Nei robot del futuro più spazio all'IA

Il cervello dei robot del futuro avrà molto più spazio libero per 'pensare', grazie all'Intelligenza Artificiale . Vanno proprio in questa direzione i primi dispositivi comandati senza l'utilizzo di circuiti elettrici descritti sulla rivista Advanced Science. Promettono di aprire la strada a una nuova generazione di robot capaci di muovere i loro corpi in maniera del tutto indipendente dal 'cervello' : ciò lascia spazio per software più complessi , come quelle reti neurali artificiali le cui basi sono state gettate dai due premi Nobel per la Fisica 2024 John Hopfield e Geoffrey Hinton.

Per riuscire nell'impresa, i ricercatori coordinati dall'italiano Antonio Forte del King's College di Londra hanno imitato il funzionamento di alcune parti del corpo umano , facendo muovere i dispositivi grazie alle variazioni di pressione indotte in un fluido. "Delegare compiti a diverse parti del corpo libera spazio computazionale affinché i robot possano 'pensare', consentendogli di essere più consapevoli del contesto in cui si trovano e anche più abili", afferma Forte. "Ciò apre le porte - prosegue - a un nuovo tipo di robotica in ambiti come l' assistenza sociale e l'i ndustria manifatturiera ".

Non solo: robot che non hanno bisogno di elettricità potrebbero essere utilizzati per esplorare aree a riscnio , come quelli contaminati nei quali le radiazioni distruggono i circuiti, o per lavorare in ambienti sensibili come i laboratori di analisi dove si esegue la risonanza magnetica. O ancora, potrebbero essere utilizzati nei Paesi a basso reddito , che non hanno un accesso affidabile e continuo alle fonti di energia elettrica.

"Senza investimenti nell'Intelligenza Artificiale, i robot sono destinati ad arrivare a un punto morto. Il nostro lavoro - dice Mostafa Mousa, primo autore dello studio - è solo un primo passo su questo percorso, che porterà a robot più intelligenti e con corpi più intelligenti ".

Attualmente, tutti i robot fanno affidamento sull'elettricità per funzionare: il software, che corrisponde al cervello del dispositivo, invia le istruzioni alle varie parti meccaniche, producendo il movimento corrispondente.

Per aggirare il problema, i ricercatori hanno messo a punto un circuito in cui le istruzioni sono inviate solo grazie alla pressione del fluido al loro interno , consentendo di eseguire manovre complesse senza bisogno di elettricità , un po' come il cuore non ha bisogno che il cervello gli dica di battere.

Il prossimo passo , secondo gli autori dello studio, consisterà nell' ampliare i circuiti in modo che possano funzionare in robot più grand i, come quelli che monitorano le centrali elettriche o che possiedono motori completamente soffici .

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