«Il capitale umano vale più della Silicon valley»
La risorsa umana è il vero valore aggiunto da coltivare se si vuole giocare un ruolo da protagonista nel mercato tecnologico globale. È questa la chiave del successo per Gianmarco Lanza. È questo l’approccio migliore per entrare con forza nella competizione internazionale secondo la visione dell’amministratore delegato e maggiore azionista di Fae Technology, azienda di servizi tecnologici della media Valle Seriana, in provincia di Bergamo.
«In Italia e in Europa non abbiamo la stessa potenzialità di investimento della Silicon Valley e nemmeno della più ampia Bay Area, cuore pulsante dell’innovazione di prodotto. E non abbiamo nemmeno la capacità produttiva della Cina, non solo iperevoluta tecnologicamente, ma ricchissima di manodopera e di materie prime. Questo, però - avverte Lanza -, non significa che siamo spacciati. Tutto dipende da quanto riusciamo a mettere al centro la persona, l’individuo e creare un sistema che lo valorizzi nella sua capacità di creare».
Lanza poi aggiunge: «Noi abbiamo una grandissima capacità di trovare soluzioni, siamo capaci di applicare a sistemi concreti la grande tecnologia progettata in America e realizzata in Cina. Ma possiamo inserirci con successo in tipologie di mercato e di opportunità che sempre più necessitano di risorse e abilità umane».
Ceo e fondatore di Fae Technology
Partendo da questa convinzione il Ceo di Fae Technology ha deciso di investire denaro e risorse professionali nella creazione di uno school program dedicato agli studenti degli Its, gli istituti tecnici superiori della bergamasca, il suo territorio ed ecosistema di riferimento, con l’intento di portare ai ragazzi la propria conoscenza del mercato tecnologico e provocare una contaminazione positiva che possa dare vita a coscienze sempre più consapevoli di questo valore: «Il nostro territorio è ricco di talenti e di opportunità, ma solo massimizzando la sinergia tra tutti i player del territorio possiamo assicurarci che nulla di tutto ciò si disperda. È questo che intendiamo quando parliamo di “era delle sfide collettive”. Solo lavorando come sistema possiamo assicurarci che le nuove risorse conoscano le opportunità del territorio e compiano scelte consapevoli per il loro futuro, che le scuole possano approfittare delle competenze aziendali per integrare i loro piani formativi, che le aziende possano giocare tutte le proprie carte per coltivare quel team work tanto determinante nel loro successo».
Tutta questa riflessione nasce dall’analisi dell’ecosistema in cui opera la realtà di Gazzaniga, fatto di numerosi contatti con il circuito globale dei servizi tecnologici dove gli italiani sono presenti, attivi anche con ruoli centrali nello sviluppo tecnologico.
È lo stesso Lanza a spiegare: «Una parte dell’innovazione si basa ancora sul silicio, materiale alla base della tecnologia elettronica. Domani forse sarà una nuova era e un nuovo mercato, ma non saremo noi a scoprirlo. Quello che noi dobbiamo fare da subito è ciò che già ci viene meglio, mettere in circolo la scoperta e ottimizzarne l’utilizzo all’interno dei diversi contesti produttivi».
Per farlo in tempi brevi il tessuto locale deve essere pronto, le persone ricettive: da questa necessità di prepararsi al meglio “alla battaglia” nasce il programma di collaborazione scolastica. Trecento ore in quattro istituti tecnici, Itis Paleocapa, Itis Marconi di Dalmine, Iiss Majorana e Isiss Valle Seriana, e un programma che attraverso lo sviluppo di una tematica mira a creare quello spirito di ricerca propositiva che sta alla base di questa capacità, tipicamente italiana, spiega Lanza, di trovare soluzioni.
«Sono coinvolti cento ragazzi, ma siamo consapevoli che non tutti recepiranno la sfida allo stesso modo. Vogliamo comunque gettare le basi di una possibile contaminazione, iniziare a creare una collaborazione più profonda fra tutti gli attori in campo, nel rispetto dei ruoli di ciascuno e provando a sovrapporre le visioni per ampliare il raggio delle prospettive possibili, siano esse di studio o lavoro».
Alla base la consapevolezza che i 17enni hanno una grande potenzialità perché già allenati allo studio che, in questo settore soprattutto, deve essere continuo.
L’investimento della società bergamasca non avrà un ritorno immediato anche perché, sottolinea lo stesso ideatore del progetto, è impossibile avere il totale controllo dei suoi effetti. È altrettanto vero, che questo programma potrebbe permettere nel tempo a Fae Technology di abbattere i tempi di ricerca e migliorare la qualità dei nuovi tecnici assunti, ottimizzando soprattutto la fase di ricerca dei profili professionali. «Siamo una realtà che sta crescendo e abbiamo tantissime professioni adatte a tecnici qualificati ai quali siamo in grado di offrire un percorso di crescita professionale importante» ribadisce Lanza.
Lo school program è stato presentato ai dirigenti e professori degli istituti tecnici lo scorso settembre. In questo primo anno concentrerà il lavoro sul tema del cambiamento climatico in chiave tecnologica, mettendo a disposizione delle scuole una scheda elettronica ideale per lo sviluppo di progetti IoT (internet of things) che in seguito sarà donata agli istituti. Il fondatore di Fae Technology conclude: «Noi che siamo il soggetto proponente di questo percorso crediamo di avere un punto di vista privilegiato. Lo vogliamo condividere perché crediamo nella nostra visione e a questa visione lo vogliamo ancorare. Mettendoci cuore e coraggio».
Human resource manager di Fae Technology
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Uno degli obiettivi dello School program di Fae Technology resta lo sviluppo di competenze trasversali, le famose soft skill, che sono il valore aggiunto di ogni nuova potenziale risorsa. Attualmente l’azienda di Gazzaniga ha 85 dipendenti e il 90% è costituito da tecnici e programmatori che sviluppano i servizi tecnologici alla base del business aziendale.
Oltre alla diffusione della cultura d’impresa il programma cerca di ridurre lo scompenso tra domanda e offerta nella ricerca del personale, velocizzando i tempi di selezionamento e reclutamento. È Rossella Roncalli, HR Manager di Fae Technology, la responsabile della ricerca delle competenze richieste.