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Energia rinnovabile, l’Italia a un passo dal traguardo del 20%

Articolo. Non potremmo privarcene, perché fa parte della nostra vita. Eppure, nel mondo, le persone prive di energia elettrica sono 789 milioni. Il dato, del 2018, risulta ancora più drammatico al tempo della pandemia. Senza energia elettrica non sono possibili approvvigionamento d’acqua, igiene, cure ospedaliere. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si propone, con l’obiettivo 7, di assicurare a tutti sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. Aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili, migliorare l’efficienza, sostenere la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso ai Paesi in via di sviluppo sono le azioni previste.

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Non potremmo privarcene, perché fa parte della nostra vita. Eppure, nel mondo, le persone prive di energia elettrica sono 789 milioni. Il dato, del 2018, risulta ancora più drammatico al tempo della pandemia. Senza energia elettrica non sono possibili approvvigionamento d’acqua, igiene, cure ospedaliere. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si propone, con l’obiettivo 7, di assicurare a tutti sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni. Aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili, migliorare l’efficienza, sostenere la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso ai Paesi in via di sviluppo sono le azioni previste.

La percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili nel mondo resta inferiore al 20%, nonostante i cospicui investimenti, 21,4 miliardi di dollari nel solo 2017. Vento, maree, acqua dei fiumi, luce del sole e calore della terra sono ancora tecnologie per pochi, mentre la fame di energia cresce a tutte le latitudini.

Zero emissioni nel 2050

L’Europa, con l’obiettivo di annullare le emissioni antropiche di gas serra che alterano il clima entro il 2050, guida la conversione verso l’energia sostenibile. La dipendenza del Vecchio Continente cresce: quasi il 60% dell’energia arriva da Paesi extra Ue, il 41% dalla Russia. La quota di energia da fonti rinnovabili, però, è a un passo dall’obiettivo del 20% fissato per il 2020 e, dal 9,6 del 2004, ha toccato, nel 2018, il 18,9, con punte del 54,6 in Svezia, del 41,2 in Finlandia e del 40,3 in Lettonia. Gli impianti eolici, in particolare, sono aumentati quindici volte e rappresentano la fonte alternativa più consistente. L’energia solare triplica rispetto al 2008.

Le fonti fossili non rinnovabili, le cui emissioni alterano irreparabilmente il clima e inquinano, restano purtroppo al primo posto, mentre quelle idriche sono stabili. L’efficienza energetica degli edifici migliora, mentre il consumo pro capite diminuisce. Cala anche il numero di persone che vivono in povertà energetica e non riescono a riscaldare le case in modo sufficiente. La maggiore sensibilità alla sostenibilità porta a una riduzione delle emissioni di gas serra climalteranti e a un aumento della produttività energetica. La strategia dell’Unione Europea per la lotta ai cambiamenti climatici poggia proprio sul passaggio a fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica.

Il futuro offre buone prospettive

La produzione del 18% di energia da fonti rinnovabili consente all’Italia di compiere un passo avanti verso il conseguimento dell’obiettivo 7. Il futuro offre buone prospettive grazie al superbonus al 110% per l’efficientamento energetico. La produzione idroelettrica è cresciuta del 56,7%. Le fonti solari sono aumentate del 5,8%: il fotovoltaico vale il 20% delle rinnovabili, con 721.112 degli 880.090 impianti di tipo domestico e il 20% dell’energia prodotta autoconsumata.

La conversione degli edifici pubblici in sistemi sostenibili procede a rilento e a macchia di leopardo lungo lo Stivale. A Bergamo, nel 2018, si contavano 40 metri quadri di pannelli su edifici pubblici: il capoluogo, secondo il report 2020 della Fondazioni Mattei, raggiunge l’obiettivo 7 solo al 30,4%.

Covestro a Filago, 309 metri quadri di pannelli solari

I metri quadri di pannelli solari montati sulla copertura del nuovo quartier generale della sede italiana di Covestro a Filago sono ben 309, con una potenza installata di 51 kWh. L’energia prodotta è completamente utilizzata dal sito produttivo, in linea con la politica della multinazionale tedesca per l’utilizzo di fonti rinnovabili nella logica dell’economia circolare. Il contributo di Covestro alla realizzazione dell’obiettivo 7 è particolarmente convinto, nello sforzo di mitigare l’impatto ambientale di un settore, quello chimico, per sua natura decisamente energivoro. Aderente al World Alliance for Efficient Solutions, l’organizzazione che mette in rete e supporta start up e aziende consolidate per la produzione di nuove tecnologie pulite, Covestro si è impegnata a scegliere i prodotti valutando consumo di energia ed emissioni di anidride carbonica. Il piano energetico della compagnia punta a tagliare le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 2005, del 50% entro il 2025 e a convertire tutti gli impianti produttivi a energia rinnovabile.

Solare, ma anche eolica: è dei giorni scorsi la firma della commessa con la danese Ørsted per la fornitura di elettricità da impianti che sfruttano l’energia del vento. Il contratto, il più grande mai firmato per una fornitura eolica, coprirà una fetta considerevole dei consumi di Covestro in Germania, pari alla domanda di elettricità di 300mila persone per dieci anni. Grazie al vento del Mare del Nord.

Energia dalla luce delle lampadine

Frigoriferi che dettano ricette e televisori che cambiano canale con un comando vocale. L’offerta di elettrodomestici in grado di realizzare le richieste grazie a Internet cresce. Il cosiddetto Internet Of Things (IoT) è in grande espansione e richiede una fornitura di energia elettrica continua, affidabile e sostenibile. Gli scienziati sono alla ricerca di un sistema fotovoltaico che produca energia sfruttando la luce delle lampadine domestiche. I tradizionali pannelli fotovoltaici sono troppo ingombranti per alimentare dispositivi elettrici domestici e recuperare l’energia consumata. I ricercatori dell’Imperial College di Londra, dell’Università di Cambridge e della cinese Soochow University hanno messo a punto un materiale in grado di catturare la luce di casa e alimentare i nuovi oggetti parlanti. Sono partiti dalla perovskite, un minerale, scoperto nel 1839 in Russia, rivelatosi un ottimo conduttore, in grado di sostituire il silicio con cui oggi i pannelli solari sono costruiti. Il nuovo materiale, però, è privo di piombo, la cui tossicità costituisce uno dei limiti all’utilizzo estensivo della perovskite. Le caratteristiche di efficienza restano intatte: superiori quattro volte a quelle del silicio, fanno ben sperare sullo sviluppo del nuovo materiale, leggero, economico e facilmente lavorabile. La perovskite non è la sola novità nel campo del fotovoltaico da interni: dalla Svezia arrivano celle solari organiche, composte da coloranti in grado di convertire la luce in elettricità. Molto duttili, possono essere integrate nei tessuti e applicate sulle superfici.

Il sistema AuREUS, inventato dallo studente filippino Carvey Ehren Maigue e vincitore del prestigioso premio James Dyson 2020 per la sostenibilità, usa coloranti da rifiuti vegetali per catturare raggi UV e trasformarli in luce. Può essere applicato alle finestre e alle pareti e funziona anche senza esposizione diretta al sole, intercettando i raggi UV che attraversano le nubi o rimbalzano dal suolo e dalle superfici di altri edifici.