< Home

L’export digitale rende le imprese flessibili e veloci

Articolo. Nel mare di squali gli strumenti digitali sono un abilitatore di aziende sardine.
La nuova puntata del progetto Skille in collaborazione con l’Isis Einaudi di Dalmine ha incontrato la Milestone. Gli studenti hanno voluto capire in quale modo la tecnologia ha orientato nel post-Covid le strategie di un’azienda sui mercati esteri

Lettura 5 min.

Velocità e flessibilità, leve di competività globale

Forza competitiva è anche questo: toccare con mano che cosa significa pensare, reagire e far atterrare un modello di impresa quasi completamente diverso in soli dieci mesi. E restare leader nel mondo. «Siamo costretti a essere sempre sardine, anzi turbo-sardine. Ogni giorno ci confrontiamo con squali, con colossi industriali e multinazionali che ci impongono di essere più veloci nelle strategie industriali, nelle scelte commerciali, nella crescita qualitativa dei nostri prodotti. Rapidità, flessibilità e continua innovazione sono azioni determinanti e la nostra forza competitiva ne è la diretta conseguenza. Oggi, bloccati nelle nostre aziende, abbiamo sfruttato ancora di più l’opportunità della tecnologia e della forza del digitale per dialogare e rapportarci con i nostri clienti in modo diverso e continuo. Webinar, seminari dedicati per spiegare i nostri prodotti e meeting , offrendo servizi nuovi, consulenze a distanza, assistenza tecnica da remoto».

Diego Cortesi

Amministratore delegato di Milestone

Diego Cortesi, amministratore delegato della Milestone, fortemente radicata nel B2B, mette subito sul tavolo i punti di forza e di svolta dell’azienda che guida. Sta parlando a una decina di studenti dell’Isis “Einaudi” di Dalmine, il gruppo di giovani della IV classe AR coordinati dai docenti Cristina Caironi e Fusco, che ha scelto – nell’ambito del progetto Skille-Scuola - di confrontarsi e approfondire direttamente online con gli imprenditori concetti come innovazione nell’impresa oggi, come la tecnologia influenzi la relazione commerciale per un’azienda con il 98% di export, quali abilità e di quali profili sono in cerca gli imprenditori e quali prospettive offrono ai nuovi talenti.

 

Cortesi apre il confronto da quegli elementi perché dentro c’è già gran parte dei pilastri della cultura aziendale della Milestone. Al primo posto c’è il valore del capitale umano. Non a caso Cortesi definisce «milestoniani» i suoi 120 collaboratori («Al 98% sono bergamaschi») perché tutti baluardi di una «cultura e filosofia tipica della Milestone», fatta di attenzione nel valorizzare il singolo e le dinamiche di relazione dentro l’azienda. Alla base c’è molto della visione «di sognatore» del suo fondatore Franco Visinoni, 89 anni, oggi presidente e, non a caso, chief dreamer ben presente.

«Siamo stati molto bravi. Chiudiamo il 2020 – racconta Cortesi - con risultati importanti, nessuna ora di cassa integrazione, molto smartworking, un fatturato di 50 milioni e utili in parte condivisi come premio a tutti i dipendenti. E in parte da investire. Il 2021 sarà più difficile e complesso se continuerà a mancare la dimensione human-touch, il contatto umano, la forza di una stretta di mano».

Capacità di anticipare investimenti digitali

Distribuita fra la sede storica di Sorisole e la nuova di Valbrembo, Milestone è una di quelle piccole multinazionali tascabili di cui il nostro territorio è affollato (e spesso troppo nascoste) ad alta specializzazione tecnologica e innovazione nelle soluzioni e strumentazioni nella diagnostica di laboratorio. È anche la prova diretta di come i nuovi investimenti in tecnologia, in capacità connettiva (a Sorisole la fibra l’hanno portata e pagata di tasca propria) non hanno contribuito solo a rendere più efficiente quello che già faceva.

Una nuova storia d’impresa che ha permesso ai ragazzi di raccogliere i dettagli imprenditoriali e seguire i passaggi di crescita e sviluppo di ogni strategia

Ha accelerato la trasformazione dell’azienda e il modello di business, mettendo in moto nuove opportunità di crescita. Qui arrivano le domande degli studenti, le fa Erika Zucchinelli: «In che senso la tecnologia allora ha sostituto la relazione, la forza del contatto umano, con quali strategie?». La risposta è tutta nella formula di una «riorganizzazione moderna delle tecniche digitali». Significa la trasformazione in aziende piattaforma, capaci di intermediare, anche su scala internazionale, clienti fidelizzati e dare un’offerta di prodotti e servizi anche più ampia e diversificata di quella già presidiata in passato.

 

«Siamo un’azienda B2B, ed è stata necessaria una iniezione superiore di tecnologia per rafforzare la relazione, abbiamo ulteriormente investito in altri strumenti informatici di alta qualità come webcam live e sistemi di realtà virtuale – spiega Cortesi -, abbiamo predisposto un kit di virtual-demo per mantenere i contatti con i nostri clienti offrendo webinar formativi, meeting e seminari educativi con informazioni pratiche e di utilizzo da remoto dei nostri sistemi e procedure di laboratorio per il monitoraggio e tutela ambientale, delle tecnologie per la diagnosi accelerata nel settore oncologico: 20 incontri al mese, a volte più di uno al giorno, verso le nostre sedi in Germania, Stati Uniti, Cina, Giappone, in Corea. Milestone ha rapporti con oltre 120 nazioni nel mondo. Un sistema che sta funzionando molto bene».

