Verso un mini-fegato cresciuto in un linfonodo, il primo test

Negli Stati Uniti il primo intervento sperimentale nel quale cellule di un fegato sano sono state trasferite in un linfonodo nell’addome di una persona con insufficienza epatica: l’obiettivo è far moltiplicare queste cellule per ottenere un mini-fegato, che possa sostituire almeno in parte l’organo malato del paziente, facendogli così guadagnare tempo in attesa di un trapianto o mettendolo in grado di sopportare l’intervento. La procedura è stata messa a punto dall'azienda biotecnologica americana LyGenesis che, come riporta il sito della rivista Nature, l’ha già sperimentata con successo in topi, cani e maiali e punta a reclutare 12 partecipanti entro la metà del 2025.

Le cellule del fegato sano vengono fatte passare attraverso un tubo inserito nella gola del paziente e poi iniettate in un linfonodo situato vicino al fegato. I linfonodi, anche detti ghiandole linfatiche, sono una componente molto importante del sistema immunitario deputati all’organizzazione della risposta difensiva e il corpo umano ne contiene circa 600. Nel giro di alcuni mesi, le cellule iniettate dovrebbero moltiplicarsi e prendere il controllo del piccolo organo. La persona che ha ricevuto il trattamento, effettuato il 25 marzo scorso, si sta riprendendo bene dall’intervento ed è stata dimessa dalla clinica, ma continua ad essere attentamente monitorata per eventuali segnali di rigetto o infezione.

Una delle incognite riguarda quanto crescerà il mini-fegato all’interno del linfonodo. Secondo Michael Hufford, amministratore delegato di LyGenesis, gli organi in miniatura non cresceranno indefinitamente, ma non è ancora chiaro con precisione quanto diventeranno grandi. L’esperimento permetterà anche di capire il numero ideale di fegati in miniatura necessari per stabilizzare la salute del paziente: nei prossimi partecipanti, infatti, verranno iniettate cellule epatiche in un massimo di cinque linfonodi, per determinare se più mini-fegati possono aumentare il successo della procedura.

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