Fisici teorici avevano ipotizzato che la spinta a queste particelle potesse provenire da un campo elettrico generato su scala subatomica e troppo debole per essere rilevato con le tecnologie disponibili. Per questo nel 2016 il gruppo di ricerca guidato da Glyn Collinson del Goddard Space Flight Center della Nasa ha iniziato a sviluppare un nuovo strumento in grado di superare la sfida. Nel maggio 2022 lo strumento è stato lanciato con un razzo suborbitale dalle isole Svalbard con una missione chiamata Endurance come la nave che nel 1914 portò l'esploratore Ernest Shackleton in Antartide. Il volo , durato 19 minuti , ha raggiunto un' altezza di 768 chilometri e ha consentito di misurare una variazione del potenziale elettrico di soli 0,55 volt . "Mezzo volt è quasi niente, è più o meno quanto una batteria da orologio, ma è la giusta quantità per spiegare il vento polare ", afferma Collinson. Questo campo elettrico esercita una forza sugli ioni idrogeno (le particelle più abbondanti nel vento polare) che è oltre 10 volte più forte della gravità e così l i lancia verso l'alto, nello spazio , a velocità supersoniche . Anche le particelle più pesanti, come gli ioni di ossigeno, ottengono una spinta. "È come un nastro trasportatore, che solleva l'atmosfera nello spazio ", sottolinea Collinson. Secondo i ricercatori, il campo ambipolare potrebbe aver plasmato l'evoluzione dell'atmosfera terrestre e potrebbe perfino essere presente in altri pianeti dotati di atmosfera.
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