Spalle e gomiti evoluti come freni per scendere dagli alberi

Le spalle e i gomiti che oggi ci permettono di giocare a tennis o prendere un libro da uno scaffale in realtà si sono evoluti inizialmente come dei freni per consentire ai nostri antenati una discesa sicura dagli alberi. Lo indica l'analisi di video e fotogrammi che ritraggono scimmie e scimpanzé in movimento, pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science dai ricercatori del Dartmouth College negli Stati Uniti.

Utilizzando software statistici e analisi di tipo sportivo, i ricercatori hanno dimostrato che gli scimpanzé e alcune piccole scimmie chiamate cercocebi si arrampicano sugli alberi in modo simile, tenendo spalle e gomiti piegati vicino al corpo. Nella discesa, invece, gli scimpanzé (geneticamente più vicini all'uomo) allungano le braccia sopra la testa per aggrapparsi ai rami così come una persona che scende da una scala.

Lo studio, spiega il primo autore Luke Fannin, introduce "l'idea della discesa come un fattore sottovalutato ma incredibilmente importante" nell'evoluzione delle differenze anatomiche che sono emerse nelle scimmie antropomorfe rispetto alle altre, arrivando poi fino a noi esseri umani. La discesa, continua l'esperto, ha rappresentato una sfida cruciale per via delle grandi dimensioni delle scimmie antropomorfe, che per evitare pericolose cadute dovevano tenersi aggrappate e allo stesso tempo decelerare per contrastare la forza di gravità.

Successivamente spalle e gomiti flessibili si sono dimostrati utili anche per i nostri antenati nella savana, permettendo per esempio all'Australopithecus di rifugiarsi di notte sugli alberi per scenderne indenne alle prime luci del giorno. Quando l'Homo erectus ha poi imparato a usare il fuoco per difendersi dai predatori notturni, le spalle si sono fatte più larghe e capaci di un'apertura di 90 gradi, che combinata alla loro flessibilità e a quella dei gomiti, ha favorito la raccolta di cibo e il tiro delle lance per la caccia.

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