In casa, in auto o al lavoro sempre insieme all’IA
L’intelligenza artificiale (IA) sarà la nostra compagna di vita, di ogni giorno: in casa, in auto, dal medico, al lavoro fino alla gestione degli uffici. L’IA domina ormai ogni ambiente quotidiano. E insieme all’Internet delle cose (IoT) li rende più semplice e più sicuri. L’arrivo della rete 5G darà la spinta finale a questa nuova trasformazione, che ancora di più rimodellerà stili di vita, ma soprattutto ridefinirà modelli di organizzazione aziendale dando vita a veri e, forse ancora oggi, inimmaginabili modelli di business industriali.
Nonostante i numerosi gadget tecnologici, i trend innovativi e prodotti connessi presentati a Las Vegas in questi giorni, il Ces 2020, la più grande rassegna dell’elettronica di consumo, ha già dimostrato come oggi è l’intelligenza artificiale la protagonista principe e guida di ogni cambiamento in atto. La smart home e l’automotive sono i due primi ambienti in cui si tocca con mano questa rivoluzione. Per dare un’idea, l’auto connessa oggi registra e monta dispositivi di connessione, sistemi di sicurezza digitali, device di assistenza, display 3D, centraline di controllo, videocamere e tecnologie di sensori, monitoraggio dell’abitacolo in numero maggiore di quanti ne esistano oggi in una smart factory 4.0. La home connect, la casa connessa con sistemi IoT, sta per raggiungere la stessa dimensione e livello di dipositivi e connettività diffusa.
E l’impresa non resta comunque indietro. Ogni nuova tecnologia o prodotto conterranno inevitabilmente intelligenza artificiale, o saranno sviluppati o realizzati con l’aiuto dell’IA. La manutenzione predittiva dei processi industriali o per seguire l’evoluzione e dei prodotti o degli impianti una volta sul mercato ormai ne sono solo un banale esempio. Settori in forte crescita, tanto che il volume di mercato globale, da qui al i prossimi cinque anni, viene stimato in crescita fino ai 120 miliardi di dollari, dodici volte di più rispetto al 2018 (stima Tractica).
E non è un caso se Bosh, il gruppo industriale che punta a diventare leader globale di innovazione anche nell’IA, ritiene che una delle aree di esperienza principali sarà l’applicazione industriale dell’intelligenza artificiale. “Vogliamo utilizzare il potenziale dell’IA non per creare modelli di comportamento umano, ma per migliorare la tecnologia a vantaggio delle persone – ha spiegato dal Ces, Michael Bolle, membro del Board of Management di Bosch -. Per questo motivo l’IA industriale deve essere sicura, affidabile e comprensibile». Ma si va oltre la stretta applicazione nei processi industriali, dall sistemi di visione a quelli di gestione e controllo. Secondo la visione non solo di Bosh, l’intelligenza artificiale sarà ampiamente utilizzata nelle imprese anche per affrontare la questione del risparmio energetico e, più in generale, della questione climatica. L’IA, infatti, aiuterà sempre più a sviluppare anche soluzioni a basso impatto ambientale. Per esempio, «entro la fine del 2020 – ha detto Bolle -, tutte le nostre 400 sedi in tutto il mondo raggiungeranno la neutralità climatica e saranno a impatto zero dallo sviluppo alla produzione fino alla gestione. Abbiamo già raggiunto questo obiettivo nelle nostre sedi tedesche».
L’intelligenza artificiale ha un nuovo ruolo in questo senso: nelle singole fabbriche, una piattaforma interna per l’energia utilizza algoritmi intelligenti per identificare gli scostamenti nel consumo di energia. Da test e prove reali, questa tecnologia ha consentito ad alcuni stabilimenti di ridurre le loro emissioni di CO2 di oltre il 10% negli ultimi due anni. «Considerando che Bosch gestisce un totale di 270 stabilimenti di quel tipo, il potenziale di risparmio è enorme» ha sottolineato Bolle. Secondo questa impostazione, l’intelligenza artificiale non può crescere a prescindere comunque dall’uomo: le persone devono sempre mantenere il controllo in qualunque campo di applicazione: sulla strada, in casa o nelle imprese. E, in particolare, le persone devono e possono sempre trarre vantaggio dallo sviluppo e dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale e da tecnologie affidabili.
E l’affidabilità su cui si punta maggiormente in questo momento è senza dubbio la mobilità intelligente, l’auto semi-autonoma le cui tecnologie sono impostate, grazie all’IA, per imparare. Dai sistemi di sicurezza a quelli salva vita per i pedoni parzialmente nascosti, ai sistemi intelligenti di assistenza alla guida fino ai sistemi di frenata di emergenza automatica, tutto ruota intorno a questa capacità di apprendere situazioni nuove, impreviste e di “reagire” con maggiore affidabilità per garantire nuovi livelli di sicurezza.
Le applicazioni sull’auto, al momento, oltre a essere le più avanzate, sono certamente anche le più affascinanti sotto il profilo tecnologico. E Bosh ha fatto decisamente da apripista in queste nuove applicazioni intelligenti “montate” sull’auto: nel 2019, le vendite di Bosch dei sistemi di assistenza alla guida sono cresciute del 12% raggiungendo due miliardi di euro. E senza dubbio questi sistemi gettano pesantemente le basi per la diffusione della guida autonoma.
Così nella sua prima mondiale con IA per il settore automotive, la parte del leone l’ha fatta il Virtual Visor,un dispositivo parasole digitale trasparente. Un display Lcd trasparente collegato alla telecamera di monitoraggio interno all’abitacolo di guida rileva la posizione degli occhi del guidatore. Utilizzando gli algoritmi intelligenti, il Virtual Visor analizza queste informazioni e oscura solo la parte di parabrezza attraverso cui il sole abbaglia il guidatore. Utilizzando la tecnologia 3D passiva, il display quindi genera un effetto tridimensionale realistico delle immagini e delle informazioni visive che sono recepite più rapidamente rispetto alla visualizzazione sui normali schermi, aumentando la sicurezza sulla strada.
In più cresce la sicurezza con il nuovo sistema di monitoraggio dell’abitacolo dei veicoli. Il sistema rileva infatti se il guidatore è stanco o guarda lo smartphone analizzando i movimenti delle palpebre, la direzione dello sguardo e la posizione della testa e emette un segnale di avviso se rileva una situazione critica. È in grado di monitorare anche l’interno del veicolo per determinare il numero di passeggeri, dove e come sono seduti. In base a questi dati può ottimizzare il funzionamento dei dispositivi di sicurezza, come gli airbag, in caso di emergenza.
A questo punto è fuori di dubbio che in futuro, quando i veicoli percorreranno tratti di strada in modo semi-autonomo, per esempio in autostrada, questo sistema di monitoraggio del guidatore diventerà un vero partner alla guida: in queste situazioni la telecamera si accerterà che chi è al volante possa riprendere la guida in sicurezza in qualsiasi momento. Dopo i radar e le telecamere, sono quindi questi sistemi LiDAR la terza tecnologia di rilevamento fondamentale per lo sviluppo della guida autonoma.