Potrebbe nascondersi nei venti la soluzione del paradosso dell’Himalaya, lo strano fenomeno per cui,nonostante il rapido scioglimento dei ghiacci, le temperature in quota sembrano non variare. A trovare una possibile soluzione a questa imprevedibile reazione è la ricerca guidata da Francesca Pellicciotti, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Istituto di Scienza e Tecnologia austriaco, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience.
Buona parte dei ghiacciai dell’Himalaya si stanno sciogliendo a causa della crisi climatica, in molti casi anche molto più rapidamente di quanto avvenga in altre regioni, eppure analizzando i dati in arrivano da stazioni meteorologiche come lo storico Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide che si trova a 5000 metri indicano che la temperatura dell’aria non ha avuto grossi cambiamenti in questi decenni. Un fenomeno che sembra apparentemente non conciliarsi con quel che realmente avviene nella zona. A trovare una risposta è ora lo studio approfondito dei dati storici in cui si evidenzia che le temperature medie complessive sembrano stabili perché mentre le temperature minime sono costantemente in aumento, le temperature massime superficiali in estate sono costantemente diminuite.
“Ciò porta ad un aumento dello scambio termico turbolento sulla superficie del ghiacciaio e a un maggiore raffreddamento della massa d’aria superficiale”, ha detto Pellicciotti. Di conseguenza, le masse d’aria superficiali fresche e secche diventano più dense e scorrono lungo i pendii nelle valli, raffreddando anche le parti inferiori dei ghiacciai. L’osservazione, dunque, di temperature stabili è in realtà una sorta di illusione dovuta a particolari venti che fanno sì che la temperatura dell’aria risulti mediamente stabile.
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