Un asset strategico per il capitale umano
Un podcast per andare oltre l’Academy aziendale. Il modello si evolve, alla portata delle Pmi, e diventa piattaforma digitale per intercettare e portare in azienda i migliori talenti e profili professionali che ancora non si trovano. Strutturata finora per prevedere e garantire formazione in una logica di continuous re-skilling e up-skilling interno, impostata per aumentare le conoscenze fra i dipendenti, formazione tecnica e professionale, e rinsaldare all’interno la cultura aziendale, ora la corporate academy entra in pieno nella dimensione digitale.
Diventa hub di contenuti online, eroga, fa incontrare e condivide saperi e valori aziendali in un confronto globale delle competenze. Lo fa con nuovi strumenti e canali digitali organizzati in serie su più piattaforme per webinar, podcast, blog di approfondimento, archivi di documenti e articoli specialistici organizzati come ipertesti. L’ulteriore salto alza la qualità dei contributi, i livelli del sapere condiviso, con l’autorevolezza scientifica degli interlocutori, professionisti, docenti, esperti di richiamo internazionale.
«Cambia il primo presupposto. È una rivoluzione in cui è l’impresa a creare e divulgare cultura scientifica ai massimi livelli, con strumenti digitali, facilmente fruibili da tutti e ovunque, perfino mentre si è al lavoro in laboratorio. Alla fine si crea una community di esperti, professionisti, studenti universitari e neolaureati o, nel nostro caso, di patologi o professionisti di laboratorio in giro per il mondo, con cui ci si può confrontare, condividere e scambiare idee smart, best practice, scenari o segreti di routine».
Corporate marketing coordinator di Diapath
Laura Vavassori traccia subito il perimetro del nuovo progetto, lei che lo ha fatto crescere nel ruolo di Corporate marketing coordinator di Diapath, impresa di Martinengo, specializzata nella produzione e lo sviluppo di strumenti e apparecchiature per anatomia patologica, prodotti destinati a laboratori, ospedali e centri di ricerca di tutto il mondo. Lo annuncia da Palermo, dove venerdì scorso, all’università statale, Diapath ha inanugurato la collaborazione scientifica al corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedioco alla facoltà di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata. Un corso di specializzazione con oltre 60 studenti. «Una nuova finestra aperta come presidio sul capitale umano - spiega Vavassori - per trasformare anche questa occasione in una relazione continua con i giovani e come focalizzazione al business».
Cresce il valore del brand aziendale
Accanto all’Academy aziendale, alla Knowledge Academy e alla Academy Digital, ora Diapath aggiunge la piattaforma web, il Lab Talks. «Questa strategia è soprattutto una dimostrazione dei valori del brand, che si è evoluta ulteriormente. L’hub è pensato per il nostro target finale e si rivolge a un pubblico esterno e specialista. Ma nasce su una premessa – spiega Alberto Battistel, Chief operating officer di Diapath -: la crescita personale e professionale continua attraverso la condivisione delle esperienze con altri professionisti che hanno competenze simili».
Chief Operating Officer Diapath
E con questo obiettivo la piattaforma è organizzata intorno a un repository, in cinque sezioni, che include una gamma oggi di oltre 120 articoli scientifici, news, una serie di webinar (il primo ciclo ha avuto 1.090 iscritti professionisti di laboratorio, da oltre 46 paesi del mondo), il loro calendario, programmi formativi, un blog, interventi in podcast e interviste con opinion leader ed esperti nel settore dell’anatomia patologica, istologia e citologia. Ma il valore aggiunto del la piattaforma è la capacità di favorire l’internazionalizzazione delle competenze.
I contenuti dei webinar, gli interventi nei podcast, la documentazione scientifica sono infatti il risultato di interventi di un team di specialisti e professionisti di notorietà internazionale con i quali i profili più tecnici possono dialogare alla pari. Da qui anche la sfida per Diapath. «È forse più una grande occasione. È una “dichiarazione” ai dipendenti sull’investimento nel loro talento da parte dell’impresa – precisa Battistel -. In questo momento di sostenuta crescita aziendale è importante allineare la rete su skills comuni e alte, per favorire i processi di cambiamento e innovazione».
I mercati intanto sono sempre più internazionalizzati e tecnologici. Le competenze giuste, i giovani talenti formati non si trovano. «Siamo convinti che anche questo progetto sia una leva per essere più impresa attrattiva – spiega Laura Vavassori -, rispetto non solo ai nostri interlocutori della materia tecnica e medica. Ma verso quei talenti, quei giovani ad alto potenziale e con competenze specifiche di cui le imprese faticano a intercettare. Strategia che sta funzionando», sottolinea Vavassori, da un’azienda con 110 dipendenti, una media d’età inferiore ai 32 anni, oltre il 50% sono donne laureate in discipline Stem. E le università sono l’altro grande perno attorno a cui ruota il progetto Lab Talks.
Intercettare i giovani un percorso virtuoso
La definizione nel dettaglio del proprio fabbisogni di profili
È il dato di partenza: chiarezza sui profili di cui ha bisogno l’azienda. Un quadro non sempre definita o disponibile. Consente poi di individuare strumenti, canali e l’offerta per intercettare e proporre i candidati.
Predisporre un percorso efficace di talent acquisition
Per attrarre le migliori risorse occorre investire sull’intero percorso di talent acquisition, con molta attenzione a una chiara comunicazione dai valori aziendali, alla reputazione, alla responsabilità sociale.
Comunicare una coerente employee value proposition
I giovani hanno a disposizione informazioni infinite: questo obbliga l’azienda alla coerenza tra la mission dichiarata e i comportamenti organizzativi (modi di fare e lavorare pratici e messaggi coerenti).
Investire e comunicare il proprio brand aziendale
Determinante investire sul proprio brand non solo per attrarre candidati, ma anche come leva di engagement: le persone devono stare bene in azienda e trovare un senso, uno scopo in ciò che fanno.
Individuare i canali digitali corretti per veicolare la proposta
Importante creare un action plan che veicoli i messaggi sia sull’interno sia sull’esterno, con particolare cura sulla parte dell’immagine online, contenuti testuali, foto, video, podcast, che siano chiari e attrattivi.
Non basta saper fare, ma occorre far sapere
Si impone in ogni azienda il social media marketing: sapersi promuovere ricorrendo ai social. È centrale oggi nella produzione, pubblicazione e promozione di contenuti per essere attrattivi verso i giovani.
Chief Operating Officer Diapath