Lo smartphone per ogni abitudine di consumo
È evidente a tutti che, da qualche anno a questa parte, la parola “smart” sia il pass partout che attiva e collega quasi tutte le situazioni di vita, lavoro, abitare, passando per il tempo libero e gli spostamenti. Nonostante ciò, destabilizza e incuriosisce vedere scritti nero su bianco i numeri del rapporto Deloitte, una delle più grandi realtà nei servizi professionali alle imprese in Italia, riguardanti il rapporto degli italiani con smartphone, smart city e smart life, perché dimostrano una dimestichezza con la tecnologia poco raccontata.
L’indagine ha analizzato oltre 2 mila utenti in Italia, di età compresa tra i 18 e i 75 anni. Il campione è rappresentativo della popolazione per genere, età anagrafica (da 18 a 75 anni) e area geografica (Nord- Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) a cui sono state rivolte 60 domande che hanno permesso di tracciare insight del mercato, stato dell’arte e potenziali sviluppi futuri.
Per ciò che riguarda gli smartphone, secondo il rapporto, a dodici anni dal lancio questo prodotto ha raggiunto oltre nove italiani su dieci, ed è diventato il device più utilizzato tra tutti quelli che compongono il portfolio tecnologico di casa nostra, diffondendosi fra tutte le fasce d’età.
Dallo smartphone parte il controllo su tutto ciò che ci circonda e la tendenza dei produttori mondiali, per il 2020, sarà quella di potenziare e migliorare i software di intelligenza artificiale in esso contenuti e in particolare la tecnologia edge computing. La previsione del rapporto internazionale Deloitte, infatti, prevede che saranno venduti nel 2020 oltre 750 milioni di chip o parti di chip con questa nuova tecnologia, che eseguono o accelerano attività di machine learning sul dispositivo anziché in un data center remoto, ovviando a tutti i mal funzionamenti o rallentamenti che si possono incontrare oggi a causa della mancanza di rete. Il valore di questa crescita si attesta sui 2,6 miliardi di dollari.
Non solo device più potenti grazie all’intelligenza artificiale, altra grande scommessa del 2020 sarà il 5G. Su questo tema è attenta la maggior parte degli utenti e le performance promesse fanno già stimare per il 2020 un aumento delle vendite di smartphone del 2,9%.
L’altra faccia del cellulare
Nuovi device da cui connettersi a un’altra faccia dello smart, quella della smart home e dell’IoT.
Dalla ricerca emerge che nel 2019 il 73% delle case italiane presenta device connessi a internet e cresce il numero di oggetti intelligenti presenti nelle stesse a partire dalla smart TV che ha raggiunto un tasso di penetrazione del 50%, tra i più alti d’Europa. Accanto alle televisioni, anche gli assistenti vocali si stanno diffondendo sempre più, rappresentando il primo vero passo per la configurazione di una casa interconnessa. Dalla ricerca emerge che l’illuminazione, il termostato e le spine elettriche intelligenti sono alcuni dei device IoT con trend maggiore di crescita nell’ultimo anno, all’8% registrando +3 punti percentuali. Sicurezza, efficientamento energetico e conseguente risparmio nei consumi sono i motivi principali per cui gli italiani trasformano le loro case, dimostrando apertura verso la tecnologia e capacità nell’utilizzo consapevole della stessa.
Dalla casa intelligente alla smart city il passo è breve. Secondo l’indagine Deloitte, negli ultimi tre anni, il 36% dei comuni italiani ha avviato progetti di smart city per un valore complessivo di 395 milioni. Le applicazioni riguardano aree molteplici, dalla sicurezza, al trasporto pubblico, illuminazione, raccolta rifiuti, gestione dei parcheggi e monitoraggio dei parametri ambientali.
Dalla ricerca emerge una grande attesa verso soluzioni IoT sviluppate nell’ottica di una città connessa e intelligente, soprattutto da parte dei più giovani: l’84% dei rispondenti pensa che l’implementazione di alcune tecnologie smart possa rendere la propria comunità più vivibile. Salute, trasporti ed energia sono ritenute le aree più importanti.
I più giovani sono attenti a un utilizzo consapevole delle tecnologie legate all’ambiente (48%), mentre i lavoratori sottolineano l’importanza di tecnologie in ambito di mobilità intelligente (da 49% a 54%). Infine, i senior riconoscono il valore aggiunto dei servizi in ambito sanitario (55%) per lo sviluppo di una comunità più vivibile.