Pronta la e-pelle che si auto-ripara, per i futuri robot

Se viene tagliata, riesce a riallineare i suoi strati fino a ricomporsi senza lasciare cicatrici e senza che venga danneggiato il suo senso del tatto: e' quanto riesce a fare la nuova pelle elettronica destinata ai robot, alle protesi del futuro e ai dispositivi elettronici realizzati con materiali soffici. Descritta sulla rivista Science, la nuova e-pelle e' stata nell'Universita' di Stanford dal gruppo di Zhenan Bao. Primo autore della ricerca e' Christopher Cooper.

"È un passo decisivo verso la possibilita' di imitare la pelle umana, composta da piu' strati che si riallineano nel processo di guarigione, dopo una ferita", osserva Cooper, coautore della ricerca con Sam Root, anche lui di Stanford. Composta da oltre 10 strati, ognuno dei quali specializzato in una funzione diversa, la pelle che si auto-ripara e' composta da polimeri che, contrariamente ai materiali che attualmente sono in grado di auto-ripararsi, non richiedono alcun intervento da parte dell'uomo. Nei test condotti finora, infatti, il nuovo materiale si e' riparato da solo, conservando il 96% delle sue proprieta' iniziali. Un risultato positivo, al punto che lo stesso gruppo di ricerca diretto da Cooper sta gia' utilizzando questi nuovi materiali per costruire robot soffici e circuiti sottomarini capaci di auto-ripararsi.

Lo stesso gruppo di ricerca aveva pubblicato nel 2012 la prima pelle multistrato in grado di auto-ripararsi sulla rivista Nature Nanotechnology. Da allora la tecnica e' stata perfezionata soprattutto lavorando sui materiali. Quelli utilizzati adesso polimeri elastici come il glicole polipropilenico e il polidimetilsilossano, quest'ultimo piu' noto come silicone. Entrambi possono essere combinati con nano o microparticelle in grado di condurre l'elettricita' . La capacita' della pelle di auto-ripararsi dipende anche dalla temperatura: se a temperatura ambiente riparare un taglio richiede una settimana, alla temperatura di 70 gradi sono sufficienti 24 ore.

Il sogno dei ricercatori, dice Cooper, e' ottenere strumenti e perfino robot che, se rotti in piu' pezzi, siano capaci di ricomporsi da soli. Nel frattempo, si lavorera' per ridurre il piu' possibile lo spessore degli strati che compongono la e-pelle, in modo da introdurne di nuovi con nuove funzioni, come la percezione delle variazioni di temperatura.

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