«I processi, i prodotti e i servizi devono essere valutati come un solo complesso. Il Politecnico di Milano ha un corso di laurea magistrale in Product-Service System Design, la progettazione del sistema prodotto-servizio. Il prodotto e i servizi sono considerati insieme, non più distinti come un tempo. L’approccio innovativo è proprio quello di affrontare il prodotto come un unico sistema. Il Covid ha confermato l’interrelazione globale: uno starnuto provoca conseguenze dall’altra parte del mondo».
La sostenibilità del sistema prodotto-servizio
docente di Design al Politecnico di Milano
«Il prodotto è l’oggetto materiale» specifica Fois. «Il servizio è tutto quanto gli sta attorno prima, durante e dopo. Se un prodotto vuole essere sostenibile per il cliente, si deve risalire all’origine, a dove si compra la materia prima. Tutto è integrato e connesso. Dal design del prodotto si è passati a quello del prodotto e dei servizi. L’obiettivo è quello di migliorare le performance sia materiali e quantitative, sia immateriali e qualitative. Anche il mercato, nel frattempo, si sta evolvendo». «Si può creare un circolo virtuoso» continua Fois. «Gli imprenditori iniziano un percorso di innovazione, se i consumatori non cercano più un determinato prodotto. Un movimento culturale emerge e si può trasformare in lobbismo economico, inducendo a cambiare le leggi. Il neuroscienziato e divulgatore Daniel Goleman scrive, in “Intelligenza ecologica”, che, quando i consumatori sceglieranno, sugli scaffali dei supermercati, i prodotti più corretti, ecologici, rispettosi dell’ambiente, le multinazionali dovranno confezionare solo quelli. Il rapporto tra produttore e consumatore si inverte». «A tavola i miei figli – confessa Fois – contestano le mie scelte alimentari. Mi sollecitano, per esempio, a non comprare più bistecche». La generazione dei Fridays for Future avverte: anche gli allevamenti di bovini, come gli scienziati documentano, producono emissioni di gas serra che alterano il clima. «Sì. La sostenibilità dei prodotti per loro è prioritaria».
Taglio alle emissioni e all’uso della plastica
Ridurre le emissioni e l’uso della plastica sono due imperativi dell’economia circolare. La Grifal, l’azienda di Cologno al Serio con cento dipendenti e mezzo secolo di attività compiuto l’anno scorso, è leader nel mercato delle soluzioni di confezionamento ecocompatibili. La tecnologia brevettata cArtù rivoluziona il cartone ondulato e il mondo dell’imballaggio. Le emissioni di anidride carbonica, rispetto al prodotto tradizionale dello stesso materiale, sono tagliate dell’81 per cento, da 82,8 kg per metro cubo a 15,9. Il cartone comprimibile, sostituendo il polistirolo incomprimibile, abbatte del 90 per cento lo smaltimento. «cArtù – conferma Fois – è un’innovazione di prodotto, di processo e di servizio. L’idea di base è semplice: incrementare l’altezza dell’onda di cartone per imballaggio da 5 a 20 millimetri, con la possibilità di variarla. Questa intuizione ha portato a un’evoluzione incredibile nell’uso del materiale, rendendolo molto performante non solo per l’imballaggio standard in polistirolo, ma anche per tutti i riempitivi in plastica. Il materiale è più leggero, sano e interamente riciclabile. L’innovazione di prodotto e di processo ne ha generata anche una di servizio, cambiando la modalità di distribuzione e di vendita, e ha procurato un impatto sociale positivo, perché un’azienda, quando decide di passare agli imballaggi della Grifal, diminuisce nettamente l’uso di materiale plastico».
