La nuova capacità di mettersi in ascolto
Soffia forte l’alhoa spirit, il vento di relazione, l’abilità che il New York Times definisce la marcia in più delle imprese nel mettersi in sintonia con la propria comunità. Soprattutto se una comunità di nicchia. Se osservato in filigrana, dentro a quello spirito si legge altro, la sensibilità nel mettersi anche in ascolto di nuove comunità, non per forza clienti: i giovani, per esempio, generazioni tecnologicamente esperte, socialmente consapevoli, intraprendenti e potenziali (ma non necessariamente) talenti. Sicuramente però da intercettare e attrarre in azienda.
L’equilibrio passa da un’attenzione quasi maniacale ai nuovi linguaggi e ai nuovi canali emergenti, ben oltre l’aspetto tecnologico, con cui affascinare e raccontare la propria reputazione aziendale.
È il modello Diapath, dove dialogare è una volontà prioritaria. Tanto trasversale all’azienda che il vento conversazionale coinvolge tutte le divisioni dell’impresa, ricorrendo a ogni tipo di canale come i giovanissimi TikTok e Wechat, molto insoliti specie per un’azienda specializzata del settore medicale. Ma proprio i giovani apprezzano e così valorizzano il brand: un ultimo video su un nuovo prodotto da laboratorio ha avuto 5 milioni di visualizzazioni e centinaia di commenti, tutti di giovani, moltissimi studenti, futuri tecnici di laboratori : chiedevano informazioni e ringraziavano perché dopo la teoria, ora vedevano la strumentazione in funzione.
Media impresa di Martinengo, un forte attaccamento al territorio bergamasco, 20 milioni di fatturato, Diapath, fondata da un imprenditore visionario come Vladimiro Bergamini, in vent’anni di crescita ha raggiunto un’alta specializzazione nello sviluppo, progettazione e commercializzazione di strumenti per la diagnosi istologica e citologica dei campioni di anatomia patologica nel settore oncologico. Un ambito in cui la sfida si gioca sulla velocità nel passare dalla diagnosi alla terapia, oggi sempre più personalizzata. Il principio a cui si ispira nella realizzazione della gamma di strumenti è il miglioramento continuo del trattamento del campione istologico, nell’ottica di una target therapy ancora più evoluta e verso una diagnostica oncologica avanzata.
Un principio che rientra a pieno titolo nella strategia di innovazione continua. Viene definita «Constant Innovation in Anatomic Pathology», diventato poi il payoff e il Dna stesso di questa media impresa bergamasca, oggi brand leader tra i più apprezzati nei laboratori di anatomia patologica.
Il lavoro e il valore delle persone
Marketing e customer service manager di Diapath
«Una sfida che muove sempre dalla consapevolezza che dietro a ogni campione istologico c’è sempre una persona che vive nell’incertezza e che attende una diagnosi» sottolinea Federica Bergamini, Marketing e customer service manager di Diapath. È collegata in videocall con quasi 50 studenti dell’Istituto Isis Einaudi di Dalmine. In quella sua frase c’è la sintesi di tutto il valore del lavoro in Diapath. Con lei, a raccontare ai ragazzi della classe IV Cre di Relazioni internazionali per il Marketing, c’è anche Laura Vavassori, Corporate Marketing Coordinator.
Corporate Marketing Coordinator
E parlando agli studenti Vavassori ritorna all’importanza della relazione rispondendo a Gabriele, studente interessato a capire meglio l’uso dei social, TikTok in particolare. «Per arrivare il più possibile al target corretto. Crediamo che l’innovazione passi anche attraverso i canali comunicativi emergenti. E per intercettare voi giovani, in tutto il mondo».
Per questo oltre ai tradizionali Linkedin, Facebook, Instagram e Youtube, Diapath ha aperto Tik Tok e il canale Wechat. «Vogliamo parlare agli studenti di oggi – spiega Bergamini -, saranno i tecnici di laboratorio di domani. Ma anche raggiungere i giovani in modo più sistematico sui nostri nuovi mercati, come è successo per i ragazzi cinesi con Wechat, o giapponesi, nel medio oriente e del sud est asiatico. Siamo stati felici di condividere un po’ di cultura della materia e con webinar dedicati offrire divulgazione scientifica».
Nel settore medicale c’è una forte presenza di grandi multinazionali, sono colossi che hanno processi decisionali molto lunghi. Diapath è una media impresa che ha organizzato la sua catena decisionale in modo flessibile, corta e una rapidità di implementazione delle scelte.
«Abbiamo un time to market, dall’idea al prodotto, molto rapido - spiega Bergamini -. E per questo abbiamo nuovi prodotti e innovazione continua, perché riusciamo ad essere veloci. Non solo - continua la marketing manager - . Uno dei punti di forza sicuramente è la passione, che viene espressa da tutto il personale. Altro punto di forza, la Open Innovation e la cross contamination che sono driver di sviluppo fondamentali per una Pmi. E questo si traduce nella valorizzazione di idee, concetti, soluzioni anche attraverso collaborazioni scientifiche continue con enti di ricerca, Irccs, Università, ospedali, enti governativi in Europa e all’estero». Qualche numero rende conto in concreto dell’attività di questo modello: in pochi anni l’azienda ha depositato quasi 60 brevetti industriali, in oltre 70 pubblicazioni scientifiche e decine di collaborazioni esterne. Negli ultimi anni il trend di crescita è sempre stato a doppia cifra. Nel 2020, anno della pandemia, abbiamo comunque chiuso con un trend di crescita di circa il 4% rispetto all’anno precedente. E con un incremento di oltre il 50% dal 2016 a oggi.
