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Buone pratiche per il passaggio alla mobilità elettrica nelle città

Articolo. Le città e la qualità dell’aria sono i veri alleati dell’auto elettrica. Lo rivela chiaramente la recentissima quarta edizione del rapporto “Mobilitaria – Politiche di mobilità e qualità dell’aria nelle città italiane 2021”, curato da Kyoto Club e Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr. I ricercatori hanno studiato i Piani urbani per la mobilità sostenibile delle 14 città metropolitane italiane e di altre 22 città di medie dimensioni, evidenziando un elemento dominante: la previsione nel brevissimo termine di nuove Zone 30 e di Zone ad accesso limitato ai soli veicoli a basso impatto ambientale. Insomma, le città sono destinate a cambiare rapidamente il modo in cui concedono spazio alle auto.

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Bergamo sotto una cappa di smog

Le città e la qualità dell’aria sono i veri alleati dell’auto elettrica. Lo rivela chiaramente la recentissima quarta edizione del rapporto “Mobilitaria – Politiche di mobilità e qualità dell’aria nelle città italiane 2021”, curato da Kyoto Club e Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr. I ricercatori hanno studiato i Piani urbani per la mobilità sostenibile delle 14 città metropolitane italiane e di altre 22 città di medie dimensioni, evidenziando un elemento dominante: la previsione nel brevissimo termine di nuove Zone 30 e di Zone ad accesso limitato ai soli veicoli a basso impatto ambientale. Insomma, le città sono destinate a cambiare rapidamente il modo in cui concedono spazio alle auto.

A Ferrara la Ztl elettrica nel centro storico e la diffusione delle cargo-bike per l’ultimo miglio. Cuneo investe sulla rete di ricarica, Macerata decongestiona il traffico con la mobilità elettrica

Il Comune di Ferrara, ad esempio, ha programmato l’istituzione di una Ztl elettrica nel centro storico e la diffusione delle cargo-bike per l’ultimo miglio, oltre a spazi logistici di prossimità e alla diffusione di punti di consegna in tutta la città, una sorta di rivoluzione del sistema della logistica commerciale. Cuneo ha avviato l’installazione di una rete infrastrutturale capillare per la ricarica dei veicoli elettrici. Macerata, nella riqualificazione di una delle vie più congestionate del centro cittadino, ha previsto aree attrezzate per la mobilità elettrica: piazzole di sosta riservate, punti di ricarica e stalli per il car sharing elettrico. Per favorire l’auto elettrica e migliorare la qualità dell’aria, non basta incrementare l’infrastruttura di ricarica, peraltro ancora eterogenea e poco interoperabile: occorre cambiare l’organizzazione e le regole della mobilità urbana.

Scenari futuri nelle grandi città

Ancora l’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Cnr, in collaborazione con l’Associazione Motus-E, nello studio “Più mobilità elettrica: scenari futuri e qualità dell’aria nelle città italiane”, presentato nello scorso marzo, ipotizza che nei prossimi cinque anni il 4% (il 20% nel 2030) dei veicoli privati e il 5% (il 15% nel 2030) di quelli commerciali leggeri circolanti a Torino, Milano, Roma, Bologna e Palermo possano favorire in modo rilevante la riduzione degli inquinanti, in particolare biossido di azoto e polveri sottili.

Il Cnr stima effetti consistenti sulla qualità dell’aria con l’incremento di elettriche e ibride. La sostituzione delle auto nelle grandi città abbatte gli inquinanti e taglia i costi sanitari

Valga l’esempio di Milano. Nel 2018 il parco circolante era prevalentemente composto da veicoli a benzina (58%) e diesel (34%) con una presenza ridotta di Gpl (5%) ed esigua del metano (1%), mentre i totalmente elettrici (635 per un peso percentuale dello 0,09%) e gli ibridi (2%, in continua crescita) restavano nell’ordine delle centinaia (o poche migliaia). Lo studio prevede che nel 2025 i veicoli elettrici sfiorino le 28 mila unità (4%) e quelli ibridi le 140 mila (20%) e, cinque anni dopo, rispettivamente le 111 mila (20%) e le 277 mila (50%).

A Milano riduzione tra il 62% del 2025 e l’84% del 2030 del biossido di azoto. Risparmierà tra 36% e 40% delle spese per la salute dovute alle polveri, quasi azzerate quelle per il biossido di azoto

Secondo lo studio, gli effetti sulla qualità dell’aria sono davvero consistenti: una riduzione compresa tra il 62%, nel 2025, e l’84%, nel 2030, delle concentrazioni medie orarie nei giorni feriali di biossido di azoto e una diminuzione delle polveri sottili tra il 36% e il 41%.

Molto interessante la valutazione dello studio sui costi sociali e sanitari derivanti dai due principali inquinanti generati dal traffico: nei due scenari, Milano risparmia tra il 36% e il 40% di quelli determinati dalle polveri sottili e, nel 2030, può quasi azzerare quelli legati al biossido di azoto. Le città devono riprendere rapidamente a riorganizzare la mobilità.

Inchiesta su eco.bergamo domenica prossima

Nel numero di eco.bergamo, il supplemento di ambiente, ecologia, green economy in edicola gratis con L’Eco di Bergamo domenica 16 maggio, un’inchiesta di otto pagine sul mondo delle auto elettriche.