Carriera e una prospettiva personale: ecco come cambiano gli strumenti di selezione e le proposte con cui le nuove aziende dell’era digitale intercettano i nuovi talenti

Ma per crescere, anche di dimensione, per rafforzarvi sui mercati quali sono le strategie in campo? chiede Sara Zambelli. «Puntiamo su un fattore esclusivo: la relazione e la qualità delle persone. È questo il primo elemento che nel mondo crea fiducia verso l’azienda e i suoi prodotti, un valore che abbiamo costruito in oltre 30 anni di relazioni. In ogni angolo della Milestone si può leggere il nostro motto: Investors in People. La persona è al centro della nostra visione.

E per essere attrattivi, ai giovani non offriamo solo una carriera e una prospettiva professionale, garantiamo un progetto di vita in cui non si possono più distinguere due morali, una per il lavoro e l’altra per la vita privata. Nessuno da noi timbra il cartellino, siamo prima di tutto parte di una comunità. Chiediamo perseveranza, si cresce, come diciamo noi bergamaschi, accumulando esperienza, «granello dopo granello si fa una montagna».

 

La finestra dell’impresa su scuola, formazione e talenti

Sara Zambelli

Studentessa

Sara Zambelli: Formazione e ricerca, quale ruolo ha in azienda?
«È un investimento costante sulle persone e per la crescita e il confronto continuo: ecco perché Milestone collabora con l’Università di Torino, con l’Istituto Mario Negri e con ospedali come il Bolognini di Seriate, il San Raffaele di Milano e il Papa Giovanni XXIII di Bergamo».

Erika Zucchinelli

Studentessa

Erika Zucchinelli: Attraverso quali canali cercati i vostri talenti?
«L’azienda è in costante ricerca di profili professionali specifici e, in particolare, di tecnici e di chimici. Per intercettare i talenti ricorriamo a diversi canali di recruitment presenti su tutto il territorio locale, ma anche nazionale e internazionale».

Gabriele Mazzone

Studente

Gabriele Mazzone: Con le scuole del territorio che rapporto avete?
«Anche in questo caso è un rapporto che curiamo costantemente. I nostri talenti vogliamo trovarli sul territorio, così ogni anno ospitiamo 5 studenti tirocinanti dell’Isis “Natta” per 3 tre settimane: verifichiamo sul campo le loro conoscenze e abilità».

 

Deborah Mirashaj

Studentessa

Deborah Mirashai: In che modo vi sentite attrattivi per un giovane?
«Offrendo quello che chiamiamo un “cultura Milestoniana”. Si basa sull’offerta di un percorso e di crescita professionale. Ma va oltre: ci piace dare a chi lavora con noi una prospettiva di progressione anche di vita, un progetto che possa essere di lungo periodo.

Cristina Grassi

Studentessa

Cristina Sassi: Occasione del digitale possono essere le fiere virtuali?
«Non sono d’accordo con questa prospettiva. La mancanza del contatto e della stretta di mano non è sostituibile. Per quanto ho sperimentato direttamente sul campo, è una soluzione che non funziona, o almeno una fiera virtuale che funzioni non l’ho ancora trovata».

Daniel Cosmin Hriban

Studente

Daniel Cosmin Hriban: L’e-commerce è una vostra leva commerciale?
«Sì, ma solo in parta ridotta. Siamo un’azienda molto radicata nel B2B, questo significa che abbiamo poco mercato diretto al consumatore finale. Abbiamo tuttavia, per le industrie, riservata una sezione solo ai prodotti cosiddetti “consumabili” e vendibile con l’e-commerce».

talk

Diego Cortesi, amministratore delegato di MIlestone, spiega in questa breve intervista un ulteriore aspetto della strategia di crescita dell’impresa: come affrontare il nuovo mercato globale superando i limiti della dimensione aziendale, non sempre adeguata alle nuove sfide commerciali e di sviluppo industriale.

La dimensione aziendale sul mercato globale ha un peso importante: voi come state crescendo?

Oltre a una selezione continua di collaboratori di qualità, il nostro progetto prevede di procedere attraverso risorse proprie e accordi di parnership con industrie sui mercati locali, con collaborazioni su progetti specifici. Lo abbiamo fatto in Cina.

Escludete quindi acquisizioni?

Fanno parte della nostra strategia, ma questa è una leva che utilizziamo con cautela: non sempre la cultura aziendale della “nuova” impresa riesce a integrarsi coerentemente con la nostra. E non sempre uno più uno dà due. Valori diversi, priorità differenti impediscono una perfetta integrazione. E questo rischia di rallentare i processi e le scelte industriali. Piuttosto preferiamo un’altra via.

E quale potrebbe essere questa terza opportunità?

Crediamo sia molto meglio, e per noi da preferire, la soluzione delle alleanze strategiche su progetti e obiettivi precisi. Questo percorso ci consente di mantenere molta più autonomia e soprattutto di adottare scelte e decisioni coerenti con la nostra specifica visione.