Meno alti e robusti, le città fanno meno bene ai giovani

Crescere nelle città dei Paesi ricchi non offre più gli stessi vantaggi di un tempo, chi cresce in campagna è anzi più alto e robusto: a indicarlo è un grande studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature e coordinato dall’Imperial College di Londra, al quale l'Italia ha partecipato con molte università, come quelle di Padova, Torino e Ferrara, e centri di ricerca, come Crea e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

I risultati indicano che, nel mondo, le differenze tra l’abitare nelle zone urbane o in quelle rurali non sono più marcate come in passato. “Sebbene nell’immaginario collettivo la vita di campagna venga vista come sinonimo di vita salutare, la realtà spesso è ben diversa”, ha detto all’ANSA Alfonso Siani, dell’Istituto di Scienze dell'Alimentazione del Cnr.

Fino a non molto tempo fa gli indicatori base del benessere fisico, come i dati sull’altezza media oppure l’indicatore di massa corporea (Imc), considerati ottimi riferimenti per valutare la qualità dell’alimentazione e la propensione a sviluppare malattie, indicavano  che le popolazioni residenti nelle città crescevano meglio di quelle che vivono in zone rurali, dove sono più diffuse condizioni di povertà o minore attenzione alla corretta alimentazione. Adesso, però, si osserva un cambiamento importante e lo indicano le recenti analisi della popolazione relative a ben 194 Paesi e 71 milioni di ragazze e ragazzi tra 5 e 19 anni

Secondo i 1.500 ricercatori che hanno raccolto i dati, fra i quali  molti italiani, fino al 1990 le differenze tra i bambini e gli adolescenti che risiedevano nelle città e nelle campagne erano molto nette. “Negli anni ’90 nei Paesi più ricchi, tra cui l’Italia, le differenze tra il crescere in città o in campagna non erano molto nette – ha aggiunto Siani – ma erano marcate nei molti Paesi poveri, come quelli di gran parte dell’Africa subsahariana del Pacifico, dell'Asia meridionale e del Medio Oriente. Ma scattando un’analoga fotografia della situazione a 30 anni di differenza, nel 2020, emerge che queste differenze sono diminuite”. Si tratta di dati molto complessi da analizzare e che si prestano a molte letture, sia di carattere generale che locale: “Possiamo dire che nei Paesi più poveri le campagne non hanno più gli stessi svantaggi di un tempo oppure che le città non offrono più in vantaggi di un tempo”, ha aggiunto Siani.

Analizzando casi più specifici, si osserva però che queste differenze rimangono ancora molto marcate soprattutto nell’Africa subsahariana, dove il divario tra la vita urbana e rurale è addirittura aumentato: in alcuni Paesi si assiste a una differenza di altezza di ben 5 centimetri tra i bambini di 11 anni cresciuti in città o in campagna. Comprendere queste dinamiche. osservano i ricercatori nello studio, potrebbe aiutare a guidare gli sforzi per migliorare la salute in queste fasce di età importanti, dato ancor più rilevante considerando l’attuale aumento della povertà in molti Paesi del mondo e del costo del cibo dovuti in parte alla pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina

© RIPRODUZIONE RISERVATA