Tecnologie digitali per la competitività
Germania e India. Geograficamente distanti, culturalmente lontani, ma due mercati già ricchi di opportunità per i robot made in Italy e per le imprese dell’automazione e manifattura di precisione. La novità – dentro a uno scenario globale in profonda trasformazione - è che si tratta di mercati ancora in crescita, dove dentro ai poli industriali aumentano i potenziali clienti per le imprese della meccatronica e delle macchine utensili italiane e bergamasche. E dove la parola d’ordine diventa sempre più «diversificare».
Nulla va sottovalutato di fronte a un mercato che continua a crescere: a fine 2021 il fatturato ha segnato un +21,6%, l’export è arrivato a 32,9 miliardi, con i primi sei mesi 2022 che segnano un altro +3,6%. Se in Europa c’è uno spazio commerciale che si consolida ulteriormente, la Germania (ma non unico paese Ue) si conferma con 62 milioni di export nei primi tre mesi 2022, ancora una volta interlocutore essenziale e primo partner di sbocco dell’automazione italiana.
Ma dall’altra parte, guardando a Oriente, allo stesso modo si amplia l’opportunità per l’export del nostro sistema produttivo: l’India, mercato che le aziende specializzate nella meccatronica già conoscono, oggi assorbe un 2,7% delle esportazioni di macchine utensili tricolori. Quota significativa che vale 80 milioni di euro, ma che resta sottodimensionata rispetto alla potenzialità degli spazi ancora da occupare e ai margini di crescita del fatturato della manifattura.
La potenzialità è tutta dentro ai numeri, sia per la Germania, sia per l’India. I 353 milioni di export 2021 – numeri in crescita anche nel 2022 – certificano come i distretti-lander del Baden- Wuttemberg, della Renania settentrionale-Vestfalia e della Sassonia, poli industriali specializzati nella lavorazione dei metalli, si confermano «mete privilegiate» per tecnologie e l’automazione italiane.
Fronte orientale: l’India oggi non è solo l’ottavo consumatore mondiale di macchine utensili, ma presenta un’economia in forte e costante crescita proprio a trazione industriale: il prodotto interno lordo nel 2021 ha già avuto un primo rimbalzo dell’8,2% dopo il tonfo 2020 del 7%. E un secondo rimbalzo altrettanto sostenuto lo segnerà il 2022 con un altro +8% di crescita economica.
Lo scenario è promettente. Ma quali sono i percorsi e i potenziali di crescita reali che si aprono per le aziende di automazioni, robotica e macchine utensili? I dettagli di questa fotografia emergono dall’ultimo report di approfondimento messo a punto dall’Analysis Center di Matchplat, società di market analysis, quartier generale a Bergamo, due sedi in Germania e Regno Unito, specializzata nella consulenza di strategie commerciali e nella costruzione di nuove relazioni di business.
I clienti storici non bastano più
Ceo e presidente di Matchplat
«Credo che il vantaggio competitivo delle imprese, si giocherà sempre di più sulla capacità di costruire strutture resilienti. Mi riferisco - spiega Gilberti, Ceo e presidente di Matchplat - in particolare a quelle realtà capaci non solo di mantenere livelli standard di produttività in tempi difficili, ma anche di continuare a crescere grazie a vero proprie strategie omnicanale, dove le soluzioni fisiche e quelle digitali si rafforzano a vicenda».
In questo momento di sfide sullo scenario economico globale alle imprese «si impongono un ripensamento e una ridefinizione delle strategie commerciali – spiega Andrea Gilberti –. E guardando ai mercati internazionali emergenti, abbiamo focalizzato questa nuova indagine sulle aziende utilizzatrici di macchine utensili e robotica poiché proprio le vendite dirette rappresentano, anche all’estero, il principale canale impiegato dalle aziende italiane, erano il 52,4% delle vendite totali nel 2020 – sottolinea Gilberti -. E i due paesi con maggiori opportunità di business sono proprio Germania e India, e l’analisi indica spunti strategici alle imprese fornitrici, distributori, partner, clienti aiutandole a mettere fuoco le caratteristiche delle filiere italiane ed estere così da cogliere nuove opportunità di business».
La cornice che infatti l’analisi restituisce è che i due mercati con più margini di crescita per la nostra manifattura di precisione restano la Germania, che si consolida anche come prospettiva di crescita. E l’India come opportunità altrettanto importante in particolare per la filiera di imprese che produce macchinari per asportazione, deformazione, additive, robot e tecnologie di digital manufacturing. I dati dell’Analisys Center sono stati raccolti intorno alle catene del valore italiane e estere, dopo uno studio dei trend import-export e sul contatto di aziende estere (il data base di partenza è di oltre 300 milioni di aziende attive in 196 nazioni) proprio per cogliere le opportunità di business.
E qui riemerge sempre più oggi come elemento qualificante di una strategia commerciale l’imperativo «diversificare». «Guardare ai mercati in cui si è già presenti è essenziale, ma non basta. Occorre cogliere le opportunità offerte da paesi diversi - sottolinea Gilberti -, riducendo la dipendenza dai clienti attuali. Per difendere la competitività poi, è necessario applicare questo approccio anche alla catena di fornitura: ridurre i rischi di interruzione della produzione è possibile, individuando partner alternativi ai propri fornitori storici. Anche qui, un grande aiuto arrivo dalle tecnologie digitali, che ci permettono di entrare in contatto con prospect e figure chiave in modo più rapido e preciso di un tempo».
Imprese sotto la lente, settore di piccole eccellenze
Le tre caratteristiche delle imprese del sistema
Il mondo delle imprese della progettazione, della costruzione di robot ha le stesse caratteristiche del sistema produttivo nazionale: ridotta dimensione, forte propensione all’export, elevata qualità dell’offerta.
Un fatturato minimo concentrato in tante imprese
Secondo l’indagine Ucimu nel 2020 (ultimi dati), il 60,5% delle imprese costruttrici di macchine utensili ha registrato ricavi inferiori ai 12,5 milioni di euro. E sei imprese su dieci (il 62,8%) ha meno di 100 addetti.
Leva competitiva: forza delle più “grandi”
Sono le imprese più strutturate a fornire l’apporto più alto a produzione e esportazioni: aziende con più di 100 dipendenti, il 37,2%, hanno prodotto l’81,2% ed esportato l’84,6% del totale.
Export e produzione, una leadership per poche
Le imprese che hanno fatturato più di 25 milioni (pari al 23,2% del numero complessivo) hanno realizzato il 70,2% della produzione e coperto il 73,2% delle esportazioni italiane di macchine utensili e robot.
Automazione sistemi e robotica, un affare per grandi imprese
La suddivisione fra grandi imprese (ricavi oltre i 5 milioni), e piccole/medie (fatturato fino a 5 milioni), conferma la predominanza di aziende di grandi dimensioni (84,6%), sebbene siano in calo sul 2020.
Lombardia ad alta intensità di automazione
È La Lombardia la regione a più alta densità di aziende nel mercato della robotica (con il 38,5%). Ma è il Piemonte ad avere la percentuale più alta di fatturato (54,2%) e di addetti (66,8%) con il 30% di imprese.