Innovazione tecnologica, sviluppo continuo e collaborazioni con centri di ricerca, velocità di risposta nel passare dall’idea al prodotto sono certamente driver decisivi del vantaggio competitivo. «Su queste leve abbiamo costruito la nostra leadership. E continuiamo a espanderci . Per questo abbiamo bisogno di giovani leve, con empatia e capacità di proattività e innovazione». Arrivano le domande degli studenti. Ma che cosa cercate nei giovani che volete assumere, quali competenze, quali abilità?
Le abilità che attraggono
«Le soft skill come capacità comunicative, problem solving, lavoro di squadra, flessibilità, entusiasmo restano basilari – precisa Vavassori -. Ma la nostra realtà ricerca altre skill nei giovani: la curiosità, la voglia di migliorare e contribuire al miglioramento, l’atteggiamento costruttivo, la resilienza e l’assertività. Mai come ora l’approccio caratteriale e motivazionale è parte predominante della selezione delle nuove risorse».
La talent acquisition di Diapath prevede anche una spinta al pensiero creativo. E la creatività in azienda va coltivata. « L’Innovation Department è uno degli ambienti creato per accogliere le nuove leve. Ispirato ai principi di innovazione del Mit di Boston, nel Labopath già lavora un team multidisciplinare di professionisti che sviluppa idee, progetti con un approccio sperimentale basato sulla ricerca scientifica.
«È importante avere le persone giuste al posto giusto. Per questo – spiega Bergamini – nella nostra strategia di recruitment è inclusa anche la capacità di creare un “serbatoio” di talenti per le esigenze future dell’azienda. Trasformiamo la ricerca di personale da reattiva a proattiva: bene coprire le posizioni aperte. Ma occorre ancora di più saper valutare i giovani talenti dei quali l’organizzazione avrà bisogno in futuro». Globalizzazione e sviluppo innovativo sono due termini dello stesso processo. Che richiedono grande capacità nell’uso delle nuove tecnologie, cosa che «i giovani fanno benissimo».
Anche in questo Diapath è un modello: non è un caso che l’età media dei dipendenti Diapath sia di 34 anni. Che il 50% delle persone nell’ambito della ricerca scientifica siano donne e, nella più efficace strategia Stem, siano ingegneri, chimiche, biologhe. Non fa difetto la policy aziendale in tema di diversity e di inclusività, tanto meno in una logica di superamento del divario di genere e di condivisione del tema della genitorialità. Lo racconta Nadia, ricercatrice di laboratorio, 33 anni, in attesa del suo primo bambino: «Quando l’ho detto, l’azienda non ha esitato un istante a trasformare il mio contratto da tempo determinato in un’assunzione definitiva».
Decisioni e rapidità come strategie competitive
Studentessa classe IV Cre di Relazioni internazionali per il Marketing dell’Istituto Isis Einaudi
Martina Napolitano: Quali sono i vostri driver di sviluppo?
«Punto di forza sono la Open Innovation e la cross contamination, driver di sviluppo fondamentali. Questo si traduce nella valorizzazione di idee, concetti, soluzioni in tempi rapidi, In più possiamo contare su una catena decisionale corta che ci consente di essere veloci».
Studente classe IV Cre di Relazioni internazionali per il Marketing dell’Istituto Isis Einaudi
Mattia Contini:Come sostenete il vostro modello di business?
«Si è accelerato il cambio di paradigma nel 2020, con progetti digitali anche per i contenuti scientifici. Lo scenario va verso soluzioni ibride, fisico e virtuale, più resilienti: l’accesso alla Rete, i Big Data, la sharing economy, la smaterializzazione dei processi e soluzioni digitali».
Studentessa classe IV Cre di Relazioni internazionali per il Marketing dell’Istituto Isis Einaudi
Laura Mali:Qual è il peso della funzione Ricerca e Sviluppo?
«La nostra missione è investire costantemente in innovazione per sviluppare una gamma completa di strumenti, reagenti e consumabili dedicati all’anatomia patologica. Per questo investiamo ogni anno l’8% del fatturato in Ricerca & Sviluppo».
Studentessa classe IV Cre di Relazioni internazionali per il Marketing dell’Istituto Isis Einaudi
Sofia Picenni:«A quale sfida siete state chiamati nel periodo Covid?
«Abbiamo realizzato un kit di diagnosi precoce per la rilevazione del virus e degli anticorpi Covid, con un’altissima reattività per assecondare il cambiamento. Ci siamo poi focalizzati sulla distribuzione e fornitura online dei tamponi rapidi e i kit sierologici».
Studentessa classe IV Cre di Relazioni internazionali per il Marketing dell’Istituto Isis Einaudi
Greta Panseri:Quali sono i vostri percorsi di formazione?
«La formazione è un nostro asset importante, significa trasferire cultura: sia verso gli interni, sia verso i dealer, sia verso il nostro target finale, trasferendo anche ai clienti che a volte non ci conoscono direttamente, contenuti di loro interesse e di carattere scientifico».
Studente classe IV Cre di Relazioni internazionali per il Marketing dell’Istituto Isis Einaudi
Nicolò Filippelli:Quali sono i vostri piani di crescita aziendale?
«In estate verrà inaugurato il nuovo polo produttivo di 6.000 metri quadri. Abbiamo in atto un piano industriale che ci porterà già a giugno la programmazione e gli spostamenti nella nuova area, permettendoci di creare un centro di ricerca ancora più grande».
Marketing e customer service manager di Diapath