L’Italia è leader in Europa nell’economia circolare. Recuperiamo molte più materie prime di Francia e Germania, con un risparmio annuale di 23 milioni di tonnellate di petrolio e 63 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Un primato al quale contribuiscono anche la raccolta e il riciclo di carta e cartone. E in questo campo la provincia di Bergamo è molto forte.
Il Rapporto annuale di Comieco
Secondo il 26° Rapporto annuale presentato a fine luglio a Verona da Comieco, il Consorzio nazionale che garantisce il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica provenienti dalla differenziata comunale, nel 2020 in tutta la provincia sono state raccolte 69.137 tonnellate di carta e cartone, 62,4 chili annui per abitante, contro una media nazionale di 57,2 chili pro capite per un totale di quasi 3,5 milioni di tonnellate in tutta Italia.
In provincia una media di 62,4 chili annui pro capite, in Italia di 57,2 chili pro capite
Le restrizioni legate all’emergenza sanitaria hanno determinato un calo della raccolta di carta e cartone rispetto al 2019: -0,6%, pari a circa 22 mila tonnellate, a livello nazionale, -1,5% nella Bergamasca. In compenso è andato benissimo il riciclo degli imballaggi cellulosici, che in Italia è arrivato a quota 87,3%, ben sei punti in più rispetto al 2019, una percentuale che porta il nostro Paese a superare con dieci anni di anticipo l’obiettivo dell’85% fissato dall’Unione europea per il 2030. E pensare che fino al 2005 l’Italia importava carta da macero dall’estero, mentre oggi non solo è autosufficiente, ma ne esporta oltre un milione di tonnellate sempre a scopo di riciclo.
Riciclo nazionale all’87,3%, già superato l’obiettivo dell’Europa: l’85% nel 2030
«I numeri del Rapporto – sottolinea il direttore generale di Comieco, Carlo Montalbetti – confermano la centralità della raccolta differenziata come abitudine quotidiana, anche in uno scenario profondamente mutato, a partire dalla riduzione della produzione dei rifiuti, che ha avuto una flessione prevedibile con la pandemia. Ciò nonostante, le raccolte differenziate hanno tenuto, in particolare quella di carta e cartone».
È soprattutto la raccolta al Sud, rispetto alle altre aree del Paese, a fare da traino a questo incremento, con in testa il Molise (+8,2%), mentre sono in controtendenza il Centro (-2,8%) e il Nord (-1,8%), «effetto diretto delle restrizioni legate alla pandemia, soprattutto per il calo della raccolta delle attività economiche e l’interruzione dei flussi turistici». Le diminuzioni più forti si sono registrate in Veneto (-3,8%) e in Emilia Romagna (-3,7%), che però resta salda sul gradino più alto del podio nazionale con 82,1 chili di raccolta annua pro capite, mentre la Lombardia ha perso l’1,5%.
Sulla raccolta e il riciclo di carta e cartone ha sicuramente avuto un impatto notevole l’esplosione degli acquisti online con il Covid. Le vendite in rete sono rimaste costanti anche dopo il lockdown della primavera 2020, con un +70% sul 2019: un milione di pacchi circola ogni giorno in Italia per il commercio elettronico.
Una raccolta di qualità
Per fortuna, carta e cartone hanno più vite dei gatti: possono infatti essere rilavorati per una decina di cicli. E nel campo delle risorse rinnovabili e dell’economia circolare Grifal, l’azienda di Cologno al Serio con 150 dipendenti e mezzo secolo di attività compiuto l’anno scorso, è leader nel mercato delle soluzioni di confezionamento ecocompatibili con la tecnologia brevettata di cartone ondulato cArtù. Dal punto di vista della qualità della raccolta, il 2020 consolida il cambio di passo iniziato nel 2019: per il secondo anno consecutivo, il dato medio (2,29%) di presenza di frazioni estranee rientra nei parametri stabiliti per la prima fascia di qualità (3%), con il Nord in continuo miglioramento, mentre Centro e Sud restano ancora al di sopra della soglia.
Dai dati di produzione di rifiuti urbani e dai tassi di carta e cartone i margini di una crescita ulteriore
«Questi numeri non devono far venir meno l’attitudine a far meglio – continua Montalbetti –. L’analisi sui dati di produzione di rifiuti urbani e sui tassi di intercettazione di carta e cartone lascia spazio a un’ulteriore crescita, nell’ottica dell’economia circolare e per la transizione ecologica secondo le linee indicate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza».
Tutta la filiera della carta ha lavorato molto negli ultimi mesi per presentare al Ministero della Transizione Ecologica opportunità di ammodernamento e innovazione da realizzare nell’ambito della nuova strategia nazionale per l’economia circolare delineata dal Pnrr, dallo sviluppo di imballaggi ancora più sostenibili agli adeguamenti impiantistici di produzione e confezionamento, dalla riduzione di rifiuti prodotti dall’industria cartaria conferiti in discarica agli investimenti in digitalizzazione per migliorare la logistica e la tracciabilità dei rifiuti. Ma anche, sottolinea il Rapporto Comieco, «una maggiore capacità di utilizzare gli scarti, ad esempio per produrre bio-metano, attraverso tecnologie già disponibili e in grado di accompagnare il percorso di sviluppo dell’idrogeno».
Ecco che cosa non gettare nella carta
Le regole per una corretta raccolta differenziata di carta e cartone sono poche e semplici. Carta e cartone da riciclare sono da depositare all’interno degli appositi contenitori, nei quali non devono però essere conferiti gli imballaggi con residui di cibo, perché creano problemi nel processo di riciclo. Per lo stesso motivo, non sono da gettare nel contenitore della carta gli scontrini in carta termica, la carta oleata usata per gli alimenti, i fazzoletti di carta (antispappolo e difficili da riciclare) e neppure la carta sporca di vernici o solventi. I materiali non cellulosici, come punti metallici o nastri adesivi, vanno separati dalla carta, mentre scatole e scatoloni andrebbero appiattiti e compressi per ridurne il volume. Infine, una norma ovvia ma spesso disattesa: l’eventuale sacchetto di plastica usato per portare la carta al contenitore non si deve gettare nello stesso bidone.