L’abbondanza di elementi pesanti all’interno di una stella ha un ruolo importante nei meccanismi che portano alla formazione e riorganizzazione del campo magnetico su grande scala, un fenomeno chiamato 'dinamo stellare'. È il risultato dello studio guidato da due ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) a Catania, Alfio Bonanno ed Enrico Corsaro, che hanno compilato il più grande catalogo dei periodi del ciclo di attività e di rotazione stellari. I risultati sono pubblicati su The Astrophysical Journal Letters.
Il lavoro si basa su un nuovo approccio statistico applicato ai dati raccolti dal satellite Gaia, la missione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che da oltre otto anni scansiona il cielo per realizzare una mappa 3D sempre più precisa della nostra galassia, la Via Lattea. Questa combinazione ha permesso la compilazione di un catalogo di 67 stelle (il più grande di questo genere realizzato finora) con la misura dei periodi del ciclo di attività e di rotazione stellari.
Si è così scoperto che per alcune stelle la frequenza del ciclo di attività aumenta con la rotazione, mentre per altre diminuisce. Il Sole appartiene alla seconda categoria. “Abbiamo inoltre appreso che la metallicità stellare può essere l'ingrediente responsabile per generare un tipo di dinamo anziché un altro, poiché la metallicità cambia le proprietà microscopiche della zona convettiva della stella, zona all'interno della quale si ritiene che la dinamo stellare venga generata”, spiega Corsaro.
L'attività magnetica stellare è tra i fenomeni astrofisici più difficili da affrontare e la sua origine non è ancora compresa del tutto. Migliorare la conoscenza del magnetismo stellare è di fondamentale importanza per il suo impatto sull'evoluzione stellare, e di conseguenza sull'evoluzione e l'abitabilità di potenziali pianeti in orbita intorno alle stelle.
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