Possibili oceani sulle quattro lune più grandi di Urano

Delle 27 lune di Urano, ben quattro (le più grandi) potrebbero ospitare oceani profondi decine di chilometri sotto la loro superficie ghiacciata: sono Ariel, Umbriel, Titania e Oberon. Lo indica uno studio della Nasa basato su una nuova analisi dei dati raccolti dalla missione Voyager 2 negli anni Ottanta e su nuovi modelli informatici. I risultati sono pubblicati su Journal of Geophysical Research–Planets sotto il coordinamento del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e con il coinvolgimento del Massachusetts Institute of Technology (Mit).

Lo studio ha riesaminato i dati raccolti da Voyager 2 nei suoi passaggi ravvicinati ad Urano e quelli raccolti attraverso osservazioni da terra. I ricercatori hanno dunque sviluppato modelli informatici tenendo conto anche dei risultati ottenuti da altre missioni (Galileo, Cassini, Dawn e New Horizons) che hanno portato alla scoperta di oceani su altri corpi celesti.

Grazie a questi modelli, è stata determinata la porosità della superficie delle lune di Urano, scoprendo che potrebbe trattenere il calore interno necessario per ospitare un oceano. Inoltre è stata trovata una potenziale fonte di calore nel mantello roccioso delle lune, che rilascia liquido caldo e potrebbe contribuire a mantenere temperature sufficienti per avere potenziali condizioni di abitabilità: questo scenario sembra plausibile soprattutto per Titania e Oberon.



Inoltre, analizzando la composizione degli oceani, i ricercatori possono ricavare ulteriori dettagli sui materiali presenti sulla superficie ghiacciata delle lune: il loro profilo chimico, infatti, è collegato alle sostanze che provengono dagli strati sottostanti e che vengono portati in superficie dall'attività geologica. Dai dati dei telescopi a terra emerge che almeno una delle lune di Urano, Ariel, presenta materiale che è traboccato in superficie in tempi relativamente recenti, forse eruttato da un criovulcano.

Lo studio indica infine la presenza abbondante di cloruri e ammoniaca negli oceani delle lune: tali sostanze, specie l’ammoniaca, potrebbero agire come un sorta di antigelo.

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