Una forte tempesta geomagnetica ha colpito la Terra durante la notte : l’arrivo è stato registrato alle 04,57 ora italiana del 17 settembre , secondo quanto riportato dall’Agenzia statunitense della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa).
“ Il picco ha raggiunto la classe G4 , dunque abbastanza intensa dal momento che la classificazione delle tempeste geomagnetiche viene fatta su una scala che va da G1 a G5”, dice all’ANSA Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all'Università di Trieste. “ La tempesta è ancora in corso , ma in fase di decadimento – aggiunge l’esperto – è infatti diminuita alla classe G3”.
A provocare l’evento è stata un’espulsione di massa coronale, una cosiddetta Cme , cioè un getto di materiale sotto forma di plasma spesso associato a brillamenti, che quando raggiunge la Terra ne disturba la magnetosfera, generando lo spettacolo delle aurore boreali a latitudini più basse del consueto e, se abbastanza intenso, anche blackout, disturbi alle trasmissioni radio e problemi ai satelliti e ai sistemi di navigazione satellitare. La Cme responsabile della tempesta di stanotte è stata rilasciata dal Sole lo scorso 14 settembre alle ore 17,29 italiane, durante un colossale brillamento di classe X, la più potente.
In particolare, il brillamento è stato classificato come X4.5 , poiché ad ogni lettera è associato anche un numero da 1 a 9: ciò ne fa il quinto più potente dell’attuale ciclo solare. A dare una mano alla tempesta geomagnetica ancora in corso si è aggiunto poi un buco coronale situato sul lato del Sole rivolto verso la Terra . I buchi coronali sono aree dove la corona solare è temporaneamente più scura e più fredda delle aree circostanti, e dove il campo magnetico aperto consente al vento solare di ‘fuggire’ più facilmente nello spazio. “ Questo buco coronale è l’origine del vento solare veloce che ha accelerato la Cme ”, afferma Messerotti: “La sua velocità ha raggiunto i 581 chilometri al secondo”.
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