L’analisi sul ciclo di vita dei prodotti
Uno studio di AzzeroCO2, società di consulenza per la sostenibilità e l’energia, fondata nel 2004 da Legambiente e Kyoto Club, confronta la linea di cartoni cushionPaper, prodotti da Grifal con la tecnologia cArtù, con il polistirolo, dimostrando che questi permettono di evitare di immettere in atmosfera fino a 418mila kg di anidride carbonica, per ogni 100 mila kg di materiale. La quantità di anidride carbonica tagliata è pari a quanto assorbono in un anno 59.976 alberi. L’analisi Lca, Life Cycle Assessment, sul ciclo di vita dei prodotti cushionPaper, rivela come siano fino all’80% più ecologici dei materiali plastici e consente a Grifal di chiedere ora la relativa certificazione internazionale di qualità.
«La capacità di invenzione è un punto di forza dell’Italia, diffusa in modo particolare nella Bergamasca» conclude Fois. «Oggi i protagonisti della ricerca non sono più i grandi gruppi, ma le piccole aziende».
Presidente e Ceo di Grifal
Sostenibilità anche economica
Luca Fois giudica la linea brevettata cArtù un’innovazione di design sotto ogni profilo. Che ne pensa?
Oggi l’innovazione legata ai servizi, in particolare a quelli informatici, è molto diffusa, mentre altrettante novità, nell’ambito dei prodotti e dei processi industriali, non si vedono, in modo particolare nel settore del packaging. Aver realizzato un processo e dei prodotti ecologici rivoluzionari in un ambito dove mancavano per noi è motivo d’orgoglio, soprattutto se si considera che i prodotti sono sostenibili anche dal punto di vista economico, scardinando l’idea del costo maggiore di un prodotto ecologico.
Quella di cArtù sembra un’idea semplice. Come è nata?
cArtù nasce dalla richiesta del mercato di avere un prodotto green in grado di sostituire le plastiche non riciclabili negli imballaggi. L’idea, in effetti, è semplice: realizzare un cartone ondulato di alto spessore in grado di proteggere i prodotti dagli urti e dalle vibrazioni durante il trasporto. Passare dall’idea al processo produttivo è stato meno semplice. Ma ci siamo riusciti.
Il futuro degli imballaggi è il cartone ondulato?
Senza dubbio le normative internazionali avverse all’utilizzo di plastica, unite all’attenzione dei consumatori per la salvaguardia dell’ambiente, rappresentano spinte inarrestabili verso la crescita delle vendite di prodotti in carta. La produzione di carta, nel contempo, avviene in modo sempre più sostenibile. La Grifal ha ottenuto sia la certificazione Fsc sia quella Pefc, entrambe inerenti alla gestione sostenibile delle foreste. Il cartone non solo è riciclabile, ma è una risorsa rinnovabile, perfettamente in linea con i principi dell’economia circolare. Per questo motivo ormai l’80 per cento degli ordini ricevuti quest’anno è legato ai nostri prodotti in carta: cArtù e cushionPaper.
Come ha vissuto la sua azienda il lockdown e come sta vivendo ora la seconda ondata della pandemia?
I primi sei mesi dell’anno sono stati particolarmente difficili da tutti i punti di vista e ovunque nel mondo, ma l’impatto sul tessuto sociale e produttivo nella provincia di Bergamo è stato particolarmente significativo. La straordinaria resilienza di tutti i livelli aziendali ha permesso di contenere i danni causati dalla chiusura di molti clienti e dai limiti posti alla produzione da tutte le misure di prevenzione adottate per la protezione dei dipendenti. I numeri della semestrale riflettono la scelta operata dalla società di non sospendere gli investimenti in corso nella realizzazione dei nuovi impianti e nel rafforzamento della struttura. Siamo convinti che la maggiore consapevolezza riguardo al problema ambientale indotta dalla crisi sanitaria porterà a una crescita importante nella domanda di prodotti ecocompatibili. Segnali positivi derivano dal proseguimento proficuo dei progetti avviati con importanti clienti per la sostituzione del polistirolo nel settore dei grandi elettrodomestici, come frigoriferi e lavastoviglie. Questi progetti rappresentano un’opportunità di crescita molto significativa per Grifal.