Il «danno pesantissimo»alle imprese italiane
In un solo mese perdite del 40% del business: a pesare la drastica contrazione dell’export, penalizzato dalle difficoltose relazioni commerciali internazionali e il calo delle vendite oltre confine. Le imprese italiane quantificano il danno provocato nelle ultime settimane dall’emergenza Coronavirus e tracciano un quadro poco incoraggiante dell’economia: il 70% degli intervistati parla di “danno pesantissimo” con un contraccolpo più pesante per i mercati europei.
Lo rileva l’ultima indagine diffusa da Promos Italia, agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano. Oltre 600 operatori di tutto il Paese sono stati chiamati a esprimersi sulle conseguenze economiche determinate dall’attuale situazione sanitaria. Solo una piccola fetta di imprenditori, il 17%, definisce il danno “lieve”, il 9% lo inquadra nella “media entità”.
La stragrande maggioranza, invece, usa toni più marcati: il 70% degli intervistati parla di danno pesantissimo. In un mese la maggior parte delle imprese indica una perdita del business pari al 40%. Per quanto riguarda il business estero, è tutto bloccato per il 20% degli interpellati, mentre non ha conseguenze il 9%, che si somma al 13% che riesce comunque a mantenere a regime l’attività. Ha riflessi limitati per il resto, circa il 30%: tra contatti rallentati con i partner per il 23% ed effetti negativi solo su alcuni mercati per il 7%.
I più danneggiati sono, sempre secondo l’indagine, i mercati europei per il 30%, seguiti da Cina per il 7%, Paesi Arabi 5%, Stati Uniti 4% e altri Paesi asiatici come Giappone e Corea per il 3%. Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia, gli effetti dell’emergenza coronavirus, scoppiata da poche settimane in Italia, ma già da due mesi nel Far East, si stanno già facendo vedere. «Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori – afferma - stanno già pagando un conto molto salato in termini di fatturato. La maggior parte di loro sostiene di aver perso intorno al 40%, in particolare a causa del drastico calo delle vendite e delle difficoltose relazioni internazionali».
Secondo Da Pozzo, «è giusto imporre ai cittadini e alle imprese misure straordinarie di prudenza». Ma, conclude, «è altrettanto necessario il confronto tra chi gestisce le istituzioni, chi ha la rappresentanza dell’economia, del mondo del lavoro e del sistema dell’informazione. È una fase da affrontare tutti assieme, consapevoli che l’emergenza sanitaria è prioritaria, ma la tenuta economica e sociale del paese va tutelata».