Scienza e Tecnologia
Venerdì 14 Luglio 2023
Oceani sempre più verdi, il colore sta cambiando con il clima
Insieme al clima sta cambiando anche il colore degli oceani, sebbene in modo ancora troppo lieve per l’occhio umano: negli ultimi 20 anni l’acqua ha progressivamente virato dal blu al verde, soprattutto nelle zone tropicali vicine all’equatore. Lo ha svelato uno studio pubblicato sulla rivista Nature da un gruppo internazionale di ricercatori guidato dal Centro Nazionale britannico di Oceanografia, che sottolinea come il cambiamento abbia già interessato il 56% degli oceani globali. Ma non si tratta di una mera questione estetica: il colore diverso riflette importanti variazioni negli ecosistemi marini essenziali, il cui impatto sulla salute dei mari e sulla loro capacità di immagazzinare anidride carbonica è per ora sconosciuto.
Il colore dell’oceano è dovuto a ciò che si trova nei suoi strati superiori: un blu molto intenso indica scarsa presenza vitale, mentre il verde equivale ad abbondanza di ecosistemi, e in particolare di fitoplancton, quell’insieme di microrganismi marini che è in grado di effettuare la fotosintesi e contiene quindi il pigmento verde della clorofilla. Il fitoplancton è il fondamento della catena alimentare marina ed è, dunque, un sorvegliato speciale da parte degli scienziati per valutare gli effetti della crisi climatica.
Per questo studio, i ricercatori guidati da B.B. Cael hanno scelto di utilizzare le immagini scattate dal 2002 al 2022 dal satellite Aqua della Nasa, che monitora gli oceani da più di 20 anni cogliendo differenze di colore così sottili da essere impercettibili per l’occhio umano. Gli autori dello studio hanno analizzato i normali cambiamenti che avvengono nelle varie regioni nel corso dell’anno, ma i risultati hanno evidenziato una chiara tendenza globale che non può essere spiegata dalla variabilità naturale e che è invece perfettamente in linea con i cambiamenti climatici causati dall’uomo. “Ormai non sono solo i modelli a prevedere che questi cambiamenti avverranno”, commenta Stephanie Dutkiewicz del Mit, co-autrice dello studio: “Ora li stiamo vedendo accadere davanti ai nostri occhi”.
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