Il Covid ha rivoluzionato l’organizzazione delle aziende, talvolta in modo radicale: la gestione dei dipendenti in smart working, la riorganizzazione delle attività produttive e i rapporti con i clienti e fornitori che in molti casi hanno subito una battuta d’arresto (si veda questo articolo di Skille). Tuttavia, la reazione delle imprese non si è fatta attendere.
Ad esempio, il ricorso al lavoro agile ha raggiunto picchi mai toccati prima. Senza dubbio si è rivelato un metodo efficace di fronte all’impossibilità di mantenere tutti i dipendenti in azienda ma, al tempo stesso, ha costretto a rivedere la struttura e le dinamiche delle relazioni. Come ci ha raccontato Giuseppe Agate di Italcementiin questo articolo di Skille, il gruppo ha dovuto gestire il passaggio in smart working dell’85% dei lavoratori coinvolti. Nonostante i timori iniziali, ogni difficoltà tecnica e organizzativa è stata superata. Addirittura, Italcementi vorrebbe aumentare la platea dei dipendenti in lavoro agile visti i segnali positivi riscontrati.
Un altro punto di forza è stato ragionare sulla convertibilità delle proprie attività produttive, come hanno fatto la Radici Group, la Plastik e la Santini con la produzione di dispositivi medici attraverso la condivisione delle proprie tecnologie e delle proprie competenze (si veda questo articolo di Skille), per rispondere ai blocchi produttivi forzati e ai disagi causati dalla pandemia.
Guardando al futuro, infine, sarà sempre più importante capire come espandere la propria rete di clienti e fornitori per difendersi da altri eventi dirompenti come quello che abbiamo vissuto (si veda questo articolo)