La missione Artemis 1, apripista per il ritorno dell’uomo sulla Luna, è già a metà della sua durata: la capsula Orion ha infatti raggiunto l’orbita lunare il 26 novembre scorso, per effettuare una serie di test in particolare sullo strumento di navigazione, indispensabile per far orientare correttamente il veicolo. La capsula resterà in orbita per altri tre giorni, fino all’1 dicembre, quando avrà percorso metà di un’orbita completa intorno al nostro satellite ed inizierà il viaggio di ritorno verso la Terra. Il rientro è previsto l'11 dicembre con un ammaraggio nell'Oceano Pacifico.
Nel frattempo, l’astrofisico italiano Gianluca Masi è riuscito a fotografare Orion da terra per la prima volta, grazie ai telescopi robotici del Virtual Telescope Project. La spettacolare immagine è stata ottenuta grazie ad esposizioni prolungate del telescopio Elena, che ha tracciato il moto apparente della capsula: è per questo che le stelle appaiono come lunghe scie mentre Orion compare come un nitido punto luminoso. Scattare la foto si è rivelato alquanto complicato: il meteo avverso ha impedito di catturare un’immagine mentre la sonda era in viaggio verso la Luna e si è quindi tentata l’impresa in un momento meno favorevole, quando il bersaglio era ancora basso sull’orizzonte e a poca distanza dal nostro satellite, la cui luce è un disturbo.
Al momento dello scatto, Orion si trovava a circa 427mila chilometri dalla Terra, quindi ad una distanza maggiore di quella che separa il nostro pianeta dalla Luna. Orion ha infatti superato il record di distanza per una missione con un veicolo spaziale progettato per trasportare gli esseri umani nello spazio profondo e tornare sulla Terra: il record ora infranto era stato stabilito durante la missione Apollo 13, nel 1970, che aveva raggiunto gli oltre 400mila chilometri di distanza dal nostro pianeta. Secondo quanto afferma la Nasa, nella giornata di oggi la capsula Orion raggiungerà la sua distanza massima, oltre 434mila chilometri.
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