministratore delegato di Greenthesis e direttore finanziario di Greenthesis Group

talk

Lei ha spiegato che non basta più essere green. Cosa pesa oggi di più per un’azienda in un’ottica di sostenibilità?

Il nuovo valore è di essere una leva strategica di crescita e di svluppo aziendale. La sostenibilità è passata cioé dall’essere una questione prevalentemente etica e volontaristica ad essere invece un tema aziendale strategico. E la finanza è attenta a questi valori.

Lei ha aggiunto una «E» all’acronimo Esg, perché?

Le imprese sostenibili mostrano maggiore stabilità nel tempo e un minore profilo di rischiosità. ma questo è possibile se riescono a garantire il rispetto dell’Equilibrio economico, cioè anche la sostenibilità economico-finanziaria.

Quali sono i vantaggi per un’impresa forte sui principi Esg?

Le aziende che si presentano per un alto valore e indice di sostenibilità possono così conseguire un vantaggio competitivo a partire dal mercato finanziario e del credito, in termini di ottenimento di maggiori finanziamenti, riduzione del costo del capitale e una migliore reputazione.